''Vincere in trasferta'' di Nemesis
Data: 17/07/2007 06.32
Argomento: l'opinione


 

Siamo pronti, tra poco si comincia.

Dopo inenarrabili sofferenze patite in 12 anni (o 12 secoli?) di Medio Evo, eccoci in prima fila per l'esordio nel Rinascimento.

Ci gusteremo la dimensione che ci spetta, ma non solo sui campi di calcio: anche il contorno avrà un sapore diverso.

 



Sulla Gazzetta passeremo dalla pagina 18 alla pagina 6 e in Tv lo "speciale serie B" farà a meno di noi.

Finalmente sfuggiremo al ballottaggio con lo Spezia per l'ordine gerarchico nei servizi del TG3 e avremo un posto riservato nelle varie Domeniche Sportive, pur con le inevitabili arrabbiature verso la sudditanza dei conduttori.

Troveremo gli arbitri "migliori", anche se nessuno di loro vorrà rovinarsi la carriera assegnando un rigore dubbio alla neopromossa Genoa, ma ci abitueremo in fretta.

Altra novità sarà la fine delle pigre domeniche fuoriporta e la vigorosa ripresa dello shopping al sabato pomeriggio, con probabili effetti disastrosi per il portafoglio.

Cosa manca ancora?

Ah sì, una cosa da niente: la mutazione genetica della mentalità.

E' innegabile che gli ultimi 3 anni, con 3 campionati vinti, ci hanno abituati a soddisfazioni sopra le righe e a risultati eclatanti, ma proporzionati al contesto.

Abbiamo sempre giocato per vincere e, chiunque incontrava il Genoa, cercava l'impresa moltiplicando le energie per batterci.

Marassi è stato quasi inespugnabile e ogni trasferta era una possibile conquista.

Oggi, pur con la consapevolezza che l'offensivo Gasperini è sempre lo stesso, capisco che gli avversari saranno dei giganti e che, dal terrificante "Golia", ci trasformeremo nel coraggioso "Davide", con in saccoccia le fionde adeguate.

Mi riferisco proprio al nostro rapporto con i risultati delle trasferte, perchè ho lontani ricordi di gioie immense ma fatalmente rare, e temo che in serie A non saranno frequenti.

Vincere fuori casa è un'emozione prorompente, che avvolge lo stato d'animo e modifica l'umore.

0-1... e perfino la grafica inciampa perchè altera la scorrevolezza della sequenza.

0-1... a leggerlo si ha un sussulto, e a pronunciarlo si esegue un ritmo sincopato in levare.

0-1... e anche l'encefalogramma di un pacioccone evolve nell'ottavo grado della scala Mercalli.

Sappiamo tutti quanto sia bello vincere al Ferraris e, in qualche modo, sentirsi partecipi del trionfo: le mura della nostra cittadella diventano bastioni e per nessuno è mai stato agevole violarle.

Eppure, il fascino della vittoria in trasferta è più subdolo perchè ha in sè il sapore del proibito e il senso del mistero.

E' la profanazione di un tempio, o forse è una guglia gotica che improvvisa si protende verso il cielo e anche la storia, nel suo taccuino, annota l'evento che tramanderà ai posteri.

L'orgoglio genoano si appaga e, nei giorni a venire, rimarrà un retrogusto di goduria, ottimo per disegnare nuove frontiere, lontane e ardite.

Il Genoa, tranne qualche annata speciale, non si è mai distinto per meriti corsari e ho misurato le sue vittorie in trasferta nei campionati di A dal dopoguerra a oggi.

 

 1946-47 =  1

1947/48 =  3

1948-49 =  1

1949-50 =  0

1950-51 =  1

1953-54 =  1

1954-55 =  3

1955-56 =  1

1956-57 =  4

1957-58 =  2

1958-59 =  4

1959-60 =  1

1962-63 =  0

1963-64 =  3

1964-65 =  2

1973-74 =  1

1976-77 =  3

1977-78 =  0

1981-82 =  0

1982-83 =  1

1983-84 =  1

1989-90 =  3

1990-91 =  4

1991-92 =  2

1992-93 =  2

1993-94 =  2

1994-95 =  2

Coraggio Grifone, affila gli artigli e vendicati di tante umiliazioni.

Non temere l'altrui blasone, perchè il nostro non ha eguali.

Chi ti guida in campo ha coraggio e conosce il mestiere, e noi siamo pronti al rischio di chi osa.

Coraggio Grifone, concedi alla nostra passione il diritto di sperare sempre, e lasciaci immaginare che domani, dalla nebbia di un campo infame, spunti un guerriero in maglia bianca con banda rossoblu sul petto che, imbroccando un tiro all'incrocio, sovverta il risultato, il pronostico... e la sorte.

Nemesis







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