La conquista della Coppa Italia Primavera
Data: 09/05/2009 09.27
Argomento: il Grifone in campo


 

 

Genoa – Roma 2-0.

 

 

E’ con una dolce sensazione che i molti genoani presenti hanno assistito alla conclusione del cammino che, al Ferraris, ci ha consegnato la grande Coppa in premio a un anno e più di buon lavoro.

 

  

 



Una gioia di carattere diverso da quella che ci proviene nel mondo d’oggi dalle vittorie nel campionato maggiore, battaglie vigorosamente, duramente combattute, spesso sofferte. C’era un non so che di famigliare, una soddisfazione tranquilla di vecchi amici che si ritrovano.

 

 “Quel mediano mi ricorda ....”.

 

“Ma che bravo il numero ....!”

 

“Secondo me non sa ancora fare ...”.

 

“Questo qua è il migliore di tutti ...”

 

Le gare dei giovani sanno di tempo: sanno di futuro e di passato. Rimandano ciascuno ai propri ricordi, a rimpianti, a memorie carezzevoli, anche, ahimé, quanto lontane (o forse era ieri?); rappresentano e prefigurano l’avvenire, forse non più nostro, forse non più mio, che certamente sostanzierà il nostro Genoa venturo.

    

Anche ci rimandano agli antichi ricordi le belle e rimpiante maglie d’una volta, numerate dall’1 all’11 e senza il nome sulla schiena. (La maglia con nome è del giocatore, è dei commercianti; la maglia senza nome è della storia, è del Genoa).

 

Tuttavia la partita è stata anch’essa combattuta e sofferta. L'ho vista in tre fasi.

 

Nella prima i rossoblù hanno avuto superiorità chiara, hanno aggredito, costruito molte manovre, molte ne hanno sciupate; di sicuro ha giocato l’emozione. La nostra vittoria sembrava vicina.

 

A metà del primo tempo la Roma ha frenato il nostro slancio ed ha preso la supremazia della manovra. Per metà gara i nostri avversari, cui bastava lo 0-0, hanno prevalso nel gioco. La nostra vittoria sembrava lontana.

 

A metà della ripresa il Genoa ha ritrovato gli attacchi ficcanti, sopratutto sull’ala sinistra, e la Roma è stata costretta in difesa, che ha ceduto. In mischia e con un poco di fortuna sono arrivate le due segnature. La vittoria era nostra.

 

Queste segnature sono state celebrate da giocatori in campo da una specie di danza negra a tre, piacevole a vedersi e nello stesso tempo spiacevole. Lasciamo ad altre categorie e ad altre squadre queste manifestazioni! Per fortuna non l’avevamo mai viste da giocatori in maglia rossoblù. Voi giovani, particolarmente, siate spontanei nell’esultanza. Ricordate: We are Genoa.

 

Noblesse oblige.

 

Un godimento, per gli occhi e per il cuore, le scene finali della premiazione e dell’esultanza, con tutti i nostri dirigenti in campo. Un inno all'amore!

 

Sia festa per noi e onore al grande merito.

 

 

Vittorio Riccadonna

 

 

 

 







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