Vittoria di misura su di un buon Catania
Data: 25/10/2010 07.17
Argomento: il Grifone in campo


 

GENOA       1    ( st. 68' Marco Rossi)

CATANIA     0

 

Una vittoria conquistata con slancio e con il classico cuore oltre all’ostacolo, non a caso, in una partite del genere, il gol che ha deciso è stato del capitano di lungo corso Marco Rossi.

 



Il cuore del Genoa alla fine ha la meglio sul Catania.

E' quello che batte nel petto di Marco Rossi, uno che non molla mai e risolve la partita con un tocco ravvicinato al 68' grazie ad uno splendido assist di Rafinha.

La partita con gli etnei ci mostra dietro una squadra  solida e ben organizzata, i tre della difesa sono tutti bravi, ma Dainelli giganteggia.

Davanti il gigante buono Toni si batte come un leone e fa a “sportellate” con tutti, in particolare con un davvero arcigno Silvestre.

In mezzo non sono da meno, anzi.

Capitan futuro Mimmo Criscito è in un periodo davvero straordinario, annulla praticamente Gomez e si fa vedere anche davanti con elegante ed efficaci giocate sulla fascia.

Milanetto insieme al talentuoso e sempre più efficace Rafinha e Rossi fanno la loro parte con grande intensità, cui uniscono qualità ed esperienza.

Questo reparto, abbastanza disastrato dai recenti infortuni, se la cava come meglio non potrebbe.

Senza cinque titolari di peso e con Palladino che non fa nemmeno in tempo a godersi il rientro dopo il lungo infortunio (fuori al 23' per Mesto), Gasperini gioca la carta dell'esperienza ed i risultati sono stati convincenti.

I ragazzi di Giampaolo propongono ancora una volta buon calcio, manca però la cattiveria per provare a chiudere il match nel primo tempo.

Contro il Catania serve la ragione e il cuore, perché le squadre allenate da Giampaolo (notato un cordialissimo saluto con Gasperini prima del via) sono tra le più difficili da affrontare.

Appare evidente, infatti, il tipo di partita studiato a tavolino dai siciliani: grande organizzazione difensiva, con il rientro di Mascara e Gomez a chiudere gli spazi, e veloci contropiede a caccia dei piedi buoni di Maxi Lopez e dell'esordiente Martino, un ragazzo, magari ancora acerbo, ma molto rapido e veloce.

Grande equilibrio nel primo tempo, forse un Genoa un pelino sottotono, mentre i rossoazzurri creano almeno tre occasioni, su tutte quella capitata a Gomez, che Eduardo non trattiene, ed un rasoterra di Silvestre a fil di palo.

Fuori casa, e non la prima volta, il Catania si esprime con una certa personalità, senza mai erigere barricate.

Il Genoa un po’ soffre anche perché, a parte qualche decisa iniziativa di Marco Rossi, sulle fascie Rudholf, Palladino e poi Mesto non sembrano in grande spolvero e li veniamo bloccati con una certa facilità.

Solo al 31' i rossoblù riescono e mettere in piedi un'azione degna di nota, partita da un'invenzione di Toni e rovinata con un tiraccio da Milanetto. 
 
Il Genoa inizia la ripresa con tutt’altro piglio.

Si rivede la classica squadra di Gasperini, pressing feroce e gioco sulle fasce, anche se mancano le proiezioni di Veloso e Palacio.

Già dopo trenta secondi Toni sbaglia l'impatto di testa con la palla sprecando una grande occasione davanti ad Andujar.

Il Catania accetta la sfida e oppone la stessa grinta per non farsi schiacciare nella sua trequarti, prova anche a reagire al 14 'fallisce di poco il gol con Martinho.

Il ragazzino brasiliano (classe '88), servito da un Maxi Lopez, per la verità abbastanza deludente (ma qui, come detto, stanno i grandi meriti di Dainelli e Ranacchia), cicca clamorosamente al limite dell'area piccola.

Gasperini prova a scuotere la squadra, fuori il volenteroso Rudolf (si sperava di vedere qualcosina di più) per Destro.

Giampaolo risponde con una doppia sostituzione: fuori Maxi Lopez e Martinho, dentro Antenucci e Carboni.

Ha più ragione Gasperini perché al 23' il Genoa passa.

L'assist perfetto è di Rafinha, Marco Rossi, che aveva seguito tutta l'azione, irrompe nell'area piccola e infila con una girata sotto la traversa, un poì come in un recente derby.

Il tecnico dei siciliani prova a correre ai ripari togliendo Izco per Ricchiuti e via a spingere a tutta in pressing.

Il Genoa risponde con l'organizzazione difensiva, carattere e grinta.

Criscito non sbaglia nulla; Ranocchia (alle prese con i crampi) e Dainelli si dimostrano pressochè invalicabili.

E quanto non bastano loro ecco che entra in scena Eduardo che al 39' mette il sigillo alla vittoria.

Il portiere portoghese si immola su Ricchiuti che era quasi in gol, pochi secondi prima dell'ingresso di Kaladze per Milanetto.

Una prodezza che vale tre punti d’oro in un momento non proprio facile.

Ancora una volta si è fatto ammirare lo spirito di gruppo dove, magari, si evidenziano anche certe gerarchie, notato ad esempio un urlaccio di Milanetto a Chico, reo di una giocata fuori dai canoni.

Valori che alla lunga dovrebbero aiutarci a fare bene in un campionato davvero difficile ed equilibrato al quale ci siamo presentati con grandi ambizioni, ma l’impatto con la realtà è stato, forse, un po’ diverso da come ce l’immaginavamo.

La sorte continua a non esserci troppo amica, visti i molti infortuni, ma qualche risultato è già arrivato.

Le speranze erano molto più pretenziose: velleitarie?

Con calma e gesso speriamo di no, certo che, banale ma alle volte ci se lo scorda, ci sono anche gli altri.

Ale!

Giancarlo Rabacchi







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