La misura è colma
Data: 25/11/2007 19.56
Argomento: dalla redazione


 

Ormai lo sapete: il coordinatore di “Genoa domani” interviene raramente, per lasciare che nel sito si liberino apertamente tutte le energie creative.

 

 Ma quando la misura è colma, un intervento s’impone.

 

 



In primo luogo: non possiamo giustificare chi riempie di fischi un minuto di silenzio.

Quello di ieri era dedicato a un caduto per un vile attentato!

Sia chiaro: quei fischi non sottolineavano il rifiuto delle guerre nel mondo e la riaffermazione della ricerca della pace. Erano semplicemente lanciati da persone che se ne infischiano della morte di un uomo, solo perché veste una divisa: da certe frange soldati, poliziotti o comunque persone in divisa sono trattati con questa moneta.

Quando si osserva un minuto di silenzio di solito si sta impiedi, ciascuno si raccoglie (chi è credente prega) e semmai solo alla fine –per assecondarne la motivazione- ci si scioglie in un applauso: ieri –invece- l’applauso si è immediatamente liberato per coprire quei fischi vergognosi.

Dai distinti abbiamo potuto apprezzare che molti anche nella Nord si sono uniti nell’applauso, contrastando la “parola d’ordine” dei fischi.

 

*

 

Ma ancora una volta ci siamo trovati di fronte a un fenomeno che speravamo fosse in via di dissoluzione: una minoranza orienta (o impone) i comportamenti a una maggioranza.

Così è stato anche per il tifo della (e nella) Nord, che è tornato ad essere assoggettato ad un ordine superiore: "Vuolsi così colà dove si puote / ciò che si vuole, e più non dimandare", ripeterebbe il Divino Poeta.

E’ mai possibile che il tifo per il Genoa non possa una volta per tutte dispiegarsi liberamente, come un tempo?

O deve forse essere subordinato alla difesa di chi sceglie strade di violenza?

Le misure adottate possono essere oggetto di discussione, possono anche essere inidonee a risolvere i problemi, ma nello stadio -e soprattutto nel nostro stadio- e in gradinata –e soprattutto nella nostra gradinata- si deve poter fare il tifo per il Grifone senza alcuna limitazione!

 

*

 

E veniamo al calcio giocato. Facciamo nostra l’amarezza di Gasperini.

E’ in discussione il calcio, la piega che sta prendendo dopo “calciopoli”. Qual è stato l’”effetto Collina”? Un designatore evocato come il salvatore di una classe arbitrale corrotta o incapace e diventato il “regista” dei risultati a vantaggio delle grandi!

Ormai i campionati di serie A sono due: quello dei supercolossi (Inter, Roma, Juventus e Milan), con tentativi di inserimento di qualche “rompiscatole” (tipo, Udinese, Fiorentina e Palermo) e con qualche altro commensale che manca ancora all’appello (vedi, Lazio); e quello delle altre società, cui i vari Matarrese, Abete e Collina sembrano dire: “Arrangiatevi! Noi dobbiamo pensare a mettere in luce il miglior calcio d’Italia”.

E così, allo stato attuale, l’obiettivo del Genoa dev’essere: classificarsi nono o decimo. Perché ciò significherebbe vincere lo scudetto di un calcio vero, giocato ad armi pari. E non fatto di terne arbitrali a senso unico, di partite a “effetto sky”, di megarose di giocatori (meglio se stranieri), di espedienti di bilancio sempre nuovi per incrementare la potenza societaria, di cori massmediatici fatti di ruffiani.

 

Scusate la franchezza! Genoanamente.

 

mario epifani 

 







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