La Legge del Gioco, ovvero: Gasperini Docet
Data: 11/01/2009 17.10
Argomento: dalla redazione


 

"Cambiando l'ordine degli addendi"... con quel che segue.

Preziosi ha usato queste parole per cercare di far capire che il Genoa è prima di tutto una squadra con un proprio gioco specifico e che la brillante posizione in classifica nella quale si trova dipende prima di tutto da questo gioco.

 

 



Milito insostituibile?
Tesi di fantasia, che non aveva nessun fondamento sperimentale, e che tuttavia è circolata per mesi.

Tesi anche un po' "velenosetta" nei confronti degli altri giocatori e della loro capacità di "essere squadra".

Poi sono venuti i fatti a fare chiarezza.

A Verona col Chievo e ieri sera col Torino, due partite senza Milito uguale a quattro reti (a zero) e sei punti in classifica.

Non è Milito dunque il valore aggiunto del Genoa, ma il gioco che la squadra sa mettere in campo e col quale riesce a risolvere le partite a proprio favore.

*
Insostituibile non è Milito ma Gasperini, che questo gioco ha saputo inculcare ai suoi giocatori.
Milito poi, grazie alla classe di cui è dotato, contribuisce a far crescere il livello tecnico della squadra e a renderla competitiva a più alti livelli.
Ma la qualità del gioco non dipende da Milito, è un attributo specifico della squadra. Ed è dovuto alla capacità di tutti i giocatori di saper assimilare gli schemi e la mentalità predicati da Gasperini.

*

Jankovic ha avuto spunti da grandissimo giocatore. Ma non è questa la cosa che ho apprezzato di più. Che fosse un giocatore molto dotato tecnicamente, infatti, era cosa nota.

Ma non basta essere dotati tecnicamente per essere grandi giocatori: bisogna anche riuscire a legare con il resto della squadra.


Ieri sera contro il Torino, Jankovic non mi è più sembrato, come mi era apparso in precedenza, un corpo estraneo alla squadra, bello a vedersi, ma scollato rispetto al collettivo. L'ho visto invece finalmente muoversi in sintonia con esso.
Segno che il lavoro fatto in questi mesi da Gasperini comincia a dare i suoi frutti.

*
Lavoro sul gioco di squadra, e lavoro sui singoli giocatori per inserirli nel gioco della squadra: ecco i due campi (ma non i soli) nei quali Gasperini opera con eccellenti risultati.

Era accaduto anche con Vanden Borre, inizialmente corpo estraneo al collettivo rossoblù e oggi già in stato avanzato di inserimento, con evidenti miglioramenti sul piano personale, al punto da far dire a Vandereychen, che lo utilizza in Nazionale, che il giocatore gli è ritornato molto migliorato dopo la "cura" Gasperini.

*
In questo Gasperini mostra di conoscere bene la lezione del calcio olandese dell'Olanda di Cruiff & Co., che praticava il cosiddetto "calcio totale", utilizzando giocatori detti "universali" perché sapevano giocare indifferentemente in zone diverse del campo, ricoprendo così ruoli diversi.

 

Ma io vado ancora più indietro nel tempo fino al leggendario River Plate di Pedernera e La bruna degli anni '40 -venuto nel 1949 a giocare un incontro amichevole in Italia per onorare la memoria del Grande Torino- che giocava già un "calcio totale" dove i singoli giocatori, come sosteneva l'allenatore Peucelle, sapevano ciascuno giocare il pallone in qualsiasi zona del campo si trovassero, superando così il concetto di "ruolo".

*

Ieri sera il Genoa, benché privo di un centravanti del valore di Milito, ha sciorinato lo stesso un gran gioco d'attacco, incisivo e spettacolare, andando a segno per ben tre volte e mancando di poco altri gol.
E dimostrando anche agli scettici che il "ruolo" è più che altro un'idea astratta, in confronto alla concretezza del gioco, che è lo strumento davvero indispensabile per arrivare al gol.

"La legge del gioco", verrebbe da dire, indispensabile per poter andare in gol con continuità nel tempo.

*
Sculli è un esempio incontestabile di giocatore "universale".

Un giocatore che tutti gli allenatori vorrebbero, perché capace di assicurare un alto rendimento in qualsiasi ruolo venga schierato.

 

Contro il Torino, nel momento in cui Olivera, entrato in campo già in condizioni precarie, ha dovuto abbandonare, Gasperini non ha fatto altro che spostare Sculli nella posizione di centravanti e sostituirlo con Vanden Borre, altro giocatore che nel Genoa ha imparato a giocare in zone diverse del campo..

E Sculli, come i giocatori del River Plate che sapevano giocare in tutte le posizioni, spostato nella zona di centravanti ha dato il suo contributo fattivo come sempre. Al punto che è stato considerato il migliore in campo dagli osservatori Sky.

 

Al riguardo di Sculli, va anche detto, per inciso, che la "classe" di un giocatore non consiste solo nel tocco di palla e nelle giocate spettacolari, ma che è "classe" anche l'intelligenza tattica, il senso della posizione e il saper giocare in ruoli diversi.
In questo senso Sculli ha tutto il diritto di essere considerato un giocatore di classe. E di essere preso in considerazione per una convocazione  in nazionale.

*

Thiago Motta ieri sera mi ha commosso.

Non per l'impegno, ma per il sublime modo con cui sta in campo.

Fa cose inarrivabili con una tale semplicità da farle sembrare "normali", persino facili. Ma quando le stesse cose prova a farle un altro, ci si rende subito conto che sono difficilissime.

E' un genio del football come pochi ne ho visto in maglia rossoblù.

Mi fa pensare a J. C. Abbadie, un altro che rendeva "facili" cose che per gli altri erano impossibili a farsi.

Abbadie mi ha fatto capire come il gioco del calcio non sia solo corsa ma possa anche essere pura intelligenza.

Thiago Motta è di questa stessa razza superiore, che nel calcio esiste, senza offesa per nessuno.

 

Quando l'avversario gioca la palla, lui sa ancora "prima" dove andrà ed è già lì, fermo, ad aspettarla. E lei docile come un cagnolino che corre dal padrone, gli arriva tra i piedi.

A volte sembra che non sia lui ad andare verso la palla, ma la palla che cerchi lui. E lui la tratta con delicatezza, non la prende mai a calci, ma l'accarezza con dolcezza e la depone, a 5 metri o a 50 metri con la stessa facilità, sui piedi del compagno meglio piazzato per poterla poi giocare.

Da come tratta la palla si vede lontano un miglio che la ama. Ed è questo amore, questa dedizione appassionata,  che mi commuovono.

 

Thiago Motta è, per me, la pietra angolare di questo nuovo Genoa.

Da quando è entrato non abbiamo più perso una partita, se si esclude quella con la Juventus, complice un arbitraggio che nel primo tempo ci ha danneggiato notevolmente.

Non è un caso, credo.

Il suo inserimento ha avuto lo stesso effetto che aveva avuto l'inserimento novembrino di Branco, un altro fuoriclasse: quattro mondiali, di cui uno vinto- nel Genoa di Bagnoli.

Con l'arrivo di Branco il Genoa iniziò una rimonta che lo portò al quarto posto.
E Thiago Motta dove ci porterà?

Credo che Gasperini, suo grandissimo estimatore, lo sappia. Ma non lo dirà mai.

 

Franco Venturelli

 

 

 

 

 







Questo Articolo proviene da Genoadomani
http://www.genoadomani.it

L'URL per questa storia è:
http://www.genoadomani.it/modules.php?name=News&file=article&sid=2330