Poi la sagra dei cori con l’invito ai nostri a tirare fuori gli attributi, al “non si regala, il derby non si regala” per chiudere la serata con un irridente “non lo sapeva, Boselli non lo sapeva” dopo il “recupero fatale” nel quale, a tempo quasi (per qualcuno “già) scaduto, i nostri pur in 10, passano di nuovo con un gol da vero fuoriclasse dell'argentino Boselli.
Ora i “multicolors” sono a -2 dal quart'ultimo posto e per loro la salvezza diventa sempre più difficile, mentre i nostri, “permalosetti”, scappano negli spogliatoi senza il solito saluto al pubblico, arrabbiati, si dice, in particolare con la Nord per quei cori poco rispettosi ed ancora meno graditi.
Nessuna aria di pastetta, intendiamoci, anzi scintille a go go.
Inizia già al 7’ Criscito a farsi ammonire per una reazione su Mannini e si prosegue con frequenti quasi risse.
Altro coretto nell’hit parade della serata il “sempre di meno, siete sempre di meno” per sottolineare i loro ampi spazi vuoti, nella gabbia, di sotto ed anche nella Sud che poi riempiono o quasi con travasi dagli altri due settori.
Si parla anche d’idee bellicose degli ultras, sempre multicolors, come quella di non fare finire la partita se e quando il risultato fosse diventato quello di 2-0 per noi.
L’andamento della gara li ha invece illusi per finire con un’altra atroce beffa, la precedente che viene perfidamente alla mente è la partita dell’eliminazione nei preliminari di Champion.
Dagli altari alla polvere..., quanti bocconi amari; qualcuno notava: mi sembrano diventati il Genoa di una volta…
Di li, probabilmente, un po’ di mal celata rabbia.
Ecco che allora, subito dopo il fischio finale, nella parte bassa della Sud hanno provato a bagnarci con le solite pompe per l’irrigazione del prato (possibile che a partita iniziata qualcuno non pensi mai a chiudere l’acqua?).
A proposito di docce, il nostro gruppo, che aveva evitato quella appena descritta allo stadio, ne ha dovuto subire una, meglio qualche spruzzo, di birra (sic!) piovuto all’interno del bus che ci portava alla solita pizzeria “wategate”.
Prodezza di un tifoso della ciclistica che non ha trovato di meglio che lanciare la sua birra come detto all’interno del nostro bus, probabilmente esasperato dal coretto, l’ennesimo, che li invitava a prepararsi a “gite” in amene località tipo “Gubbio”, invero davvero belle dove a consolarli troveranno un’eccellente cucina.
Meglio che niente, ma ieri sera non avevano, evidentemente, lo stato d’animo giusto e ci vuole abbastanza poco a capirli.
Non si vuole infierire più di tanto, ma è un dato di fatto che è difficile trovare in Italia un derby più derby di quello della Superba.
Nel senso di partita nervosa, spigolosa, spesso inevitabilmente brutta, ma carica di un agonismo esasperato.
E che, poche storie, devi vincere, comunque.
Meglio se in dieci (e non è la prima volta nell’era Preziosi che accade; con questo credo sia il quinto derby che ci portiamo a casa, non sempre, per la verità in inferiorità numerica), anche contro un avversario che rischia, ora anche seriamente, la retrocessione.
Non a caso è proprio quello che il Grifo ha fatto contro la Samp.
Dopo il pareggio di Pozzi, i tecnici mettono mano ai cambi, la Samp tenta di organizzare il forcing finale.