Morte di Bergamo (di Davide Rota)
Data: 04/06/2011 14.41
Argomento: l'Ospite


 

 

Genoa in lutto, se ne va uno dei suoi giocatori più gloriosi ed anziani.

 

All’età di 88 anni è morto ieri mattina, in una casa di riposo di Muzzano (in provincia di Biella), Vittorio Bergamo, mediano rossoblù degli anni 40 e 50.

 

 

 



Nato casualmente a Roveredo in Piano (Udine), ma triestino “doc”, Bergamo iniziò a giocare a 17 anni nella Fortitudo, squadra minore del capoluogo giuliano, prima che insieme al coetaneo Carlo Pischianz (futuro terzino doriano) fu ceduto alla Biellese. Qui si mise in luce per grinta, tecnica e prestanza atletica negli ultimi campionati prima della Seconda Guerra Mondiale. Passò dapprima al Vigevano e nel 1946 al Genoa, dove al fianco di fuoriclasse del calibro di Verdeal giocò per quattro campionati. Memorabili soprattutto le sue gare contro il Torino di Valentino Mazzola, che contro di lui non vedeva mai palla.

 

Restò al Genoa fino al 1950, quando fu scambiato con Giuseppe Baldini per passare sull’altra sponda del Bisagno, alla Sampdoria, nel primo affare della storia tra le due società genovesi. Due stagioni in blucerchiato (1950-52), con un derby in cui segna un gol da ex e viene inseguito dai genoani fin dentro casa, poi il trasferimento alla Lazio, dove giocò tre memorabili campionati (fino al ’55) e fece anche in tempo di ottenere un paio di pre-selezioni in azzurro.

 

Nel 1956-57 è al Palermo, per portare da capitano i rosanero in Serie A e poi, l’ultima stagione, nel 1957-58, alla Biellese, in C. Provò a fare l’allenatore, a Sestri Levante, quindi si riavvicinò nella sua Biella (dove nel frattempo si era sposato) per lavorare nel ramo tessile e dedicarsi con grande cuore ed affetto ai malati dell’ospedale, in qualità di volontario. A scapito di una malattia (il diabete) che lo limitava parecchio nella vita di tutti i giorni.

 

Negli anni ‘70 il ritorno in panchina, chiamato dal presidente Efrem Galliera, nella Valle Cervo, gloriosa formazione dilettantistica di Andorno Micca, nella quale ha lasciato un commosso ricordo a tutti i giocatori che ha allenato.

 

Un “ringhio” esuberante in campo, un buono fuori, simpatico, generoso e guascone. Un autentico maestro di tecnica (trasmessagli da santoni della panchina come l’inglese Billy Garbutt), che verrà ricordato con gratitudine.

 

Lascia i figli Roberto, Renato e Luisa e tanti affezionati nipoti, tra cui Giovanni, 20 enne centrocampista del Pollone (Prima Categoria).

I funerali si terranno lunedì 6 giugno, al 10 del mattino, con partenza dalla sua abitazione di Biella, frazione Pavignano.

 

 







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