''Modena e dintorni'' di Nemesis
Data: 20/09/2006 23.16
Argomento: l'opinione


 

“Houston... abbiamo un problema”.

Con questa celebre frase, l’avaria dell’Apollo 13 entrò nel mito e tutto il pianeta rimase col fiato in sospeso aspettandone il rientro.

Due giorni fa la storia si è ripetuta. Sullo Shuttle l'equipaggio si accorge di un perfido odore di marcio che ammorba la navicella. Gli strumenti impazziscono, i led di allarme si accendono, dalla base chiedono se esistono tracce di fumo.

“Houston... abbiamo un problema”... ma questa volta il problema è intestinale e pare proprio che uno degli astronauti abbia sganciato una scorreggina spaziale.

Si sono interrogati guardandosi, un po' come accade in ascensore, e per questo vien da pensare che sia il sollevarsi da terra a provocare certe silenziose reazioni.

Chi è il colpevole? Non si saprà mai, anche se ciascuno coltiva i suoi sospetti.

 

 



Anche l’astronave Genoa è andata a Modena per ingozzarsi di zampone, e invece ci ha lasciato lo zampino.

Poi ci siamo guardati intorno per capire di chi fosse la colpa, ma da Houston ci dicono che è tutto a posto: questo sgradevole odore di sconfitta è un incidente occasionale e non altera la missione.

Una distrazione, una debolezza, un controllo allentato, qualche contrazione e, come direbbe mia nonna, con la dolce Euchessina passa tutto.

 

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A proposito di zampone, e le lenticchie? Poiché si vocifera che portino soldi, le avrà certamente ordinate Spinelli alla cena con Moggi, e qualcosa mi dice che il conto l’ha pagato Moggi: no, non quello in sospeso con la giustizia sportiva, ma quello del ristorante.

Cosa facessero insieme i due compari non si sa, ma siccome escludo che Moggi avesse bisogno di un container, ne deduco che a Spinelli urgono giocatori, magari un altro Mutu.

 

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Anche a Modena si è confermata una sgradevole tradizione: ci sono giocatori che aspettano il Genoa per compiere il “gesto della vita”.

Il goal di Sforzini è chiaramente irripetibile, così come il pallonetto di Kutuzov che ci castigò con l’Avellino, o il missile di Di Vicino a Piacenza, o le acrobazie di Pantanelli col Catania, o l’insuperabile Pegolo di Verona, e mille altri che non cito per pudore.

Se queste “una tantum” sono pedaggi dovuti, mi domando: ci sarà qualcuno, sulla faccia della terra, che ha subìto da un Genoano queste prodezze senza replica?

 

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Se manca un Greco, sforniamo un Aurelio, molto meno ellenico ma dal vago sapore imperiale: da Roma a Ventimiglia tutti prevedono che farà molta strada, ma per adesso è ancora a Civitavecchia.

Marco Rossi è così veloce che, quando sta poco bene, pretende di essere curato dal dottor Costa, per analogia con Valentino.

Bega, nonostante il cognome rognoso, è uno che non pianta grane ed esegue quello che gli dicono, per nostra fortuna.

Rubinho invece sembra il nome di una pietra preziosa (si può dire preziosa?) ma la sua provenienza brasiliana genera pregiudizi e gli orbi non ne colgono il luccichio. Trattasi di diffidenza geografica, e per questo non vorrei essere nei panni di un Uzbeko.

 

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Qualche buontempone ha gettato l'amo paragonando Gasperini a Scoglio. Altri lo avvicinano allo schivo Bagnoli, tirato spesso in ballo più per la censura ai Genoani che per le qualità tecniche.

Secondo me non ci siamo proprio, ma se il ritornello è questo allora rilancio e vado dritto al paradosso: Gasperini è come Beniamino Santos, che 40 anni fa non faceva il 3-4-3 ma, non avendo uno Skuhravy a disposizione, era costretto a inventarsi giocate in area con la palla a terra.

E allora mi godo un De Rosa che chiude come Colombo, un Coppola che ruba palloni come Rivara, un Adailton che semina eleganza come Locatelli, un Milanetto che smista come Pantaleoni, un Greco che vede la porta come Bean.

Certo, manca Meroni, anche se uno simile a lui sta giocando nella Primavera, ma in più abbiamo Criscito la cui statura è molto superiore a quella di Bassi.

Quanto a Rubinho, pare che stia leggendo la biografia di Da Pozzo, ma è ancora alla prefazione.

 

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“Houston… abbiamo un problema”. Ma come, di nuovo?

Sì, annuso l’aria nella tifoseria e avverto un fastidio, ma dalla regia mi fanno segno che va tutto bene.

Il pompiere Brenzini manda in onda la pace e tutto si stempera nella parola “sofferenza”.

Il presidente del Genoa conferma di non aver mai subito ricatti e il presidente dell’Acg elenca le iniziative e i meriti sociali della T.O.

Viene anche stigmatizzato lo sgradevole episodio degli applausi di Neustif come fossero il big-bang della tensione fra tifosi.

“Houston… abbiamo un problema con la cronologia”: molti mesi prima, nei distinti, il Genoa incontrava lo Spezia, una serata cupa e fredda, accadde qualcosa.

Anch’io ero lì.

 

Nemesis

 







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