Vittoria nell'equilibrio meritata
Data: 08/02/2010 09.20
Argomento: il Grifone in campo


 

Genoa C.F.C.                       1

(18’ II t. Rossi)

 

A.C. Chievo Verona            0

 

 

Siamo in un momento di transizione.

 

Passato il periodo critico degli impegni fitti e degli infortuni a grappoli, il Genoa ha il programma, così pensiamo, di ricreare quel suo gioco che metteva in difficoltà ogni avversario, aggredendolo con una manovra collettiva ricca del sostegno dei giocatori dei reparti arretrati.

 

 



Dobbiamo forse saper aspettare il rientro ancora di qualche giocatore e la compenetrazione di Acquafresca nei meccanismi dei collegamenti.

 

Dopo aver perduto Biava per quel fattore inesorabile che assegna un termine a tutti i giocatori, il fattore tempo, ecco Socratis di buon diritto titolare ad offrirci una quota in più di dinamicità che ben si accompagna alla sapienza indotta nella nostra difesa da Dainelli.

 

Mancava con Criscito qualcosa alla metà campo, dove il Chievo si trovava ben sistemato col suo atteggiamento ritratto a protezione del portiere Sorrentino ed elastico negli attacchi spaziati e profondi: un Chievo basato sui bravi centrali della sua difesa a quattro, che hanno lasciato poche possibilità ad Acquafresca di penetrare.

 

Il primo tempo ha vissuto nell’equilibrio. Sapevamo, noi spettatori, che la nostra squadra sa dare poi la sterzata e aspettavamo l’attacco verso nord del secondo tempo. Il Genoa era a tratti pressante e sfortunato nelle mischie (ci manca forse uno specialista?), ma le difese se la cavavano bene – anche la nostra.

 

Una pericolosa fuga di Eriberto, nei minuti iniziali, si concludeva con un tiro che si spegneva sulla deviazione di Amelia in uscita: bravo il portiere, bravo nell’azione ma non abbastanza lucido l’attaccante di colore. Amelia ha merito per la sua rete intatta da qualche tempo.

 

Una contrastata girata di Acquafresca causava che un pallone lento si indirizzasse verso la porta sguarnita, ma era troppo lento e lo rinviarono. 

 

Nei minuti finali Palacio che si era svincolato veniva contrastato di fianco da un difensore in area e andava a terra. Ai miei occhi schermati di rosso e blu era rigore. Piccola ressa e due ammonizioni, parmi a Palacio e chissà se per proteste o per una di quelle assurde accuse di simulazione che girano in questi tempi e al portiere del Chievo per aver preteso il cartellino giallo (non per se stesso, ovviamente).

 

Parte il secondo tempo ed ecco il Genoa all’assalto sotto la Nord. Non riesce a dare una grande continuità alla sua aggressione, per la consistente tenuta del campo da parte del Chievo. Vengono alcuni calci d’angolo e alla fine il capitano Rossi in mischia azzecca un micidiale rasoterra diagonale che carambola sul palo e entra in porta.

 

Per qualche tempo ci crogioliamo in una situazione di una certa tranquillità e anzi urliamo di dispetto per una trattenuta in area non vista dall’arbitro e applaudiamo Milanetto che colpisce un palo con un tiro da lontano.

 

Poi il controllo del gioco, o per stanchezza o per tattica oppure per merito del Chievo, viene meno e gli ultimi dieci minuti vedono attacchi contro la nostra porta e li viviamo con  preoccupazione. Tocca ai nostri avversari una decisione avversa dell’arbitro in area di rigore.

 

Il Chievo oltre che una squadra simpatica e corretta è anche una squadra ben organizzata coralmente. Non era molto facile batterla.

 

Con soddisfazione assistiamo al progressivo miglioramento della nostra difesa.

 

Qualche valutazione errata dell’arbitro Ciampi da Roma non solo in area di rigore. La partita però era corretta, non portava in sé il virus di un possibile travisamento dai canoni del bel giuoco.

 

 

Vittorio Riccadonna

 







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