Il Genoa non regge
Data: 22/01/2012 23.28
Argomento: il Grifone in campo


 

 

U.S. Città di Palermo                     5

(26’ Budan; 37’ Silvestre; 42’ I t. Mantovani; 30’ II t. Miccoli; 39’ Migliaccio)

 

Genoa C.F.C.                                   3

(13’ I t. Palacio; 14’ II t. Palacio, rigore; 44’ Jankovic)

 

  

Inevitabile, chiara vittoria del Palermo.

 

I giuocatori in maglia rosa venivano da una serie di rovesci e avevano una decisa volontà di riscattare la vittoria sul proprio campo. 

 

Il Genoa oggi non aveva le armi per imporsi agli avversari. Si potrebbe persino dire che il punteggio finale è stato clemente.

 

 



Davanti alla serie di porte subìte, forte è la tentazione di dare stura alle critiche.

 

Poiché questo, in definitiva, è quanto ci si attende da ogni cronista, non possiamo esimerci; sebbene gli appunti che si possono fare al comportamento della nostra squadra, il dito puntato su questo o quel giuocatore, siano oggi, per così dire, occasionali, contingenti, relativi agli errori o agli episodi.   

 

Altro sarebbe valutare le lacune costituzionali della nostra squadra, che, pur con

le debite riserve sulla formazione odierna rabberciata, la partita ha spietatamente

confermato. Valutazione che, peraltro, non rappresenterebbe che una ripetizione

di quanto abbiamo già avuto modo di dire in varie occasioni.

 

Il racconto di come si sono svolte le vicende ci sembra superfluo. Il Genoa ha concluso

una fase iniziale equilibrata andando in porta con una bella azione d’assieme, conclusa

da Palacio con una istintiva deviazione di coscia di un passaggio abile di Gilardino.

Poi si è visto che il dominio della gara apparteneva al Palermo e non restava che atten-

dere il rovesciamento del punteggio.

 

Il Genoa accorciava la distanza nella ripresa su calcio di rigore, in merito alla cui assegnazione erano sorte vibrate, prolungate e stupide proteste dei rosa, anche

presso il guardalinee. Perché stupide? Cercherò di spiegarmi.

 

Il regolamento di giuoco fornisce dei valori astratti, concettuali, e per quanto riguarda

i falli di mano dice: sono volontari. Su tale base, i vari consigli arbitrali si indirizzano a particolari fisici, a scopo di uniformità: è fallo se la mano va verso la palla, eccetera;

ma si tratta di falsi consigli, in genere attendibili ma a volte travisanti, poiché non ser-

vono effettivamente ad identificare l’intenzione. Uno di questi, piuttosto recente, è la “grida” che dice: se la palla rimbalza dalla gamba al braccio, allora non è intenzionale,

cioè non è rigore. Ora sembra che, per quello che si può giudicare dalla televisione,

che è strumento non del tutto attendibile, il difensore palermitano abbia proteso con intenzione gamba e braccio e la palla, intercettata nettamente col braccio, abbia prima anche toccato la gamba. Per questo particolare i palermitani si sono ritenuti autorizzati

a pretendere la non volontarietà, in base alla “grida” dei dirigenti arbitrali. Ecco perchè stupidi e bene ha fatto l’arbitro, di nome Romeo, ad ammonirne uno.

 

Arrivati a questo punto, devo criticare e dunque critichiamo. La difesa. Bene. La difesa.

La difesa giuocherebbe a zona. La difesa a zona è sempre esistita nel calcio. La difesa

a zona consiste nel marcare l’avversario. Non consiste nel non marcarlo. Se la difesa

a zona non marca l’avversario neppure nell’area di porta, il difetto è nel difensore o nell’organizzazione?

 

Chi è il primo giuocatore che ha il compito di organizzare la difesa? Il numero 1,

il portiere. Ma io ho visto Frey così passivo. Non solo inerte nelle uscite ai limiti

della sua area, non mi sembra neppure che abbia collaborato con i compagni

nel curarne la disposizione.

 

D'altra parte, è pacifico che all'intesa si arriva con la consuetudine e la composi-

zione del nostro insieme è stata tormentata. 

 

Ripeto che fo osservazioni occasionali, lungi da me l’intenzione di svalutare Frey

che è molto bravo. E poi forse mi sbaglio. Voglio soltanto respingere eccessive

critiche verso i difensori singoli.

 

Il Genoa ha perso la partita a metà campo, è chiaro. Evidente la differenza tra la penatrività delle azioni rosa e quelle rossoblù. I mediani rimediati oggi non erano

mediani “di classe”. Questo significa: minor protezione alla difesa, minor proiezione

in attacco.

 

Gli attaccanti si può dire che se la siano cavata bene: tre porte, anche se con

alquanta fortuna, li mettono al riparo delle critiche e bisogna anche considerare la scarsezza di giuoco alle loro spalle e di servizi puliti.

 

Jorquera quando è entrato, nel finale, ha dato una pallida sensazione di una tenue

capacità di timido tentativo di dribbling e tiro.

 

(E se rientrasse in corsa Zé Eduardo?)

 

Che dirò in conclusione?

 

Ha da passare il momento.

 

 

 

Vittorio Riccadonna

 

 







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