Dall'aggiramento alla posizione centrale
Data: 25/10/2008 12.40
Argomento: dalla redazione


 

Napoleone Bonaparte non rinnovò in modo rimarchevole la teoria bellica, ma fulgidamente applicò, con pronta valutazione e su scala estesa, concezioni già note, tra loro combinate. Nell’arte della manovra, due ebbero preminenza: l’aggiramento (manoeuvre sur les derrières) e la strategia della posizione centrale.

 

La prima richiede un lungo percorso sul fianco del nemico (Lodi).

La seconda sfrutta gli spostamenti per minori distanze (Rivoli).

Sotto un certo senso, una l’opposto dell’altra.

 

 



Dato che in questo sito si vuole dare libero campo alla fantasia, oso paragone sconsiderato e molto irriverente e mi provo a confrontare il gioco del Genoa di quest’anno con quello dei due anni precedenti, esaminandoli sotto tale aspetto, confidando che il lettore mi perdonerà per l’accostamento enormemente semplicistico alla tattica militare napoleonica, incommisurabile con quello che avviene in un campo 110 x 68.

 

Nell’anno di Cosmi, già durante il girone di andata io avevo visto con perplessità il  superlavoro richiesto a un paio di uomini (Lazetic) lungo le linee laterali: una ineguale distribuzione delle fatiche, che faceva prevedere una flessione di rendimento.

 

Un’analogia si poteva cogliere nell’anno di serie B di Gasperini, con una certa  stanchezza nel finale.

 

L’anno scorso, poi, con gli attaccanti laterali ben più impegnati a correre avanti e indietro lungo la linea (Di Vaio), il cedimento finale è stato evidente.

 

Obietterete che le cause delle ultime 4 sconfitte furono differenti, citando la  rilassatezza per raggiunto obiettivo. Tuttavia la diversità delle cause forse è soltanto apparente, se consideriamo il concetto di rendimento. Si intende che il rendimento di un motore si abbassa se per compiere il medesimo lavoro esso consuma più energia.  Non si diceva che il Genoa per poter “tenere la partita” doveva mantenere sempre molto alto l’impegno?  Ecco dunque che il cedimento per rilassatezza morale oppure per stanchezza fisica sotto un certo profilo hanno la medesima radice.

 

Quindi oso immaginare un raffronto quanto mai azzardato e disinvolto: la tattica dell’attaccante laterale molto aperto e molto ritornante si può assomigliare, assai in  piccolo, alla “manovra alle spalle” del tempo di Napoleone.

 

Con l’arrivo di Milito, e con la opportunità che egli abbia un compagno vicino, a cui sa dare e da cui può ricevere assistenza, Gasperini ha rinunciato ad uno schema prediletto: un giuoco molto ampio con incursioni laterali profonde (Fabiano).

 

Gli attaccanti laterali del Genoa d’oggi sono meno laterali di quanto si vedesse nei due anni scorsi.

 

Per conseguenza, la porzione di campo giuocata  è più ristretta e i due attaccanti (Palladino)  corrono di meno.

 

Dunque, per l’assunto suddetto, il rendimento è aumentato.

 

Questa è l’altro ramo del paragone: la strategia della posizione centrale.

 

Mi sembra questo un aspetto finora poco commentato.

 

Proviamoci dunque adesso su questo sito.

 

 

Vittorio Riccadonna

 

 

 







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