''Una gioia meritata'' di Nemesis
Data: 09/10/2007 00.21
Argomento: l'opinione


 

Il miracolo Genoa non è il quinto posto (agevolato da un calendario accettabile), ma l'essere ripartiti dall'ultima posizione della C1.

Per godere davvero, non mi basta le lente d'ingrandimento dell'oggi, ma ho bisogno della foto panoramica degli ultimi 5 anni.

Solo così il Genoa supera l'effimero e incide sulla pietra un graffito leggendario.

 

 



La commozione che mi pervade, mia e di tutti, viene da lontano e si amplifica nelle drammatiche  angherie patite.

Dalla Costa ci abbandonò su un binario morto, in mano una valigia legata con lo spago e negli occhi l'ultimo intercity verso il fallimento.

Contro tutto e contro tutti, a volte anche contro noi stessi, abbiamo ingoiato polpette avvelenate, e chiunque passava dalle nostre parti si sentiva in diritto di infierire, con un buffetto, o una sentenza, una multa qua o tre punti là.

Chiedete oggi a Macalli un parere sul Genoa, e vi dirà che è una grande Società, e che è stato un privilegio averlo in C.

Domandate agli sguatteri della Caf di allora, e vi riproporranno il Te Deum sulla sportività violata, reato immensamente inferiore alla giustizia derisa.

L'essere oggi una squadra rispettata e, perché no, ammirata, compensa la millesima parte delle nostre sofferenze perché la vita di un Genoano qualunque, ha subito torture lente e insanabili.

Comunque vada a finire questo campionato, io non m'inebrio nei punti conquistati, ma nel raggiungimento di una dignità accettata, nella normalità di un'esistenza normale, dove non sei impallinato a ogni notiziario sportivo che annuncia grane o subdoli imprevisti.

Il motore della destabilizzazione si è improvvisamente fermato e annaspa nella supremazia cittadina ribaltata.

Sui giornali si è afflosciato il mantice della polemica e, con qualche fastidio, si cambia il soggetto delle solite critiche preincartate perché, del Genoa, non si può dire che bene.

Neppure una gaffe, una sbavatura, una lite carpita nello spogliatoio: resiste ancora il rebus Figueroa e si pompa sull'esclusione di De Rosa, ma sono le ultime cartucce.

Gasperini si è molto esposto nella condivisione del mercato, ed è giusto elogiarlo per quanto ha saputo valutare i talenti privi di grande nome.

E' il trionfo dell'amalgama, dell'operoso alveare dove ciascuno fa il suo e, dal ritratto di ottuso integralista, viene oggi dipinto come un camaleonte.

In effetti ha saputo adattarsi benissimo alla serie A, incastonando la tattica giusta per ogni situazione e meritando il rispetto degli avversari, in campo e sui giornali.

Io sono stato critico sulla campagna acquisti e continuo a pensare che, con 10 squadre equamente deboli, sarebbe bastato qualche acuto per elevarsi decisamente dal mucchio; oggi però mi sento appagato dalla qualità di un gioco estroso e dal confronto con le nostre rivali per la salvezza.

Il quinto posto è un'illusione ottica, ma ci offre due settimane di serenità e qualche aggettivo compiacente nel monologo mediatico milaninterjuve.

I nostri giocatori stanno raggiungendo l'apice della forma, tutti insieme, e forse si esaltano a vicenda.

Non è un caso se Borriello fa quel che fa e Rubinho emana sicurezza ad ogni chiamata, se Rossi e Konko si scambiano i ruoli come fossero figurine, se ho visto tre Iuric in campo e se Danilo sembra al Genoa da dieci anni.

Ho visto un lancio di Bovo sui piedi di Sculli: saranno stati 60 metri.

E quando Leon prende palla, sembra Renzo Piano con un foglio bianco davanti: qualcosa succede.

Per non dire della fase difensiva, finalmente in grado di resistere alla casualità delle palle inattive, limitando così i ricoveri dei Genoani nelle rianimazioni degli ospedali.

Che sarà di noi?

Nulla di speciale. Semplicemente siamo a casa, la stiamo impreziosendo e mettiamo radici, come gli alberi che la tempesta non ha saputo abbattere.

Avrei voglia di aprire la finestra e urlare qualcosa di genoano, ma ho scelto di scriverlo perchè almeno qualcuno potrà sentirlo.

E inoltre mi adeguo alla dignità di tutti voi, cari sopravvissuti, perché questa gioia che circola è sana e soprattutto consapevole: non sbruffona, non arrogante, ma tremendamente meritata.

Nemesis

 

 








Questo Articolo proviene da Genoadomani
http://www.genoadomani.it

L'URL per questa storia è:
http://www.genoadomani.it/modules.php?name=News&file=article&sid=2022