''Grazie'' di voce sommessa
Data: 10/11/2010 19.17
Argomento: l'opinione


 

Se lo cerco lo trovo il ricordo della mano di mio padre che stringeva la mia su per la scala al termine della quale il verde del prato e il rossoblù delle bandiere sono entrati nella mia vita, e questo ricordo nonostante tutto basta per farmi tornare al Ferraris mentre la svolta che ha colto Gasperini di sorpresa, e questo è la prima nuvola nera all’orizzonte, apre uno scenario complesso.

 

 



Per quello che abbiamo sentito la decisione di Enrico Preziosi non sarebbe razionale ma istintiva: fin qui non sono in gioco la sua buona fede né il suo forte legame con il Genoa, anche se suona stonato il racconto del primo contatto con Ballardini con l’imbarazzante contraddizione fra i due, dopo il Chievo sì, dopo il Chievo no anzi vabbé, in qualche modo…

Però i motivi di preccupazione sono altri, tanti, forse troppi.

 

Intanto l’accenno allo spogliatoio: alcuni giocatori dispiaciuti, altri che fanno finta di esserlo, altri contenti. Filtra così un quadro che mostra gli effetti della campagna distruttiva condotta da bravi giornalisti e autorevoli internauti.

Quanto sia destabilizzato l’ambiente sembra quindi un problema delicato da affrontare, tra una vecchia guardia che non ha più ragioni di essere e qualcuno dei nuovi ora messo (imprudentemente?) in discussione.

 

Più stringente e critica la questione dell’immagine del Genoa nella comunità dei giocatori e dei procuratori, immagine in questi anni molto cresciuta e diventata la chiave per ottenere il gradimento di atleti che non lo rilasciano a chiunque.

L’essere rientrati nei ranghi delle società gestite con la pancia e delle panchine a termine può rivelarsi un problema veramente spinoso, sia nell’immediato per il possibile degrado delle motivazioni di qualcuno che ha un miglior mercato sia nel futuro.

 

Perfino più insidioso un altro aspetto, che riguarda i nemici di Preziosi.

Non illudiamoci che abbiano deposto le armi: sono solo stati confusi dal progetto (che hanno contrastato con l’irrisione), dal gioco e dai risultati (che hanno minimizzato con la mistificazione) e da Gasperini (che hanno indebolito con la denigrazione).

Ora se il cammino del Genoa dovesse trovare degli intoppi i loro assalti al Presidente, non più protetto dallo scudo che tutto questo ha rappresentato, troverebbero migliore accoglienza in un ambiente che non ha capito e non approva la sua decisione di esonerare l’allenatore.

Il rischio (grave) è quello di veder alimentare una contestazione (suicida, ma a certi personaggi non importa) mentre è revocato in dubbio tutto quello che era stato l’oggetto del rinnovato orgoglio rossoblù per una riconquistata “diversità” positiva.

 

Enrico Preziosi ha dimostrato di avere coraggio e grinta in frangenti difficili, e qui sta il fondamento di ogni speranza in questo passaggio molto stretto.

Purtroppo quella che per una breve stagione era sembrata l’intuizione geniale che avrebbe saldato il Genoa ai suoi sostenitori e garantito il suo futuro, la Fondazione, è in dissolvenza e quelli che dovevano essere suoi bastioni, la proprietà del 25% delle azioni della società e soprattutto il diritto di prelazione, diventano argini di sabbia quando non si è perseguito l’obiettivo di farla crescere ben oltre le poche migliaia iniziali di soci.

Così oggi il bel Museo non servirà a nulla se ci saranno ore complicate, specialmente dopo che essa ha perduto ogni barlume di indipendenza nel momento in cui il Genoa CFC S.p.A. ne ha di fatto preso in mano la gestione.

 

Alla fine, Gasperini.

Lui più di tutti ha dato al Genoa valori tecnici e morali in accordo con le origini e con la secolare tradizione: chi come me vede nei risultati il mezzo e nell’orgoglio di fare ancora la storia del calcio il fine non può che rimpiangerlo, ricordarlo e dirgli grazie.

 

voce sommessa

 

 

 

 







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