Il Genoa impatta una gara difficile e mantiene la media inglese
Data: 12/11/2006 12.19
Argomento: il Grifone in campo


 

U.C. Albinoleffe              1
(25' s.t. Cellini)

Genoa C.F.C.                  1
(18' p.t. Adailton, punizione)


Scortati dalla forza pubblica attraverso una Bergamo tranquillissima, eccoci arrivati in uno stadio, come si sapeva, scarsamente guarnito di spettatori. Anche il numero di noi genoani al seguito non è enorme, rispetto altre precedenti trasferte: forse meno di un migliaio. I valserianesi lasciano del tutto vuota una "curva" e s'insediano nei "distinti"; in tribuna hanno la stragrande maggioranza assoluta, per usare un linguaggio parlamentare.

 



Il tempo è da autunno padano, non freddo ma assolutamente senza sole e piuttosto cupo.

Genoa in maglia bianca. Coi suoi colori celeste-turchini (l'alto portiere con un abbagliante rosso-giallo, pantaloncini gialli), appare un po' in trasferta anche questa strana "Unione Calcio Albinoleffe", che essi scrivono "AlbinoLeffe", inframettendo una maiuscola nel corpo di una parola, che trapassa così nel mero segno grafico. Nell'opuscolo che distribuiscono allo stadio, dove chiedono agli sportivi bergamaschi di venire con mogli e bimbi a vedere la loro squadra perché lo merita, leggiamo frasi come queste:
"bloccare la capolista",
"all'assalto del Grifone...pronto a finire nelle trappole del Mondo e della sua invincibile banda" ...
"noi che abbiamo non sette ma infinite vite ..."
"sappiamo bene la fine che ha fatto il Napoli a Bergamo" ...
"sognando mi son risvegliato e ho visto d'incanto la serie ... A ... lbinoLeffe".

Mi direte: ma cosa ci racconta questo qui, invece che parlare del Genoa?

Ho voluto rappresentare la difficoltà dell'ambiente che ci aspettava e l'estrema fiducia in sé di questa squadra, fenomeno originale e interessante nel calcio professionistico italiano (un po' come se apparisse una Reccocamogli che giocasse a Genova) che esalta le forze autoctone di una vallata: squadra imbattuta salvo che alla prima giornata, reduce dalla vittoria ottenuta sul Napoli e da quella sfiorata a Rimini.

Il Genoa doveva transitare per questo passo, come sappiamo, con le ruote motrici un po' ammaccate. Come se la sia cavata, passiamo adesso finalmente a cercar di dire.

Schieramento d'attacco dell'Albinoleffe insidioso: di solito il solo Ferrari in avanti,
non costantemente in posizione centrale, ma improvvise avanzate di altri, per cui ecco ora un attacco a due, ora a tre, persino a quattro, mobilmente secondo le circostanze. I giocatori laterali della nostra difesa non potevano trascurare un'attenta copertura e così i blu-celesti ricercavano una superiorità a centro campo.

L'impressione iniziale era di una migliore qualità del gioco del Genoa, dall'evidente chiarezza di schemi, contrapposta ad una maggiore quantità del gioco avversario. I primi minuti sono ricchi di episodi determinanti. E' il portiere Barasso a salvare la nostra porta con difficili interventi, tra cui ci sembra straordinario il primo su colpo di testa ravvicinato di Joelson. E' Adailton a mandare in porta un calcio di punizione dalla destra per fallo su Rossi, con una prodezza rara: sul forte tiro con palla molto alta poi discendente sotto la traversa, il portiere Acerbis non ha avuto il tempo di raggiungere posizione.

Al 25' brutto calcio di Gori a Sculli, a palla persa: ammonito. C'è qualche scintilla tra i due: infatti toccherà presto anche a Sculli.

Vengono accese le luci artificiali.

Alla mezz'ora, notiamo un'avanzata di Santos che con un traccheggio di classe si libera per un secco tiro dal limite, che va fuori.

Al 33' Crìscito subisce una netta gomitata in elevazione proprio accanto al segnalinee sotto le tribune, di nome Caristia, che alza la bandierina; l'arbitro Damato non rileva e sul prosieguo dell'azione il nostro terzino entra in ritardo sull'avversario e viene ammonito. Pertanto incorre nella squalifica. La settimana scorsa, in modo simile, la squalifica ha colpito De Rosa, con l'espulsione dopo un fallo non fischiato su Longo; ma questa volta è stata trascurata una segnalazione di un guardalinee, per un fallo senza dubbio reale, ed era evidente perché vicinissima all'azione. Dispiace.

Nel finale di tempo un po' di lavoro anche per Acerbis: dopo un gol di Sculli annullato per fuorigioco, blocca un tiro al volo di Milanetto. Il tempo si chiude su un corner per l'Albinoleffe, per una deviazione di testa di una punizione per fallo fischiato a Lopez.

I sostenitori genoani hanno urlato e cantato incessantemente. Si sentivano solo loro.

Il relativo equilibrio del primo tempo svanisce nella ripresa. L'Albinoleffe giustifica le asserzioni dell'opuscolo sopracitato e mette sul campo una raddoppiata aggressività, corsa e forza fisica. Il Genoa non riesce più ad andare all'attacco e per lunghi tratti non oltrepassa la metà campo. Con tutto ciò, tuttavia, la sua difesa un po' improvvisata regge bene e dobbiamo dire che nel complesso è piaciuta per organizzazione.

All'8' anche Coppola viene ammonito per intervento su Colombo, conseguenza della difficoltà di reggere la metà campo.

I genoani dalla gradinata continuano a urlare da matti.

Al 13' un lampo di contropiede: Rossi perde il passo, difficile arrivare a captare un pallone invitantissimo nei pressi del palo, aperto da Milanetto.

L'Albinoleffe cambia contemporaneamente due giocatori e il peso dei nuovi si sente. Al 18' il Genoa si salva da un'azione insidiosissima sulla destra, originata da una scivolata. Il ritmo ora è altissimo. Entra Longo per Coppola.

Al 28' Greco cerca di raggiungere un pallone sulla linea laterale e lo calcia quando l'ha appena superata. L'arbitro interpreta questo tentativo di giocata come azione dilatoria e ammonisce anche lui. Gasperini lo sostituisce subito con Tavares. Sulla ripresa del gioco, subito arriva il pareggio a causa di uno sbandamento di più di un giocatore: un pallone perso (Lopez), una mezza scivolata (Biasi), forse una minima esitazione, ed ecco Cellini solo davanti a Barasso a far scivolare la palla in rete. 

Una strana polemica tutta interna dell'allenatore Mondonico che entra in campo e si rivolge alla tribuna: viene allontanato dall'arbitro.

La vittoria sembra sfumata, anzi i locali si rilanciano al galoppo e ora si sente anche il pubblico di casa. Ma l'aggressione dura pochi minuti, perché a questo punto il Genoa, che ha appreso la lezione del proprio allenatore, reagisce e nella difficile circostanza dimostra il proprio valore.

Le annotazioni degli ultimi minuti comprendono: al 31'  un'occasione di tiro per Milanetto in area, che va perduta perché preferisce appoggiare morbido in avanti; al 36' una bella azione personale di Rossi, che scivola via all'avversario aggirandolo e va alla centrata per Adailton, con tiro al volo ribattuto in angolo; al 37' un pallone alto che spiove di fianco al palo di destra, raggiunto di testa senza esito; al 40' un secco tiro di Longo da fuori area, uscito di poco.

Così il Genoa legittima il pareggio e conferma il proprio valore. Non ha potuto esprimere la superiorità di gioco vista altre volte e non mancherà chi sia pronto a sottolineare un appannamento, che non si può negare, e chi lamenti la perduta testa della classifica. Ma in media inglese restiamo primi soli e siamo usciti indenni da un campo dove poche squadre riusciranno a vincere, almeno fino a quando l'Albinoleffe riuscirà a mantenere i ritmi e l'aggressività fisica attuali.

E a proposito di aggressività fisica, due parole sull'arbitro Damato da Barletta, che senza dubbio è bravo, sa interpretare bene i falli a terra, sa lasciar correre il gioco quando è opportuno, contribuisce al buon sviluppo della gara. Ma troppo spesso, nel saltare, i blu-celesti adoperavano i gomiti, e a parte il grave errore a carico di Criscito già descritto, ci sembra che l'arbitro abbia trascurato di reprimere questa tendenza.


Vittorio Riccadonna


 







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