Un Figueroa primadonna?
Data: 18/09/2008 13.26
Argomento: dalla redazione


 

Il giudizio di Gasperini mi ha colpito e non lo comprendo del tutto.

 

Figueroa si sarebbe comportato come una primadonna ma senza dimostrarlo sul campo.

 

Non ho voluto scrivere d’impulso.

 

Propongo due opposte interpretazioni: può essere stato un giudizio “onesto”, cioè lo specchio esatto del suo pensiero, oppure una frase di commodo, diretta al bene del Genoa.

 

 

 



Vediamo questa seconda ipotesi.

 

Ogni allenatore ha diritto di applicare una sua visione di gioco.

 

Che Gasperini non “veda” Figueroa è evidente. Ne aveva dato diversi messaggi in passato:  me lo son trovato in rosa... se viene un centravanti forte Figueroa va via... (arrogandosene la decisione), ecc. Ultimamente: Sculli-Milito-Gasbarroni, se Milito esce entra Olivera, all’attacco la situazione è chiara...( = convinciti, Lucio!).

 

La presenza di Figueroa sul campo di allenamento, che non si può proibire, può diventare un focolaio. Ci sono adesso altri giocatori che parlano la sua medesima lingua, in senso letterale oltre che calcistico; possono scorrere confidenze, esternarsi motivi di disagio. O, peggio, può nascere un’intesa tecnica spontanea (tipo Skuhravy-Aguilera, come suggerisce un nostro scrittore). Meglio allontanarlo, per il bene dello “spogliatoio” e quindi del Genoa.

 

Figueroa insiste a rimanere, pretende di poter dimostrare sul campo, qui a Genova, il proprio valore.

 

L’additamento pubblico di un difetto morale aiuta a demolire le sue renitenze al rimpatrio.

 

Le esternazioni di Gasperini, non belle verso un proprio giocatore, sono dunque funzionali  ad una ragion di stato.

 

Ma il “caso Figueroa” è difficile da comporre: si trova sempre qualche pezzo che non collima con gli altri. Questo comportamento stride con la consueta franchezza e il sorriso aperto di Gasperini.

 

Preferisco ammettere la completa sincerità del nostro allenatore, la quale mi sembra maggiormente nelle sue corde.

 

Vediamo allora cosa si può pensare.

 

Veramente Gasperini ritiene che Figueroa abbia mancato sia nella serietà dell’impegno che nell’efficienza in campo.

 

La sensazione di tantissimi sostenitori genoani è errata. Figueroa non è il ragazzo sfortunato ma buono e generoso, riconoscente verso la società e il pubblico, che si è sottoposto a lunghi sacrifici per ricuperare l’atleticità, ansioso di ricambiare il bene che ha ricevuto, eccetera eccetera, ma è piuttosto un orgoglioso, un superbo e la sua apparenza di buon ragazzo è ingannatrice. Vox populi, in questo caso, erra.

 

Sono perplesso.

 

Allora tutte le diatribe anche aspre fatte fin qui tra noi non avevano senso. Tutti i dibattiti, su argomenti vuoti. Tramonta il problema del ricupero della condizione fisica.  

 

Ma più che perplesso sono sul giudizio di inefficienza nel senso tecnico, perché io non posso dimenticare la partita di Palermo dell’anno scorso. Ognuno di noi ammetterà che in quella partita (l’unica giocata per intero da molti mesi in qua) Figueroa ci condusse ad una importante, difficile vittoria. Sia pure che lo straordinario suo gol sia stato casuale. Sia pure che il merito dell’altro gol sia appartenuto a Milanetto, che ebbe la forza di arrivare su quel pallone servitogli a portiere superato. Ma fu nel corso dell’intera gara, non solo negli episodi determinanti, che Figueroa, senza declino atletico, guidò l’attacco, con e senza palla, che è la cosa che, come giustamente fa notare qualcuno dei nostri scrittori, caratterizza il grande giocatore.

 

Cerchi, il lettore, di ricordare quella partita, oppure, meglio se la riguardi se ne conserva la registrazione. Credo che l’impressione di un grande giocatore ritrovato sia stata tra di noi generale. 

 

Ebbene: da allora Figueroa fu escluso. Non ebbe mai più occasione di entrare in campo insieme coi compagni.

 

Sta in questa enormità l’altro tassello che non rientra nell’incastro.

 

Io, nella mia ignoranza, mi sento discorde.

 

Quale spiegazione mi dò?

 

Mantengo la tesi detta tante volte. Nell’immutabile visione tattica di Gasperini del centravanti-ariete o centravanti-unica-boa, e tutti gli altri dediti anche alla copertura, Figueroa non riesce ad accomodarsi.  

 

Ma l’argomento del gioco di squadra merita tutt’un altro approfondimento. Va rispettata la visione tattica, che ha una sua validità, dell’allenatore, il quale si dimostra capace, ma non va accettato che sia l’unica possibile, o l’ottima a priori.

 

 

 

Vittorio Riccadonna

 

 

 

 







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