In margine al dizionario dei rossoblù dell’intera storia, presentato ieri sera dall’autore, il nostro amico Davide Rota, biellese e genoano perso, mi ritrovo nella penna un commento.
Mi è capitato di rileggere recentemente un vecchio raccontino, di quelli minimi, di poche righe.
Un peccatore dopo la morte, al cospetto di Dio, viene giudicato meritevole dell’Inferno; ma Dio gli commuta la pena in un periodo di Purgatorio pari all’eternità meno un giorno.
(L’attesa, con la speranza quasi vana, gli sarà tanto insopportabile, che preferirà la disperazione; sarà accontentato e trasferito all’inferno).
Ci piace pensare al Genoa come a qualcosa di perenne, che purtroppo, ahimé!, nel nostro mondo terreno non è concepibile. Mi accontento di augurare alla nostra squadra un futuro che duri l’eternità meno un giorno.
Con ciò, da questo punto di vista, lo sforzo del nostro amico Rota diventa risibile, malgrado ci abbia lavorato tanto, e a quel libro dalla bella copertina chiara che valore resta? In un futuro tanto lungo, quei nomi e quei ricordi sono destinati a dissolversi.
Vi sconsiglio di acquistare quell’inutile libro.
Dio, nella sua misericordia, ci ha concesso vite brevi come un battito di ciglia. Solvunt secula in favilla, ma siccome la nostra vita non dura più del secolo che abitiamo, il nostro tempo è tutto per noi. Abbranchiamocelo ben forte.
Sì, a ripensarci bene, quel libro si può acquistare.
Vittorio Riccadonna