Ricordo di Franco Roncallo
Data: 01/03/2007 16.08
Argomento: dalla redazione


 

Or sono due anni che, al Sassello, lo abbiamo accompagnato al funerale.

Non è facile dimenticare Franco Roncallo. Egli ha riempito di sé oltre mezzo secolo di genoanità. Con lui, il 26 febbraio 2005 è scomparso un grande sportivo, ma anche uno storico di estrema cultura e competenza, a cui ben poche cose sfuggivano.

Sono poche le righe che posso scrivere, al confronto delle opere, della passione e dell'intensità della vita che ha vissuto e dei ricordi che egli ha lasciato.

 



Era nato il 12 giugno 1927.

Il mio primo ricordo di lui risale a quando io ragazzino viaggiavo in pantaloncini corti, e sì che ormai ho i capelli bianchi da un pezzo.

Fu un appassionato dello sport attivo, sempre disponibile in particolare verso i giovani che lo praticavano.

Fu fondatore di una squadra il cui nome dai vecchi è ben ricordato: la "Juventina Dogali", che in poco tempo divenne la III squadra di Genova. Vi giocava con la maglia N ° 5:  ne era il centromediano e il capitano.

Divenne poi l'allenatore di una squadra dalla maglia blu che era nata nel C.S.I.: il "La Salle", che sotto di lui vinse il Campionato Regionale della Federazione battendo anche Genoa e Sampdoria.

Passò quindi alla Pegliese, che poi diventò il "Gruppo C" (dove più tardi io ricordo, tra gli altri, giocarci Blondet e Locatelli) e diventò Amministratore Delegato di Costa Crociere.

Fu per 10 anni allenatore e Direttore Sportivo nel Varazze, che con lui ottenne il miglior risultato della sua storia arrivando a giocarsi la promozione in serie D in uno spareggio perso contro la Sarzanese.

In tutta la sua vita sportiva non ricevette neppure una ammonizione. Era legatissimo ai principi sportivi, che intorno a lui stavano cominciando ad annacquarsi.

Sempre in contatto con il Genoa, ne fu osservatore, socio e azionista fino ai tempi di Fossati. Partecipò alle trattative per il passaggio del Genoa da Fossati a Baldazzi, assieme anche al figlio dell'ex presidente Berrino.

Era grande amico di molti giocatori, particolarmente di Bergamo e Carapellese, e massi-mamente di Juan Carlos Verdeal, che l'ho sempre sentito chiamare da lui familiarmente "Giancarlo" e per il quale aveva un amore grande e ammirazione per la sua eleganza anche fuori dal campo. Riteneva Verdeal persino più grande di Stabile.

Dai ritrovi nel bar, con un gruppo di amici fu fondatore del Genoa Club Verdeal, che, sorto il 24 giugno 1973, arrivò presto a superare i 300 soci. Gli impose questo nome, rompendo una tradizione. Infatti a quel tempo non si usava intitolare gli ancora pochi Genoa Club a giocatori stranieri, ritenuti in un certo senso meno rappresentativi della genoanità: ma forse egli sapeva già che un giocatore come Verdeal non si sarebbe mai più visto sul nostro campo.

Su invito partito dallo Sporting Club, che annoverava tra i soci Edilio Pesce,  collaborö ad organizzare l'invito a Genova da Rio de Janeiro di Verdeal, che fu ospite del Club che porta il suo nome. A Verdeal fu riservata una passerella prima di un Genoa-Modena il 21 giugno 1976 e tanti genoani rividero per pochi minuti, o ammirarono per la prima volta, la sua ancora elegantissima, leggerissima falcata mentre faceva di corsa il giro intorno al campo.

Fu uno dei fondatori dell'A.S.P.A.G. (Associazione Piccoli Azionisti Genoa).

Già presidente del Genoa Club Verdeal, tutte le domeniche mattina d'inverno andava in automobile a Varazze a fare un bagno. Certo molti abitanti di Varazze ricorderanno un omone che nuotava solitario in mare nei mesi freddi. Partecipava regolarmente ai "cimenti invernali", dove gli altri alla fine dovevano aspettare che uscisse anche lui dall'acqua.

Alla fine degli anni '40, nel primo dopoguerra, aveva disputato due partite del campionato di pallanuoto, in  porticciuolo, nel Camogli campione d'Italia. 

Conservava religiosamente una bandiera del Genoa, di lana come usava allora, che gli era stata regalata all'età di 9 anni. Tutti i giorni quando il Genoa giocava in casa ritualmente la appendeva alla finestra; ma si  arrabbiava se Amerigo, uno dei suoi tre figli, se la portava in trasferta. 

Nel 1994 si trasferì al Sassello. Naturalmente, anche là si tuffò nell'ambiente calcistico locale – non avrebbe potuto essere diversamente. Con la sua collaborazione la Polisportiva Sassello salì dalla III alla I categoria.

Non si curò mai particolarmente della propria salute, preferendo godere delle bellezze della giornata. Ma nelle sue attività era molto formalista e severo. Ricordo che al G.C.Verdeal, di cui naturalmente era il Presidente, le riunioni di consiglio erano impostate ad un assoluto rispetto delle regole statutarie e delle procedure e che, ad esempio, pretendeva che tra di noi tutti ci dessimo soltanto del tu.

Penso che uno dei suoi ultimi dispiaceri sia stata la sconfitta malandrina del Genoa nel torneo di Viareggio. Caro indimenticabile Presidente, come saresti stato felice della vittoria ottenuta quest'anno!

Ma forse l'avrai osservata da lassù.

V. Riccadonna

 


 

 

 

      Franco Roncallo e Juan Carlos Verdeal nella sede del Genoa Club che ne porta il nome, nel 1976       

 

 







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