''Il diverso valore di una ''C'' '' di Franci
Data: 15/06/2009 20.18
Argomento: l'opinione


Era la fine mattinata di un caldo sabato di luglio che neppure avrei però immaginato quanto, da lì a poche ore, la pianura bolognese avrebbe saputo trasformare in un immenso forno a microonde. Non posso dimenticare...Non posso dimenticare la mia prima (e unica) invasione di campo da tifoso genoano!

 



Titum, il più silenzioso e schivo, forse timido, di quel gruppo di ragazzi provenienti da Stati diversi del continente indiano, molti conosciuti solo un giorno prima sul pullmino che ci aveva portati a Medicina, presso Bologna, aveva appena sparato il fuori campo che aveva pareggiato le sorti di un incontro ormai perso.

Come sintetizzai allora, rifacendomi al calcio i cui parametri regnavano ancora indiscussi nella mia cultura sportiva, avevamo pareggiato una partita che all'89° era sul 2-0 per gli avversari.

117 a 117, il primo risultato della storia moderna (ma probabilmente di TUTTA la storia) del Genoa Cricket! E trattandosi di Genoa non poteva che essere un risultato che aveva qualcosa di insolito, al di fuori dei canoni consolidati: un pareggio, che nel cricket è risultato che lo marcano sugli opuscoli commemorativi...

A quella pallina che vidi sfumare nel'erba del rialzo che da quel lato chiudeva il campo, mi ritrovai in campo..."capivo 'na sega", come dicono in Toscana, ancora di cricket ma avevo ben metabolizzato che quel tipo di palla che pare perdersi nel cielo per poi planare oltre un cordolo è la gemella del fuoricampo nel baseball e valeva 6 punti.

Giusto quelli che ci servivano. in quel caso, addirittura, bastavano.

Mi ritrovai abbracciato a Vittorio e pronunciai una frase credo, a suo modo, storica perchè sintesi estrema dello spirito con cui tutti avevamo afrontato quell'impresa: "Si vede che non bastava quel che ho patito per Genoa-Salernitana... ".

Son passati solo due anni...

Possono due anni circoscriverne, comprenderne, fagocitarne 116? la risposta è: SI.

Tornato a casa, ieri sera, dopo la giornata trascorsa a godere in splendida compagnia di quella che è ormai una vera, indissolubile, "branca-a de amixi", l'ennesimo trionfo (si può trionfare senza avvilire l'avversario.

Nel cricket non esiste il tunnel a irridere l'avversario, esiste sola la prodezza che è esaltazione del singolo, non sbeffeggio all'avversario e se pensate che penso al catch di Nuwan pensate giusto) dei ragazzi, mi siedo sul divano, premo sul tasto due, tre, più volte sinchè non passa un'immagine che mi risulta - ormai - familiare: una testa fasciata da un elmetto.

Le dita continuano a scorrere sul tasto ma è troppo fresca la memoria, solo un paio di ore prima..."ma questo è cricket...".

Rapida marcia indietro sul telecomando: England vs India, campionato del mondo 20-20...Cosa vuoi di più dalla vita? E il Lucano può pure rimanersene nel mobiletto bar...

Scorrono le immagini, partita bella, intensa.

Una volta che conosci le regole, sei un po' addentro le strategie cominci ad apprezzare certe giocate e il cricket diventa uno sport che dici "belin, ma è bello...".

E te lo godi.

E se poi, a un certo punto, nel contesto di una partita di campionato del mondo il telecronista fa un piccolo excursus sul cricket in Italia e dice: "La prima società a importare praticare il cricket in Italia è stata il Genoa nel 1893 che appunto si chiama Genoa Cricket and Football Club..." (ci avete mai fatto caso? Genoa Cricket and Football Club e non Genoa Football and Cricket Club!), ti senti un Ralph che centra gli stump, un Nuwan che fa una "parata" degna di Buffon con una sola mano, un Indika che abbandona la fase di battuta solo perchè gli chiedono se può accomodarsi per cortesia in modo che possano giocare un po' anceh gli altri.

E scoppi, letteralmente scoppi, in senos buono, di invidia per Chicco. Cosa pagherei per essere un giocatore italiano del Genoa Cricket! ***** - passatemi l'espressione così english fashion - lui potrà dire ai suoi nipoti e raccontare "Sono stato il primo giocatore italiano del Genoa Cricket..."

Ma ci pensate? E tu, Chicco, ci hai mai pensato?

Ma soprattutto realizzi che quando sentirai o vedrai una C accostata al Genoa, non sarai più costretto a rovistare nel sacco delle dolorose rimembranze per tirare su dei Montevarchi e dei Pizzighettone ma avrai invece la risposta ad una domanda che ti sei chiesto fin da bambino: "ma papà, cosa vuol dire quella "c"..." e negli anni a venire: "ma che senso gh'a tegnin ancon in to nomme quella "ci" lie?"

A dire il vero, questa "C" mi pone un'altra domanda ancora...Quand'è che quei "C-azzoni" in Società si accorgeranno di questa realtà e capiranno quale splendida occasione stanno buttando "fuori campo"? 

Ma la loro non è una battuta da 6 punti...

Franci







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