Ritorniamo di nuovo col sacco pieno
Data: 12/02/2012 20.31
Argomento: il Grifone in campo


 

 

C. Catania                                      4

(7’ I t.Lodi, rigore; 4’ II t. Barrientos; 7’ Barrientos; 17’ Bergessio)

 

Genoa C.F.C.                                  0

 

Ancora una volta la nostra squadra s’è fatta travolgere in casa di un avversario particolarmente in palla e noi qui abbiamo difficoltà a renderci conto delle vere ragioni e di conseguenza anche a trasmettervi le nostre sensazioni, che sanno di scontato e quindi  sono le stesse che già avete voi lettori, mentre non riescono a comunicare qualcosa di nuovo o interessante.

 

 



Pazienza, rassegnamoci. Vi dico le mie impressioni, così in forma scompa-gnata, in quanto non avrebbe senso soffermarsi a fare della cronaca.

 

Il dominio del Catania è costituito del comportamento tattico. Non ha giuocato per dare il massimo in tutto il corso della gara, ma ha spinto al massimo delle energie nelle fasi iniziali dei due tempi, per tirare poi il fiato.

Ha dimostrato dunque che può essere una sciocchezza il luogo comune che va tanto in voga che in campo bisogna dare sempre il massimo. Ancora una volta mi sovviene una delle frasi da veggente di Scoglio: durante la gara una squadra deve anche sapersi riposare.

 

Di fronte a tale tattica, il Genoa non ha saputo contrapporre alcunché.

Non ha difeso nei momenti di pressione avversaria, non ha offeso quando

ha avuto modo di spingersi in avanti.

 

Addebito all’allenatore gravi errori nella formazione di oggi. Formazione rabberciata, lo sappiamo, ma non è una giustificazione. Avevo capito, dal-

la vigilia, che si meditava di inserire Birsa in isquadra ed io temevo questa decisione e speravo di vedere invece Veloso. Non dico questo per ispregio verso Birsa, capitemi; Birsa anzi non è stato tra i peggiori. Il calcio di rigore che ha provocato scioccamente è un episodio isolato non determinante, malgrado abbia aperto le marcature. No: temevo l’inserimento di un altro esterno, che avrebbe indebolito il centrocampo; non vedevo questa come una formazione armoniosa.

 

Oltre a questo primo errore, è stato rotta la coppia di esterni Sculli-Jankovic, recentemente un polmone della squadra (e infatti nessuno dei due giuocatori si è oggi distinto). Conseguenza: Palacio, isolato, è quasi sparito dal giuoco.

 

Non so dire se Marino avrebbe avuto il coraggio di affiancargli un Pratto o un Caracciolo, se li avessimo ancora. Rimpiangevole l’assenza di Gilardino, si può dire?, ma l’assenza diventa assoluta se uno poi non viene sostituito. Esiste nel gruppo la riserva di Gilardino? Neanche nessun ragazzo delle giovanili? Peccato.

 

Infine non è stato dato sufficiente appoggio ai due lenti centrali di difesa.   

 

L’arbitro Giacomelli di Trieste, piuttosto nuovo alle scene, non ha avuto il coraggio di reprimere con opportuna durezza alcuni interventi sopratutto iniziali dei difensori del posto che al mio olfatto avvertito hanno avuto come un sentore di intimidazione. Non ha avuto il coraggio di assegnare a favore del Genoa un calcio di rigore a metà del primo tempo. Non ha avuto il coraggio di assegnare a favore del Genoa un calcio di rigore a metà del secondo tempo. Inutile recriminare, non è stato lui il responsabile della nostra disfatta.

 

Messi in campo, purtroppo a risultato ormai definito, Veloso, Jorquera e Zé Eduardo, abbiamo visto un diverso modo di giuocare all’attacco. Quegli stupidi lanci in profondità pervicacemente a inseguire, che costituiscono uno dei vizi incancreniti della nostra formazione, sono stati in gran parte sostituiti da passaggi al piede e ho percepito come il vagito di una manovra di assieme.

 

Abbiamo una squadra ancora in divenire.

 

 

 

Vittorio Riccadonna

 







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