Duro contraccolpo
Data: 01/03/2010 00.08
Argomento: il Grifone in campo


 

Genoa C.F.C.                             3

(8’ I t. Suazo; 18’ Sculli;  38’ I t. Suazo)

 

Bologna F.C 1909                    4

(11’ I t. Buscé; 28’ Adailton; 12’ II t. Adailton; 33’ Adailton, rigore) 

 

 

Arriva dal nord pioggia intensa, portata da tramontana soffiante. Filari verticali di acqua attraversano lo spazio. Gli spettatori della gradinata sud si assiepano più in alto che possono, cercando riparo. Fa un freddo cagnazzo.

 

Rossi, vinto il campo, sceglie di far fronte alla tempesta.

 

 



Il Bologna comincia con vivacità, si fa per un istante pericoloso, poi subito il Genoa lo pressa sotto e batte diversi calci d’angolo. Sull'ultimo di questi la palla scivola in mischia, il portiere respinge corto, Suazo da un metro segna. Sembra la conclusione naturale della nostra superiorità.

 

Reagisce il Bologna, che è in divisa bianca. Moretti opina di collocare di testa un traversone in calcio d’angolo. Criscito ceffa in modo orrendo la palla che arriva dalla bandierina, mandandola all’indietro, a Buscé che la mette in porta da due passi. Pazienza. La partita ricomincia. Il terreno è spugna acquosa, schizzano laghetti. Il Genoa riprende a correre.

 

Ah, bene. Sculli si è lanciato sul pallone come un falchetto. Anticipa appena l’avversario che gli contrasta il tiro. Toccata da entrambi, la palla se ne va nell’angolino basso. Respiriamo. Tutto è sistemato, come poteva essere diversamente.

 

Ma com’è adesso? Possibile? Una nostra rimessa laterale, la palla indietro per Dainelli si pianta, Adailton con pronto intuito si avventa contro il nostro difensore fermo, ormai è un inseguimento disperato, Dainelli tallona correttamente, Amelia esce, Adailton non perdona, palla in porta e Amelia a terra, ha preso un colpo. Sospensione. Riprende. Riprende la partita.

 

E di nuovo il Genoa a disegnar geometrie su quel terreno. Ne fa una proprio bella, Rossi scambia con Suazo e lo serve benissimo, questi realizza in modo classico come conviene all’azione, palla forte e precisa in gol. Una meraviglia. Bravi. 

 

Il tempo finisce col Genoa in meritato vantaggio e con l’arbitro urlacchiato dai tifosi eppure mi sembra non si sia comportato da fellone.

 

Nell’intervallo, infreddoliti, veniamo ancora una volta, dall’altoparlante, ammoniti che un’invasione di campo prima, durante e dopo la gara può comportarne la sospensione. L’altoparlante non si è ancora accorto che c’è qualcosa che non va in quella logica.

 

Il secondo tempo comincia, come il primo, con una incursione degli ospiti e Amelia abbranca bene una insidiosa palla bassa che gli traversava davanti, e poi sono i nostri ad attaccare. Però sembrano meno efficienti che nel primo tempo, non si liberano con la stessa facilità. Zapater tira da fuori area, traversa e palla fuori. La difesa avversaria è più compatta che nel primo tempo. Diversi palloni promettenti vengono giocati male, spesso troppo lunghi, e viene da pensare ad un certo appannamento. Il Genoa ha corso molto. Il mio fiuto, educato da tante esperienze, mi segnala che la vivacità dei bolognesi nella zona centrale del campo brilla pericolosamente di luce propria e anche riflessa. 

 

Adailton, amore nostro del passato, parte di slancio, vola in contropiede velocissimo, va a segnare con un perfetto sinistro nell’angolo. 3-3.

 

Il Genoa appena un minuto dopo esprime l’azione più efficace del secondo tempo, portando Palacio a sparare sottoporta un pallone alto che Viviano benissimo alza di pugno. Poi, al 21’, si spaventa per un gran tiro di Zalayeta andato poco fuori. Il Bologna ora sa reagire.

 

Trentatreesimo minuto. Ancora Adailton. Amelia, impegnato, respinge. Scontro al limite. L’arbitro Damato fischia il rigore. Forse non ha sbagliato. Adailton sul pallone. Tira al solito modo da noi ben conosciuto. Amelia va dall’altra parte. Forse non l’avevano preavvisato.    

 

40’: Sculli manca ancora una volta la porta, ultima occasione. Successivamente, due genoani si cadono addosso presso il palo avversario, non ho capito come hanno fatto.

Insieme con loro cade la nostra squadra, che al fischio finale imbocca direttamente gli spogliatoi, da molto non succedeva.

 

Malgrado il dispetto e gli urli che si è preso, io all’arbitro quasi non ci amputo niente - pardon. Niente di capitale.

 

In conclusione, il Genoa ha fatto molto, nel bene e nel male. In attacco avrebbe potuto segnare anche 5 gol. In difesa ha pagato errori sulla palla e nel finale una tattica con scarsa copertura. 

 

Abbiamo visto una partita ben particolare, difficilmente replicabile.

 

 

Vittorio Riccadonna

 

 







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