Dilaga anche il Cagliari
Data: 08/01/2012 19.04
Argomento: il Grifone in campo


Cagliari  3  (13'pt Larrivey (rig), 11'st Ibarbo, 27'st aut. Granqvist)

Genoa    0

NOTE: spettatori 6.000 circa. Espulso al 21'st Moretti per intervento da dietro. Ammoniti Agostini, Granqvist, Ekdal, Constant, Dainelli. Angoli 7-1 per il Cagliari.

A spianare la formazione sarda verso i tre punti, un calcio di rigore trasformato da Larrivey concesso con una certa magnanimità dall’arbitro per un fallo(?) di Kucka su Cossu in piena area di rigore e nel secondo tempo l’espulsione di Moretti, ai più parsa precipitosa ed ingiustificata.

 

Certo che, almeno per ora, non sortisce gli effetti sperati il cambio sulla panchina del Genoa che perde per tre reti a zero a Cagliari nella diciassettesima di campionato.

 



Il Cagliari ha subito cercato di spingere sull'acceleratore e ha messo alle corde un Grifone “timido” e senza idee che ha faticato più del previsto a trovare le giuste misure.

La sosta natalizia, evidentemente, non è stata sufficiente per metabolizzare al meglio le indicazioni del nuovo tecnico Marino che ha preso il posto di Alberto Malesani.

Ben altra musica dall’altra parte, non so quanto è “merito nostro”, ma inizia, invece, a funzionare il Cagliari di Davide Ballardini che ripropone il modo di giocare di tre stagioni fa quando il tecnico romagnolo conquistò una salvezza insperata in Sardegna.
 
Gioco in velocità, verticalizzazioni improvvise e continua ricerca degli attaccanti che sono stati adeguatamente supportati dalle due mezze ali, sempre pronte a creare la superiorità.

 Lo stesso non si può dire del Genoa da subito, come detto, in soggezione per l'intraprendenza cagliaritana, soprattutto a centro campo ed anche sulle corsie esterne.
 
Da un’iniziativa di Dessena è nato il primo pericolo per la porta di Frey, al 10', quando il centrocampista ha messo in mezzo da destra una palla tagliata che Larrivey, in spaccata, non è riuscito ad impattare in maniera corretta.

L’argentino si è fatto perdonare tre minuti dopo quando si è fatto carico della grande responsabilità di calciare un rigore abbastanza dubbio, dai diciamo troppo severo, concesso per un ingenuo(involontario?) fallo di Kucka su Cossu.


 
Neppure il gol subito ha data la scossa ai nostri, anzi.

Da quel momento la gara si è, infatti, messa nel miglior binario per la squadra isolana che ha gestito l'incontro ed ha provato a chiuderlo, ma in almeno due occasioni Frey si è superato.

Da ricordare una doppia azione al 16' con una deviazione in angolo del nostro estremo difensore su destro di Cossu ed un successo tentativo di Canini che ha scheggiato la traversa.

Come detto Frey, ancora una volta e nonostante il pesante passivo, è stato di gran lunga il migliore dei nostri.

Ha tolto dalla testa di Ibarbo una palla calciata da Pisano e destinata ad essere spinta in rete, mentre un minuto più tardi ha respinto sulla linea una conclusione di testa di Larrivey su angolo di Cossu.
 
L’inizio di ripresa illude un attimo, il Genoa finalmente attacca e cerca il pareggio con decisione, forse troppa, però, vista la facilità con cui all’11’, in quello che è stato il nostro miglior momento, il Cagliari ci trafigge in contropiede e mette un serio sigillo sul risultato.

Al 21’ poi piove sul bagnato quando l’ineffabile ed abbastanza casalingo (ma, ovviamente non determinante) sig. Celi espelle Moretti (non esaltante, in ogni modo, la sua partita) per un quasi fallo da dietro giudicandolo, erroneamente, da ultimo uomo.

Inutili le proteste dei giocatori, dello stesso Marino con il quarto uomo, notte fonda da qui per il Genoa che capitola per la terza volte con una sfortunata autorete.

Ride il Cagliari che mai, sinora, era riuscito a segnare tante reti insieme.

Gasati i tifosi sardi che si esaltano con esternazioni tipo: “Difesa ermetica e centrocampo stratosferico. Per l'attacco atomico aspettiamo Acquadream."

In effetti se fa un po’ sorridere "l’ermetismo" della loro difesa (così è troppo facile!) e quell’attacco che diventerebbe “atomico” con lo smilzo lungagnone ex genoano, trovo, invece, abbastanza giustificata l’esternazione sul loro centrocampo che, pur non sembrandomi proprio da urlo, ha, però, evidenziato in maniera solare le carenze e le lacune del nostro.

Condivisibile la sostituzione per punizione di Kucka dopo aver perso in modo indecoroso l’ennesimo pallone, coronamento di un’ulteriore prova sbiadita (qui, temo, ci siano abbastanza seri problemi di testa).

Volenteroso Constant, ma anche lui impreciso ed a volte pericoloso per l’incredibile leggerezza di certe giocate.

Se a questi due “fantasmi” aggiungiamo un Seymour senza personalità che comincia a farsi vedere dopo venti minuti e che non sembra in grado di produrre una giocata decente, oltre al compitino ed a qualche contrasto, si può capire come abbia fatto il Cagliari a sembrare lo squadrone che temo non sia e che sono curioso vedere se e quante altre volte si ripeterà su questi livelli.

Non per farci del male da soli, ma se a tutto questo ci aggiungiamo l’esternazione che a detta del telecronista si è lasciata sfuggire Marino…” a questo punto non so proprio più cosa fare”… c’è poco da stare allegri.

Per fortuna il bello del calcio è che, spesso, ci smentisce clamorosamente e, dunque, chissà che domenica, come è già successo anche con Malesani, si possa vedere contro l’Udinese un altro Genoa, perché no, completamente diverso.

Alè!

Giancarlo Rabacchi  

(Si ringrazia per le foto il Secolo XIX)







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