Quando il Genoa giocava all'attacco
Data: 10/03/2008 22.57
Argomento: dalla redazione


 

Prendo lo spunto dall'odierno Quitz del Quetz, per una riflessione senza pretese.


 



La cronaca della partita Ambrosiana Inter - Genova 1893, finita 3 a 3, dovrebbe essere fatta studiare a memoria ai genoani di oggi.
Permetterebbe loro di toccare con mano quali siano le radici del tifo rossoblù, oggi apparentemente mutato.
Il Genoa dei tempi d'oro giocava sempre all'attacco, come si evince facilmente dalla lettura della cronaca dell'incontro di Milano del 1930.
L'arbitro fischia l'inizio della partita e i giocatori in maglia rossoblù partono subito all'attacco!! E vanno in vantaggio per primi sempre loro: 1 a 0, poi 2 a 0, poi 3 a 1. E infine sul 3 a 3 continuano a giocare all'attacco fino a che arriva il rigore del nuovo possibile vantaggio.

Questo era lo spirito che animava i giocatori del Genoa di un tempo.
Spirito vincente che era stato trasmesso dai giocatori ai tifosi -e non viceversa- come si deduce da un passaggio dell'intervento del Presidente Ardissone in occasione dei festeggiamenti del quarantennio,
nel 1933.
E ancora negli anni '50, quando io ero adolescente, il Genoa conservava l'istinto per il gioco d'attacco.
Erano i tifosi, cresciuti per intere generazioni in questo spirito, a pretenderlo.
Volevano un Genoa arrembante dall'inizio alla fine, che giocasse a darle e a prenderle, senza esclusione di colpi.
E' per questo motivo che io conservo del Genoa degli anni '50 un ricordo meraviglioso, nonostante la squadra fosse ormai modesta e nemmeno lontana parente di quella che lottava nei primi posti della classifica.
Ma lo spirito che l'animava era ancora quello antico, che spingeva i giocatori in maglia rossoblù a giocare all'attacco, sempre.

Oggi le cose sono cambiate.
Siamo diventati tutti dei tattici un po' supponenti, guardiamo le partite per dare la caccia agli errori e abbiamo perso lo spirito vincente del Vecchio Genoa capace di buttare il cuore oltre l'ostacolo.
La partita del 3 a 3 dell'Arena di Milano era ricordata dai genoani di una volta, come una partita mitica, e i giocatori che erano stati capaci di far tremare l'Inter in casa sua, attaccandola dall'inizio alla fine, erano entrati nella leggenda al punto da essere ricordati -parole di De Pra- come l'ultimo grande Genoa dei tempi d'oro.
I genoani di oggi -ahimé- passerebbero il tempo ad accusare questo e quello per essersi fatti rimontare tre gol.
Per non parlare di cosa direbbero di Levratto per non aver voluto tirare il rigore e di Banchero per averlo sbagliato.
Quanto all'allenatore, ne chiederebbero l'esonero per non aver saputo gestire la partita sul 3 a 1 per noi.
Facile immaginare i discorsi: non doveva continuare ad attaccare, doveva chiudersi in difesa, mettere un difensore al posto di un attaccante. E i giocatori dovevano buttare i palloni in tribuna...

Discorsi da squadre provinciali, che si spiegano probabilmente con 60 anni di mediocrità, che oltre ad aver fatto sparire il Genoa dalle prime pagine dei giornali, hanno anche modificato lo spirito dei tifosi.
Una volta il Genoa giocava solo all'attacco. Oggi un Genoa d'attacco ci fa paura.
Del grande Genoa, si direbbe, non c'è rimasto nemmeno più lo spirito.
Sic transeat gloria mundi?

Franco Venturelli

 


 







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