Lions Brescia 165/9 perde da Genoa 1893 167/8
Questo il risultato, come ufficialmente viene incasellato in archivio.
Chissà a quanti, fra i lettori, riesce a rappresentare l’avvenimento.
I due punti di differenza non sono importanti. Il significato è preciso. Vuol dire quanto segue.
Nel primo “tempo” il Brescia marca 165 punti a suo favore. (A me sembravano un bel bottino, non facile da eguagliare. Ma il segretario della Federazione, giunto a Cogoleto a vedere la nostra partita, ha poi detto che quella squadra non era mai scesa sotto i 180).
Nel secondo tempo tocca al Genoa, colla mazza impugnata, marcare i punti a suo vantaggio.
Appena il punteggio viene superato, la partita finisce.
Ecco perché, se la prima nominata, che è la prima a battere, “perde”, la differenza di punteggio è piccola.
Il Genoa ha raggiunto i 167, con un fuoricampo da 6 punti, nel corso della penultima serie di lanci.
Il numero dopo la barra ha importanza tattica: se arriva a 10 il “tempo” finisce. Ma qui è meglio non addentrarci.
E ora lasciamo il terreno arido dei numeri e diciamocelo della nuova e promettente realtà di un bel gioco e di una partita equilibrata, in una magnifica giornata di primavera e in un campo, il nostro nuovo campo di Cogoleto, di autentico terreno naturale in parte erboso, in un sito alberato quasi montano, piacevolissimo.
I nostri avversari avevano un nome nuovo ma abbiamo scoperto che 7 undicesimi di loro avevano vinto la Coppa Italia l’anno scorso. Erano una squadra fortissima.
Signori, se ne vanno a casa al primo turno! Ma proprio con la coda fra le gambe, penosi – erano di un avvilimento unico. Avevano creduto di trovare un Genoa di media forza, come l’anno scorso. Erano tranquilli di farci fuori.
Ragazzi, siamo diventando importanti.
E poi, ammettetelo, è stato anche un bell’antipasto.
Vittorio Riccadonna
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