Magliette biricchine
Data: 29/09/2006 14.57
Argomento: dalla redazione


Filtrano indiscrezioni, peraltro tutte da verificare, (ma spacciate come molto attendibili) secondo le quali tutti o forse solo alcuni dei giudici della Procura di Genova che si sono occupati a suo tempo del Genoa , escluso il procuratore Capo Lalla,  (cito a memoria Vigotti, Pellegrino, Arena e Lari) siano ora impegnati in azioni legali, se non ho capito male a titolo più o meno personale, contro uno o più giornali.

 



Premesso il necessario beneficio d’inventario e le cautele del caso, i pissi pissi bau bau lascerebbero intendere che siano state avanzate pesanti richieste di risarcimento danni per quello che proverei a definire come un grave danno “ambientale”.

Se queste illazioni hanno un fondamento si dovrebbe prendere atto che gli interessati vivono una situazione abbastanza difficile al punto che sarebbero condizionate, sembrerebbe abbastanza pesantemente, le loro vite private.

Il danno lamentato, e di cui si chiederebbe la ripetizione ad uno o più giornali, scaturisce, almeno si presume, dal timore di non si sa bene quali ritorsioni che gli interessati fortemente paventano come conseguenza di non si sa bene quali articoli connessi ai noti fatti che hanno portato alle pesantissime e tempestivissime condanne inflitte lo scorso anno al Genoa che hanno stroncato, praticamente dopo solo un giorno, i sogni di gloria dei tifosi del Grifo.

Non siamo ne vogliamo passare da ingenui e, quindi, almeno per una ragionevole prudenza non possiamo, ma solo in linea di puro principio ed ipotetico, escludere che qualche testa un po’ calda dopo aver letto, ad esempio, che supporters della ciclistica indossano magliette della squadra di delegazione con su il n. 12 ed i nomi di alcuni dei giudici prima nominati (ora francamente non ricordo quali), si sia irritato al punto di legarsela al dito e possa essere tentato a compiere atti sconsiderati che ci auguriamo non accadano mai e che sarebbero da condannare duramente, anche denunciando, se noti, i violenti che, sciaguratamente, si volessero davvero mettere su quella strada sbagliata e fuori da ogni regola.

Da non tecnico di queste cose mi sorprende, però, che si possano chiedere dei danni ad uno o più giornali che hanno dato la notizia dell’avvenuto sfoggio di magliette che, da genoano troverei, ancorché di dubbio gusto e con poco spirito, solo un po’ “goliardiche”.

Chiaro però che se dei giudici, che di queste cose ovviamente se ne intendono, hanno veramente intentato le azioni di cui si parla, non si può escludere che alla base di tutto ciò ci sia del fondamento.

Se è così allora viene da domandarsi se la stessa azione, oserei dire a maggior ragione, sia stata intentata anche nei confronti di quelli che il “reato” lo hanno commesso direttamente (chiaro che mi riferisco a coloro che hanno indossato, e probabilmente indossano ancora, maglie con i colori della ciclistica con il n. 12 e con precisi cognomi che, a quanto pare, possono creare o quanto meno accentuare una situazione ambientale difficile e, di conseguenza, gravi danni agli interessati (che certamente, non avranno autorizzato alcunché).

Posso aver perso qualche giro, ma non mi risulta, per la verità, di aver letto diffide tendenti a far cessare quella che, alla luce di quanto starebbe emergendo, non può, evidentemente, considerarsi solo come un’innocente gogliardata.

Da sportivi e da persone civili ci auguriamo tutti, e per davvero, che ne ora ne mai succeda niente a nessuno, tanto meno ai giudici in argomento e che queste cause per danni, se davvero sono state intentate, e che da altri punti di vista potrebbero anche essere viste, in un paese civile e democratico come il nostro, come un tentativo di limitazione alla libertà di stampa, siano oggetto di amichevoli transazioni e ci si possa mettere una pietra sopra come, auguriamoci, sta provando a fare il Genoa che potrebbe ritrovare la Seria A già alla fine di questo campionato e scacciare così, definitivamente, tutti i fantasmi di questo tribolato recente passato.

Giancarlo Rabacchi







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