''Cose da Genoa'' di Nemesis
Data: 04/06/2007 01.15
Argomento: l'opinione


 

"Si risveglia dopo 19 anni di coma e si ritrova in democrazia".

E' accaduto in Polonia, e il redivivo ferroviere passerà qualche anno a farsi raccontare il mondo rivoltato come un calzino.

Nel suo piccolo, un Genoano che a causa dell'emozione fosse svenuto alle 16,38 con il Grifone in serie A, avrebbe potuto rinvenire alle 16,49 ritrovandosi un cielo capovolto.

D'altra parte 3 promozioni in 3 anni non sono un scherzo, roba che non mi era riuscita neppure al Liceo, ma in ogni caso sono 3 campionati vissuti al vertice, ogni partita giocata per vincerla, contro avversari zelanti e decisi a batterci per salvare la stagione o il prestigio.

 

 



La sconfitta di Mantova è un distillato di crudeltà, perché nei "101 modi per perdere una partita" non è neppure contemplato il subire un goal a 5 secondi dalla fine del recupero, in superiorità numerica, dopo che hai fallito una dozzina di occasioni, e questo mentre il portiere del Vicenza fa accomodare il Piacenza ai playoff.

In quel momento, nella testa di tutti i Genoani del mondo è passato lo stesso pensiero: "sono Cose da Genoa", perché in questa generica frase è racchiuso il nostro universo.

Cose da Genoa, e ciascuno vi mette dentro quel che non sa spiegare o ciò che non si aspettava.

Cose da Genoa vuol dire che è accaduto un fatto che poteva capitare solo al Genoa, mentre gli altri se la spassano nella normalità della routine.

E' come se il destino avesse un telecomando, e facendo zapping scegliesse per noi il canale più imprevedibile, più drammatico, sfacciatamente beffardo.

Le Cose da Genoa non hanno colore, e spaziano dal malinconico sentore di uno scivolone nel vulcano fino alla sussurrata  convinzione di acchiappare una Stella ma, in mezzo all'irrazionalità di questi estremi, i Genoani si sentono a casa perché abituati a non mollare mai.

Le Cose da Genoa sono anche gli imponderabili eventi che scardinano l'ordine costituito, perché a settembre tutti avrebbero firmato per un posticino nei playoff, e oggi invece ci flagelliamo per il tesoro quasi raggiunto e poi sottratto.

E' un secolo che, a Genova, si sente parlare di Cose da Genoa, un neologismo acuto che spiega l'inspiegabile, ma nella sua sintesi tutti capiscono e annuiscono.

Io, le Cose da Genoa, me le tengo ben strette perché mi identificano e mi appartengono, e ritrovo in loro la metafora di una vita passata a inseguire, scrutando il cielo per comprendere se domani pioverà.

Ma non tutti gradiscono questa definizione, perché troppo spesso ha evocato una sadica negatività: che so, comprare una partita con l'Atalanta e perderla, affidare a Zigoni, Pruzzo e Marcolin i rigori decisivi che potevano salvarci, o magari vincere con l'Inter a S.Siro e vedersi sospendere la partita per nebbia, oppure invecchiare aspettando un bonifico che non è mai partito, o ancora guidare a fari spenti nella notte per vedere se poi è così difficile fallire.

Ma Cose da Genoa sono anche Skhuravy con l'Oviedo, Castellini e Faccenda a Napoli, Chiodi che tira e ritira un rigore ma lo sbaglia e ci manda in A, l'estate dei Tar, gli spareggi a De Ferrari appesi a un altoparlante; "Cose da Genoa" è l'interminabile e spontaneo applauso del Ferraris al proprio portiere che ha appena subito un goal, autentico sigillo all'effimero record di Da Pozzo.

Ci sono anche Cose da Genoa troppo recenti per poter essere comprese appieno.

La  serie A, di cui si è vaneggiato per 12 anni, ci coglie con le ferite ancora fresche, ma con gli anticorpi moltiplicati.

Chi ha avuto un figlio nel 1995, potrà vedere in lui l'esatta misura del tempo, perché il ragazzino di 12 anni ha imparato nel frattempo a camminare, a parlare, a giocare, poi a stare con gli altri, a leggere e scrivere, e a far di conto, e sicuramente a tifare Genoa; e mentre il bimbo si faceva uomo, il Grifone rincorreva se stesso nei campetti di provincia.

Poi fu la luce, ma durò un attimo, perchè era soltanto il lampo che precede l'uragano, e una malizia senza precedenti tentò di resettare il Grifo.

Quelle sentenze non erano più "Cose da Genoa", erano Cose da Pazzi.

Usciti vivi dal tritacarne di Macalli, eccoci alle prese con il torneo di B più difficile della storia, in pratica con una sola promozione diretta in palio che, tra l'altro, non è ancora svanita.

Se mi volto indietro vedo montagne scavalcate e mari attraversati, vedo migliaia di persone con migliaia di idee diverse in testa, e intuisco che le sofferenze condivise uniscono più dei trionfi scroccati alla mensa del Palazzo: per questo il Genoano va fiero delle sue tribolazioni, anche se non lo dice.

Lo sbandamento emotivo che stasera ci coglie impreparati è il giusto concime per la mietitura di domenica prossima.

Io ci credo, e confido nell'unico risultato a disposizione, assai meglio di calcoli e alchimie, di isobare autoreferenti e di finte partite gemellate.

Ora che la cabala non ha funzionato, possiamo finalmente infrangere il silenzio che proteggeva l'inconfessabile: accendiamo i microfoni e a reti unificate urliamo la metamorfosi di un'idea, diventata speranza, e poi trasformata in un diritto: si va, si va, si va in serie A!!!

Alè Genoa.

 

Nemesis

 







Questo Articolo proviene da Genoadomani
http://www.genoadomani.it

L'URL per questa storia è:
http://www.genoadomani.it/modules.php?name=News&file=article&sid=1957