''E’ lecito continuare ad essere romantici?'' di mario epifani
Data: 21/05/2009 19.23
Argomento: l'opinione


 

Questa è una riflessione a margine dell’intervista di ieri sera al presidente Preziosi.

E’ ovviamente personale e non impegna la redazione di “Genoa domani”, ma solo chi l’ha scritta: ecco perché ho preferito inserirla ne “l’opinione” piuttosto che “dalla redazione”.

Spero sia ancora possibile riflettere, esprimere consenso e dissenso. O anche nello sport –come nella politica italiana di oggi- siamo al “pensiero unico dominante”?

 

 

 

 



Una premessa: con la promozione dalla B alla A i risultati sportivi del Grifone si sono moltiplicati in un “crescendo rossiniano”. Merito questo in prima persona del presidente, del suo staff, dell’allenatore Gasperini e dei giocatori che si sono succeduti in squadra. Squadra, il cui organico è sempre stato migliorato con sacrifici mirati ed innesti azzeccati: l’uscita di Borriello e il ritorno di Milito su tutti!

Onore e pieno riconoscimento –quindi- a chi ha portato avanti questa politica, che ha restituito il GENOA in questi due campionati alla parte sinistra della classifica: quella che si sta chiudendo, poi, può essere ben definita la stagione dei records in termini di prestazioni e di punteggio conseguito. Dall’introduzione in Italia del girone unico credo si debba tornare alle stagioni 1930/31 e 1929/30 per trovare un punteggio complessivo più alto (all’epoca, oltretutto, in 34 partite). Come dire: 80 anni dopo, il GENOA con Preziosi è riuscito a conseguire obiettivi di questa portata!

Ed ovviamente i tifosi auspicano e sperano che il crescendo continui.

 

Ma ora siamo all’intervista in questione. Preziosi –a due giornate dal termine del campionato- annuncia ufficialmente di aver ceduto i due migliori giocatori della squadra all’Inter di Moratti, pensando al GENOA del futuro che dovrà continuare a stare nella parte sinistra della classifica.

Del resto, aggiunge, “io sono concreto”, mentre “i tifosi sono romantici”!

Le idee del presidente-imprenditore sono chiarissime: oltre un certo limite non si può andare e l’obiettivo resta quello di confermare e migliorare i risultati raggiunti.

 

In questa logica, la cessione di Milito –che per noi rimarrà una pietra miliare nella storia del Grifone- trova una sua fredda logica nel fatto che un grande giocatore, superati i 30 anni e alle prese col persistente fastidio della pubalgia (è recente il ricordo di Adailton), difficilmente avrebbe potuto nei prossimi anni fornire prestazioni al livello di (o addirittura superiori a) quelle fornite in questo campionato e certamente non avrebbe portato alla Società un risultato così rilevante sotto il profilo economico-finanziario. Sicché il “romanticismo” doveva arrendersi alla “concretezza” proprio nella prospettiva migliore del futuro rossoblù.

 

Diverso è il discorso di Thiago Motta (27 anni alla fine del prossimo agosto), la cui cessione è stata abbinata a quella di Milito, con grande plusvalenza, ma non con lo stesso valore di mercato del Principe. Si tratta di un giocatore letteralmente “ricostruito” dal GENOA e con una prospettiva e un mercato davanti di assoluto rilievo. Il presidente decide di non confermarlo e contestualmente deve proporsi una sua adeguata sostituzione. Qui l’interrogativo dei “romantici” è reale: perché? Non era proprio possibile limitarsi a una sola cessione di rilievo?

Ciò non significa che non si abbia consapevolezza delle capacità di Preziosi di agire sul mercato, ma si vuole solo dire che il venir meno d’un sol colpo dei pezzi migliori potrebbe rischiare di rompere il bel giocattolo a disposizione di Gasperini.

 

E ancora. Preziosi ha rivelato alcuni suoi affari genovesi di imprenditore di successo: e fin qui, niente da dire. Il GENOA non c’entra. Ma ha anche precisato il suo netto favore alla costruzione di un “unico” nuovo stadio: il che significa un’intesa con Garrone. Con una sola riserva: l’eventuale trasferimento delle carceri, ipotesi appena accennata e quindi non creduta. Nel campo di calcio che tra due anni ne compirà 100 non si può giocare, perché ormai il calcio deve giocarsi negli stadi-business.

 

Potrà anche essere così, ma io sono uno di quei “romantici” che poche sere fa ho festeggiato i 98 anni di quel campo con Chiappino e i suoi primavera, con Bocchetti e Mesto e con tanti “romantici” tifosi. E resto convinto che l’azione migliore del GENOA col Comune è quella di lavorare per il trasferimento delle carceri dando non solo allo stadio e al quartiere, ma alla vallata del Bisagno e all’intera città un’adeguata risposta urbanistica. Altrimenti, la prospettiva –oltreché di un nuovo stadio- sarà quella di nuovo cemento al posto del Tempio dei GENOA.

 

E poi, questo confondere la “storia” (il GENOA) con la “piccola cronaca” in un unico stadio moderno credo debba giustamente dispiacere ai “romantici” anche perché finirebbe per tradursi solo in un grande business ideato dall’imprenditore che Preziosi ha chiamato accanto a lui per l’ultimo derby.

 

Attenzione: moltiplicare i contatti con l’altra sponda produce solo il rischio del contagio!

 

Quindi, concludiamo bene questo splendido campionato e prepariamoci a vivere il prossimo con la stessa intensità e nuove emozioni concrete e romantiche!

 

mario epifani

 

             







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