Sogno di una Notte di Mezza Estate
Data: 06/07/2008 20.16
Argomento: dalla redazione


 

Stanotte non mi va di commentare una campagna acquisti ancora in atto, né di fare discorsi strettamente tecnici, più consoni semmai agli addetti ai lavori.

Io sono un tifoso, e come tifoso amo sognare. Specie di questi tempi.

In cosa consiste il sogno?

Presto a dirsi.

 

 

 



Partiamo dalla notizia di Milito che dichiara di voler tornare al Genoa e dal fatto che Forestieri il prossimo anno potrebbe trovarsi nel Genoa, e il gioco è fatto: tra un anno il Genoa potrebbe presentare un trio di "angeli dalla faccia sporca": Milito - Figueroa - Forestieri, che potrebbe non aver nulla da invidiare al leggendario trio Maschio  - Angelillo - Sivori, che per primo ispirò l'appellativo di cui sopra, a metà degli anni '50.

 

Due le obiezioni: i soldi che ci vorrebbero per Milito, e le difficoltà col modulo per farli giocare tutti e tre insieme.

Il problema "danaro" è tutto di Preziosi e io non ci metto becco, ma sul discorso tecnico ne ho da dire, eccome!

 

Gasperini conosce il calcio e sicuramente conosce come giocava il leggendario River Plate degli anni '40, una delle più grandi squadre della storia del Football di tutti i tempi.

Palla rigorosamente a terra, difensori costruttori di gioco, un centromediano metodista di gran classe regista del gioco difensivo -Yacono- un centrocampista a tutto campo e goleador -il leggendario Labruna- un trio di attaccanti mitici: Munhoz, Pedernea e Loustau.

Più un particolare fondamentale: che i giocatori di quel River Plate sapevano giocare in molti ruoli diversi, in modo che la squadra era  sempre ben equilibrata in campo, perché chi si trovava in difesa sapeva difendere, e chi si trovava in attacco sapeva attaccare.

 

Perché ho affernato che immagino che Gasperini conosca come giocava  il River Plate di Pedernera e Labruna?

Per il semplice fatto che anche Gasperini vuole difensori costruttori di gioco, vuole la palla a terra, e vuole giocatori che sappiano giocare in ruoli diversi.

Le sue idee di base sono esattamente le stesse che erano alla base del gioco del River, squadra diventata leggendaria per aver  praticato per anni uno dei giochi di attacco più spettacolari mai visti.

 

E' appena il caso di ricordare che il termine "maquinha" -dal quale derivò l'italiano "macchina da gol"- era stato creato proprio per magnificare lo spettacoloso e irresistibile gioco d'attacco di quella squadra entrata nella leggenda.

 

"Altri tempi" è il commento scontato di chi, in effetti, non sa cosa dire.

Altri tempi un accidente!

Si può benissimo giocare con tre attaccanti a patto di avere dietro grandi centrocampisti e soprattutto difensori capaci di mantenere le distanze in campo e di costruire gioco, in modo che il pallone arrivi ai centrocampisti quando non sono ancora soggetti a marcatura, e possano così giocarlo con profitto per innescare il gioco d'attacco con creatività.

 

I difensori, per una squadra impostata sul gioco d'attacco, sono fondamentali.

Anche il Brasile di Pelè, che ha vinto tra il '58 e il '70 tre Mondiali su quattro, aveva potuto sviluppare il suo gioco spettacolare e ricco di gol, grazie a leggende del Football come i difensori laterali Djalma Santos e Nilton Santos, dei quali si raccontava  che giocassero intere partite senza mai buttare un pallone fuori campo!

Il River aveva Nestor Rossi, altra leggenda del Football di tutti i tempi, e Yacono padrone assoluto della sua metà campo.

 

Con centrocampo e difensori di questo tipo- tutti capaci cioè di costruire gioco- gli attaccanti vengono a trovarsi di conseguenza nella condizione di essere sempre innescati dalle retrovie per lanciarsi verso l'area avversaria.

E se gli attaccanti sono del livello di Milito, Figueroa e Forestieri, gente capace di puntare sempre il difensore e  di saltarlo in dribbilng, ecco che il gioco è bello che fatto.

E si tratterebbe di un gran bel gioco, per noi.

 

Io non ho visto il leggendario River, ma da adolescente al bar del mio quartiere ne ho sentito parlare dagli adulti che lo avevano visto giocare a Torino nel 1949 (incontro in memoria della scomparsa del grande Torino).

E ho sentito dire le cose che ho riportato.

Da parte mia, poi, ho visto giocare la grande Ungheria di Puskas e il Brasile di Pelè.

 

Si può giocare così, come si gioca in paradiso?

Si,  può.

A patto di avere i giocatori adatti, soprattutto in difesa.

Perché per fare un gioco d'attacco, ci vogliono grandi difensori, questo è il punto!

E poi la giusta mentalità.

Una mentalità portata al gioco d'attacco e a fare sempre più gol di quanti se ne prendono.

 

Quell'Ungheria e quel Brasile prendevano molti gol, ma ne facevano sempre di più di quelli che prendevano.

"Non preoccuparti se prendi dei gol", diceva Puskas guasconamente a Grocis, il portiere, prima delle partite importanti, "io ne faccio almeno uno di più di quelli che prendi!"

E con questa mentalità entravano in campo tranquilli e fiduciosi nei loro mezzi.

 

Ma i gol subiti non erano colpa della difesa, così come non erano merito dell'attacco i molti gol fatti,

Era la squadra a contare, non i singoli reparti o i singoli giocatori.

Meglio ancora: il modo come la squadra stava in campo, con un perfetto equilibrio tra i reparti.

 

Quelle due grandi squadre segnavano più gol di quelli che subivano perché erano impostate per vincere dando spettacolo.

Credevano in questo modo di giocare e avevano la mentalità adatta per svilupparlo.

E ci riuscivano.

 

Ci sono squadre che hanno vinto dei Mondiali e nessuno le ricorda più, perché il gioco da loro messo in mostra era insignificante, subito dimenticato come si dimentica un film opaco il giorno dopo averlo visto.

Ma l'Ungheria di Puskas e il Brasile di Pelè  -al pari del River di Pedernera- saranno ricordate per sempre come "squadre-spettacolo" da chiunque ami il gioco del Footaball.

 

Se Preziosi avrà abbastanza risorse da investire in grandi difensori e grandi centrocampisti, Gasperini  tra un anno potrebbe davvero mettere in campo tre attaccanti come Milito, Figueroa e Forestieri. 

Il nostro allenatore ha le idee giuste e saprebbe come fare.

L'unico problema potrebbe essere costituito  dalla mentalità di un ambiente che da troppi decenni vede un calcio di bassa lega, dove difendersi per non prendere gol è l'unica risorsa da disperati in cerca di salvezza.

 

Potrebbe non essere facile, in queste condizioni, passare dalla mentalità difensiva di chi ha paura di perdere, a quella offensiva di chi vuole invece attaccare per vincere.

Una specie di rivoluzione copernicana.

 

Ma io stasera non ho voglia di pormi problemi.

Mi va di sognare!

E sogno un Genoa alla "River Plate" anni '40, con il "trio degli angeli dalla faccia sporca" Milito - Figueroa - Forestieri a dare spettacolo.

E con una speranza: che anche Preziosi abbia lo stesso sogno.

E il resto mancia!

 

Franco Venturelli

 







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