Una sconfitta sul piano della tattica
Data: 25/11/2006 12.07
Argomento: il Grifone in campo


 

Bologna                 3
(Bellucci, 14' p.t.; Torrisi, 10' s.t.; Marazzina, 18')

Genoa                    1
(Adailton, 32' s.t.)


Il nostro commento oggi è soltanto da televisione e si può dire pertanto, particolarmente questa volta, poca cosa.

Oggi è un po' di moda dire: il calcio è fatto di episodi.

Ma, se certo sono episodi che stabiliscono il risultato numerico di una partita, sono davvero gli episodi che determinano, delle due, quale squadra vinca?

 



Eterna questione, sospesa tra il determinismo e l'indeterminismo della filosofia e della scienza.

"Se le due squadre sono di uguale forza, sarà quella con la tattica migliore che vincerà".

Disse questo Ferenc Puskas.

Non sembra una frase storica, o rivoluzionaria, anzi pare un'affermazione quasi banale, eppure non va dimenticata. Con essa, Puskas negava il determinismo degli episodi.

Dunque, la tattica. Ma in che consiste, in sostanza, la tattica, qual'è il suo scopo?

Nel campo militare, il generale Carl von Clausewitz, il celebre teorico tedesco, definì così lo scopo della tattica: "ottenere superiorità numerica nel punto vitale, nel momento vitale".

Trasferito nel mondo del calcio, significa: liberare un uomo per il tiro, a distanza di tiro dalla porta avversaria.

Ecco definito lo scopo della manovra nel gioco del calcio. Ma quale i mezzo per perseguirlo?

Franco Scoglio lo definì, per additare un concetto ultranoto: "saper sfruttare gli spazi".

Veniamo dunque alla partita giocata a Bologna, davanti ai molti sostenitori genoani – certo oltre un migliaio – che hanno molto incitato la nostra squadra. Questa nostra squadra rabberciata, con assenze importanti e uomini che hanno perso lo smalto dei mesi scorsi, messa di fronte ad un avversario solido e determinato a riscattare la sconfitta di Napoli.

Nei primi cinque minuti di gioco, il quadro era già chiarito. Il Genoa non era affatto inferiore al Bologna come qualità; aveva supremazia di possesso di palla e d'attacco; ma la tattica difensiva del Bologna non gli concedeva quello spazio che invece era in possesso dei contrattacchi bolognesi.

La partita era segnata.

Poi, sono arrivati gli episodi, obiettivamente, per il Genoa, sfortunati. Il tiro del primo gol da antologia del calcio. Il secondo, una punizione battuta d'anticipo e d'astuzia, riuscita con una precisione perfetta, contro un Barasso impreparato. Ancora una traversa di Longo, col portiere che, mi sembra, non ci sarebbe arrivato. E altri episodi sfavorevoli ancora.

La partita avrebbe potuto avere un esito diverso?

Contraddiciamoci, e diciamo di sì.

Resta il difetto primo: la difficoltà per gli attaccanti del Genoa, al contrario dei bolognesi, di liberarsi per il tiro in area di rigore.

Occorre dunque affrontare il momento negativo attraverso un'analisi intelligente, senza obliare la capacità di sfruttare gli spazi espressa in modo sontuoso dal Genoa nel recente passato.


Vittorio Riccadonna

 

 

 


 







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