I finalisti mondiali
Data: 26/06/2010 16.00
Argomento: dalla redazione


 

Nessuno se l'abbia a male se dico che “un me ne po fregà de meno”, ma è solo un fatto personale, di accanimento fazioso: m'interessa solo il Genoa ed in questo periodo m’intriga di più verificare cosa succede sul calcio-mercato.

 

 



Se devo essere sincero sino in fondo, non nego d’essere piuttosto preoccupato perché, almeno nei rari momenti di lucidità, mi chiedo se questa del calcio-mercato non sia un’ossessione degnerativa , ma tant'è poi la morbosa curiosità riprende il sopravvento  e dai con tuttomercatoweb, com, tv, pianeti vari, reload, ecc., ecc.

Oramai, temo, 'essere irrecuperabile, anche se, a ben guardare, in giro d'ossessioni degenerative, francamente, se ne trovano anche di peggio...

Mi auguro sia, un po' per tutti, solo una temporanea conseguenza dall'astinenza da calcio giocato, ora poi che ci hanno levato anche Criscito e la speranza di vedere entrare pure Bocchetti...

Sia chiaro che il quesito posto dal nostro sito non è banale, è anzi intrigante, di più, se vogliamo, è un po' anche un curioso specchio, oltre che sportivo, di costume.

Per esempio sarà un caso che il giorno subito dopo l'eliminazione dei nostri hanno cominciato a girare, almeno nel mio quartiere, sgargianti maglie dell'Argentina?

Ganci eh, non hanno mica comprato quelle del Ghana e/o del Cile, a parte le simpatie dichiarate in tempi non sospetti, sta mascherata sa non poco di provincialismo.

Conosco, infatti, abbastanza bene certe realtà di provincia dove, appassionatissimi di calcio, difficilmente fanno tifo per la loro squadra locale che magari gioca in 1^ o 2^ Divisione (pronti, però, a salire sul carro quando la stessa riesce a vincere qualche campionato), no sono tutti per Inter Milan ed Juve, “signuria”!

Un po' masochisticamente, personalmente sono, invece, portato a schierarmi sempre dalla parte del più debole, a volte succedono anche i miracoli, purtroppo, però, abbastanza raramente.

Troppo facile, comunque, e abbastanza poco divertente stare con i più forti, ancora meno festeggiare platealmente successi che non si sentono davvero nostri.

Per partecipare, però, come mi pare doveroso, al pronostico proposto dal nostro sito ne riporto alcuni predisposti con modelli econometrici che utilizzano dati tecnici e dati socio-economici grazie ai quali si estrapola la nazionale che avrebbe più probabilità di arrivare alla vittoria finale.

Proprio vero che la scienza non conosce frontiere…

Secondo costoro pare che le più accreditate siano la Spagna e l'Inghilterra, Olanda possibile outsider.

Una previsione confermata anche utilizzando una diversa tecnica, l'analisi fattoriale.

Secondo questi studi, primo pronostico puntualmente azzeccato, per l'Italia, invece, le chance di vittoria erano davvero esigue.

Vediamo più in dettaglio come starebbero le cose.

JP Morgan fa una previsione basata su dati tecnici (ranking Fifa, risultati nelle qualificazioni e nelle edizioni precedenti dei Mondiali) e di mercato (le quote del bookmakers).

Un’analisi che replica quella che JP Morgan usa per valutare le azioni delle società, che utilizza sia variabili legate ai “fondamentali” di mercato che all’investor sentiment.

JP Morgan prevede che la Coppa andrà a Londra, con la squadra di Fabio Capello che batterà in finale la Spagna.

Chissà se è cambiato l’investor sentiment dopo la paperona del portiere Robert Green.

Quello di Capello sicuramente sì.

Invece Ubs usa i criteri ideati dal fisico Arpad Elo per classificare i giocatori di scacchi, criteri che tengono conto dei risultati precedenti, pesati per la forza dell’avversario (vincere contro Brasile e Spagna ha maggior valore che vincere contro Malta).

Il Brasile risulta la squadra favorita, con l’Italia (?!) che segue la Germania al terzo posto.

Goldman Sachs usa un modello con criteri simili a quelli di JP Morgan, ma prevede il Brasile probabile vincitore, con la Spagna subito dopo.

I norvegesi del Norwegian Computing Center hanno simulato al computer le partite e hanno trovato la Spagna favorita, davanti ad Argentina e Brasile.

Insomma, le favorite sono sempre le solite, qualunque modello si usi, ma il bello del calcio è che le previsioni possono essere smentite facilmente.

Nell’atletica, se c’è Usain Bolt, si sa che vincerà lui i 100 metri.

Nel calcio, specie nelle partite a eliminazione diretta, basta un errore arbitrale, un rigore che va sul palo o una papera del portiere per cambiare tutto.

Il grande Nereo Rocco, a chi gli diceva prima delle partite “Vinca il più forte!”, rispondeva “Speriamo di no”.

Ecco, anche noi speravamo di no, vista l’Italia pre-Mondiale, ma purtroppo...

Giancarlo Rabacchi


 







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