Ridotto in 9, il Lecce cede nel finale
Data: 04/03/2007 11.48
Argomento: il Grifone in campo


 

Genoa                         1

(43' s.t. De Rosa)

 

Lecce                          0

 

 

Da Zeman a Papadopulo: la più radicale delle mutazioni. Il Lecce, che ha rinunciato anche ai propri colori, e chissà quali motivi ci negano di poter vedere la sua maglia giallo-rossa, ha rinunciato a competere sul piano della costruzione del gioco votandosi ad arcigna difesa della propria porta.

 

Salvo che per qualche minuto nella fase iniziale, è stato dunque il Genoa, come si suol dire, a fare la partita.

 

 



Tuttavia, subito in apertura (6' minuto), il Genoa prende il gol in uno dei suoi modi preferiti: punizione da destra (di Juliano), diagonale, uomo che si libera sulla sinistra (Tulli) e infila, di testa nell'angolo alto più vicino. Viene annullato, e io, fuori  posizione, non posso esprimermi circa la dubbia posizione di fuorigioco. La rottura dell'equilibrio a favore del Lecce non avrebbe portato cambiamenti alla sua tattica già orientata alla difesa.

 

La prima ammonizione della partita avviene al 15', per fallo di Cottafava su Rossi molto dinamico e attivo. Seguono un buon tiro basso di Greco, parato, e un buon colpo di testa di De Rosa su corner rimbalzato sulla mischia.

 

Questo è il momento migliore del Genoa nel primo tempo. Le azioni si svolgono ordinate. L'attacco di frequente è disposto a V rovesciata, con Greco al centro mentre Rossi e Di Vaio ai fianchi si applicano diligentemente ai compiti di raccordo richiesti da Gasperini. Ma gioco ordinato vuol dire anche un po' gioco prevedibile e i sovrabbondanti difensori in maglia bianca riescono sempre a contrapporsi alle conclusioni a rete.

 

Dopo una giusta ammonizione a Greco al 37' per essersi lasciato cadere, arriva, al 42', una ammonizione a De Rosa al suo primo fallo, che a me non è sembrato grave (ma l'arbitro era vicino), ammonizione che ha indispettito parecchio il pubblico in quanto è stata preceduta da una lunga serie di falli intenzionali e tattici sui giocatori del Genoa, verso i quali l'arbitro si era limitato a qualche richiamo. In particolare Milanetto, molto fine e ispirato, tutte le volte che si era liberato, e non erano state poche, era stato fermato irregolarmente anche da dietro. E qui apro una parentesi sull'arbitro.

 

Il sig. Herberg da Messina tecnicamente ha arbitrato piuttosto bene, ma ha adottato un certo paternalismo che ha ritenuto costruttivo per un proseguimento leale e che invece è stato controproducente. Nel secondo tempo ha constatato che la partita rischiava di sfuggirgli di mano e ha dovuto ricorrere a una serie di provvedimenti disciplinari maggiori e più gravi di quanto sarebbe stato necessario se dall'inizio avesse avuto un piglio diverso. Ma sopratutto mi è spiaciuta, come dire, una forma di adeguamento a cattive abitudini in uso frequente da parte delle nostre terne di arbitri, e qui citerò tre esempi.

 

Primo. Calcio di punizione a favore del Genoa a metà campo: un avversario corre proprio sul pallone e si ferma lì davanti a pochi centimetri. L'arbitro si avvicina, gli segna di allontanarsi, aspetta che sia a distanza e quindi fischia la battuta. Ma si tratta di una scorrettezza intenzionale ben specificata nelle regole; il giocatore scorretto ha ottenuto il pieno scopo e vantaggio di ritardare; va ammonito.

 

Secondo. Al 3' del secondo tempo il guardalinee Fittante segnala giustamente il calcio d'angolo contro il Genoa (sarebbe stato l'unico o quasi) per una chiara deviazione su un tiro, ma l'arbitro, che sta dall'altra parte, non l'ha vista e indica il calcio di rinvio. Istantaneamente il guardalinee si conforma e ripiega su una segnalazione che contrasta con quanto aveva visto per certo. E' più importante l'apparenza, per gli arbitri, che la verità!

 

Terzo. Sta per battersi un calcio d'angolo pro Genoa: l'arbitro ferma la battuta e interviene a redarguire (non ad ammonire!, come dovrebbe) il difensore che trattiene visibilmente un attaccante mentre la palla non è ancora in gioco. Poi si batte e il difensore fa la stessa cosa: la maglietta si allunga di nuovo sotto gli occhi dell'arbitro, che non interviene più.

 

Sono comportamenti che si ripetono, sui nostri campi, e che riguardano più l'ambito morale che quello tecnico.

 

Dunque, dicevo che nel secondo tempo l'arbitro ha avuto il suo daffare e al 25' arriva la prima espulsione. Ma in 11 contro 10 il Genoa rischia il patatrac: nella propria metà campo quasi deserta, a De Rosa, isolato, sfugge di controllo un pallone sul quale si avventa Osvaldo e arriva solissimo in area. L'uscita di Rubinho lo induce a piegare a sinistra, lo fa con troppo di slancio (anche per la fatica) e arriva scarso sul pallone, che manda a lato della porta vuota!

 

E' stata una parentesi, da parecchio si gioca ad una porta. Infine, al 38', per un'ennesima trattenuta, su Gasparetto, arriva il calcio di rigore. Molte discussioni, molte proteste, una ulteriore espulsione, concilio tra i giocatori del Genoa, vediamo alla fine sulla palla Leon. Tira alto!

 

L'invisibile regista di questo finale palpitante esibisce ora il colpo maestro: il magnifico gol di De Rosa, andato all'attacco, con palleggio e stoccata di sinistro.

 

La partita si chiude con un altro errore di mira di Leon davanti alla porta vuota.

 

Impressioni conclusive.

 

Siamo in fase di ricerca e di messa a punto del gioco d'attacco.

 

Sono in progresso le forze fisiche di alcuni giocatori. Sembrerebbe anche in progresso la capacità di interdire, ma il Lecce forniva poca contrapposizione.

 

La collocazione dei nuovi, Di Vaio e Leon, risponde all'esigenza di ottenere spazio, ma non era la folta difesa del Lecce facile a concederlo. Dei due, più vivace, veloce e scattante Leon, più disciplinato alla squadra Di Vaio, che ha la corsa facile e deve riprendere confidenza nel tiro. Dovranno digerire l'abitudine, e lo sforzo, di giocare per i collegamenti e nello stesso tempo di puntare in attacco.

 

Positivi Greco e Gasparetto. Pertanto molto attendiamo ora dalla saggezza dell'allenatore, a cui competono le scelte.

 

I sostenitori hanno fatto sentire il loro respiro possente nei frangenti decisivi.

 

La prossima trasferta ci darà migliori notizie.

 

 

Vittorio Riccadonna

 

 

 

 







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