Il linguista e il mister dimenticato
Data: 29/07/2007 23.28
Argomento: l'opinione


 

Il TG1 delle 13,30 di lunedì 23 luglio ha voluto ricordare l’ottantesimo compleanno dell’Associazione Sportiva Roma, andando ad intervistare l’emerito linguista prof. Tullio De Mauro.

 

 



 

Le dichiarazioni del settantacinquenne studioso erano basate su ricordi di infanzia e di adolescenza, collocabili quindi più o meno a partire dal periodo in cui nel 1942 i giallorossi conquistarono il primo dei loro tre titoli nazionali, ed incentrate su quella sorta di esperanto che veniva parlato negli stadi e che sommava l’inglese, lingua madre del calcio, l’italiano e il dialetto romano. A un certo punto, parlando del responsabile tecnico della squadra, De Mauro ha fatto notare come fosse chiamato allenatore e non come si suole ai nostri giorni mister. Bisogna dire che questa sua uscita ha dimostrato come anche uno studioso di fama internazionale possa cadere in errore, determinato nell’occasione dal ricorso a sfocati ricordi personali ed evitabile attraverso la ricerca dell’evoluzione storica di un determinato lessico, nella fattispecie quello del calcio. Vediamo il perché.

 

Il calcio nacque in Italia rigorosamente dilettantistico e le squadre affidavano al giocatore più carismatico il ruolo di capitano. Tra le competenze di tale funzione c’erano quelle di dare consigli nel corso degli sporadici allenamenti e di rappresentare la squadra in campo durante le gare, prendendo decisioni sul momento (per esempio, in un calcio come quello privo di sostituzioni, rotazioni o spostamenti di giocatori). Nell’estate del 1912 il Genoa, uscito ormai da alcuni anni dall’élite del football nazionale, decise, per rivivere i fasti passati, di assumere a pagamento (giocoforza, sottobanco) un trainer – come tale funzione dovrebbe essere correttamente indicata – inglese: William Garbutt. Questo grande tecnico guidò per undici campionati i rossoblù fino al 1927 (con quattro anni di interruzione bellica dal 1915 al 1919) e poi per altri cinque dal 1937 al 1940 e dal 1946 al 1948, entrando nell’immaginario collettivo dei tifosi genoani e nel lessico calcistico italiano con la semplice apposizione che ne precedeva le generalità: mister (quanti calciatori nostrani hanno pronunciato, senza sapere l’origine di quel termine, frasi quali “Gioco dove vuole il mister”!). È interessante notare come fu proprio la scarsa dimestichezza che si aveva all’epoca con l’inglese a favorire tale accostamento, che è sconosciuto ai britannici, i quali per designare l’allenatore ricorrono a termini quali manager, coach o addirittura boss.

 

Un’ultima curiosità. Chi fu il primo allenatore nel 1927 della Roma? Mister Garbutt, of course.

 

Stefano Massa

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

            







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