''Trasferta di un tempo che fu'' di Eugenio Grondona
Data: 05/12/2009 16.25
Argomento: l'opinione


 

Mi riferisco all'ultima bellissima, di Praga.

Una città magnifica e tutta da vedere e da vivere, quindi peccato per chi non ha potuto fermarsi alcuni giorni.

Ma dal martedì, giorno del mio arrivo, sino a ieri, mi sono goduto tutto.

 



La città, con i suoi pezzi forti,come la piazza dell'orologio asronomico, il quartiere ebraico,dove constati quanta verità ci sia sul fatto che il peggiore animale è l'uomo, il castello e la cattedrale, malastrana il vecchio quartiere, e potrei continuare per ore.

Ma non volevo farvi una guida della città, che la conosciate o no.

Ma dirvi invece i miei sentimenti da Genoano e da Genovese, che mi ha pervaso in quei giorni.

Ebbene orgoglio e felicità dell'essere lì, dove ho visto migliaia di facce come la mia, molte ovviamente infinitamente più giovani e belle, con i nostri colori dappertutto, il saluto dello sconosciuto, e l'abbraccio felice di chi si conosceva.

Insomma un tripudio di emozioni forti, corroborate certamente dalle tre pere appena rifilate a quegli altri!

C'erano in tutti una serenità ed una gioia, che facevano passare in secondo piano la normale ansia del prepartita.

Ebbene, tutto ciò mi ha fatto tornare indietro, anche a più di 50 anni fa.

Per esempio, anche se non eravamo in trasferta, io ed altri che erano a Praga, vero Mario?, sono stati strappati dal tavolo natalizio nel 1955, da genitori od amici degli stessi, per andare a vedere un epico Genoa-Inter 4 a 3.

E poi le trasferte di allora.

Noi ragazzi stipati nei treni, dove quelli che erano solo un po’ più grandi come gli avvocati Biondi e Gamalero ci sembravano delle icone e pendevamo dalle loro labbra.

E con loro si sfidavano le tifoserie nemiche, che anche se non esistevano ancora i puri teppisti di ora, erano comunque sempre un tantino pericolose.

Dai grigi di Alessandria, sia come colori della natura che come soprannome,alle nebbie di Mantova, fatale alla gamba di Bordon, in un campionato di B trionfale.

Un numero infinito di ricordi, che mi si sono riaffacciati nei cassetti della memoria proprio a Praga, per cui mi sono sentito più giovane appunto di 50 anni, nell'animo e nello spirito, e lo devo a tutti quei volti noti o meno che mi/ci salutavano e sorridevano.

Questa è la felicità del Genoano!

Ma non posso finire, senza aver citato ancora due particolari, uno personale mio e l'altro che riguarda il coordinatore (ma di un sito o di un coro musicale ?!).

Ebbene, Praga è stata per mia moglie la prima trasferta ufficiale dopo 14 anni e la fatal Firenze, per cui anche questa tappa dolorosa è stata rimossa, ripeto, proprio grazie alle luci, ai colori, ai sorrisi, ed il risultato passa, anche se comunque positivo, in secondo piano.

Invece l'ultima sera siamo andati in un locale indicato da una guida forse impietosa, come la trappola dei turisti.

La birreria più famosa ed antica di Praga,"ù fleku",ed al nostro ingresso, davanti a quelle grandi sale ed a quei lunghi tavoloni,siamo riamsti, eravamo in dieci, a bocca spalancata.

Il locale era tutto rossoblù, i soliti musicanti venivano sopraffatti dai cori incessanti, ai tavoloni noti avvocati e...pezzi anche più grossi del tribunale, fianco a fianco con il ragazzino alla prima trasferta.

Ma pezzo forte della serata è stato il nostro coordinatore, vero GO alla Fiorello, che in un caldo piuttosto notevole, davanti a boccali di birre scure alti mezzo metro e con un continuo girare di bicchierini pseudo aperitivo o digestivo,comunque alcool puro, ha diretto con encomiabile energia tutto quell'ambaradan di cori ed inni.

Chissà se chi c'era nella stanza vicina avrà visto, perché nel caso, l'avvocato, in tribunale, potrebbe...beh fate voi.

Comunque degna serata finale per una trasferta che mi ha idealmente ricongiunto con la mia gioventù, e non solo la mia, eh!

Ma che mi ha fatto capire che anche se gli anni passano, quello che conta è lo spirito e l'animo con cui si è in grado di godere di certe situazioni.

E direi anche lo stomaco e la resistenza alcoolica!

Grazie Praga, grazie Genoa, grazie amici ritrovati, ma anche grazie ai volti sconosciuti.

 

Eugenio Grondona 

 

 







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