Il Genoa in dieci ferma la Juve ''piagnona''
Data: 27/01/2013 08.21
Argomento: il Grifone in campo


Juventus   1 (st. 8' Quagliarella)

Genoa       1 (st 24' Borriello)

Antonio Conte, furibondo a fine partita. Ap

C’era una volta lo stile Juve, oggi squadra capolista che non è riuscita a superare il Genoa, per ora squadra in zona retrocessione, in inferiorità numerica per oltre venti minuti della ripresa ed allora si aggrappa ad un fallo di mano, a detta dei più, abbastanza involontario.

 



Le formazioni Juventus (3-5-2): Buffon; Barzagli, Bonucci, Caceres; Lichtsteiner, Vidal, Pogba, Marchisio, De Ceglie; Vucinic, QuagliarellaIn panchina: Storari, Rubinho, Peluso, Padoin, Giaccherini, Isla, Marrone, Beltrame, Matri, GiovincoAll.: Antonio Conte

Genoa (3-5-2): Frey; Moretti, Manfredini, Granqvist; Pisano, Kucka, Matuzalem, Olivera, Antonelli; Immobile, Floro FloresIn panchina: Tzorvas, Donnarumma, Bertolacci, Jorquera, Nadarevic, Rossi, Said, Sampirisi, Tozser, BorrielloAll.: Davide Ballardini

Un bel Genoa che, in particolare nel primo tempo, sorprende dopo la non molto brillante partita casalinga con il Catania, chiude bene tutti gli spazi, non concede, in sostanza, niente alla Juve con cui gioca alla pari e riesce anche a sprecare alcune pericolose ripartenze non sfruttate come si sarebbe potuto, probabilmente per il non ancora perfetto affiatamento dei molti nuovi giocatori da poco inseriti in squadra.

 

Non sembra obiettivamente la Juve migliore, ma sono innegabili i meriti del Grifone che si dimostra in palla e molto ben disposto in campo.

 

Chi cerca il pelo nell’uovo, non ha visto come brillantissima la prova di Pisano, in evidente difficoltà, spesso superato con facilità dall’avversario ed un po' impreciso e pasticcione anche nei disimpegni, deve crescere.

 

La coraggiosa scelta di Ballardini di lasciare in panca lo sbiadito e sprecone Borriello della domenica precedente ha dimostrato la personalità del poco ciarliero, ma di converso molto determinato Mister.

 

 

 

Una decisione che non potrà che riuscire a responsabilizzare al massimo tutta la rosa perché, ha fatto chiaramente intendere come, da ora, non esistono più gerarchie predefinite ed il posto in squadra bisognerà sudarselo e meritarselo.

 

Borriello è poi subentrato ed ha messo a segno un bel gol, abbastanza stranamente senza esultare, nonostante i fischi che l'avevano accolto al suo ingresso in campo, ma, in effetti, non credo tanto per riguardo a quei colori, ma, più probabilmente, proprio per il suo stato d'animo conseguente a quella, per lui, inopinata decisione.

 

 

 

 

E’ un uomo d’orgoglio e di personalità anche lui e, dunque, se saprà reagire come tale, i buoni frutti non mancheranno.

 

Gran bella partita, probabilmente d’addio, di Granqvist, ma con gli ultimi recentissimi arrivi, la sua eventuale mancanza si dovrebbe, speriamo, sentire poco.

 

.

 

Trascurerei, per una volta, la cronaca spicciola della gara che ha visto il Genoa bravo a recuperare lo svantaggio con un gran gol di Borriello propiziato alla grande da Kucka e poi difeso da un bravissimo Frey autore di più di un intervento decisivo, per ritornare sulle "polemichette" di fine gara.

 

 

 

 

 

Mi riferisco chiaramente alle reazioni abbastanza scomposte, a tutti i livelli, dell’ex “signora del calcio”, quella della quale una volta si sbandierava il cosiddetto “stile Juventus”.

 

Un po’ (eufemismo) patetico Conte che avrà ripetuto per almeno una decina di volte, forse anche più, ossessivamente la stessa argomentazione con un atteggiamento becero e fuori luogo.

 

Alzare la voce, assumere atteggiamenti arroganti e, magari, insultare, sono comportamenti abbastanza frequenti da parte di chi vuole, malamente, provare a dare maggior peso alle proprie argomentazioni di cui, da solo, ha quanto meno il dubbio dell'inadeguatezza o dell'inconsistenza.

 

Lui lo fa un po’ per scimmiottare il suo abbastanza “effervescente” Presidente, ma, probabilmente anche, soprattutto per provare ad evitare di parlare della sua squadra, ieri  incapace di superare un avversario di un "range" inferiore e per di più ridotto anche in dieci per buona parte della ripresa.

 

Che "mariunetti"!

 

Ancora peggio, se possibile, Marotta.

 

Intanto è arrivato ai microfoni per ripetere, anche lui alla noia, il solito ritornello che l’arbitro avrebbe detto "di non essersela sentita", mentre Moretti  ha riferito che in campo, invece, ha affermato d'aver giudicato il fallo come involontario.

 

Non contento, ha poi voluto, sia pure con tanti abbastanza "ipocriti" giri di parole, calcare la mano in modo pesante criticando la designazione di un arbitro "nato in provincia di Napoli", mettendone così gravemente in dubbio l’equanimità, se non addirittura l'onestà.

 

Spiace dover dare conto, infine,  che il ridicolo ex della "ciclistica”, si è superato quando l’intervistatore gli ha ricordato il rigore, molto meno dubbio, negato nel primo tempo al Genoa.

 

Chi non ha sentito non ci crederà, ma, a quel punto, l’ineffabile, con atteggiamento quasi infastidito, ha avuto, scusate, la faccia tosta di replicare che si, ma che però, ecc., ecc. e che, magari, il Genoa quel rigore avrebbe anche potuto sbagliarlo (sic)!

 

L’eccesso di faziosità è, purtroppo, difetto comune nel calcio, ma questi ieri sera hanno davvero esagerato in tutti i sensi.

 

Conte, tra l'altro, fresco reduce da una recente condanna per illecito sportivo (omessa denuncia, con altre imbarazzanti indagini in corso) si è permesso, ed in che modo, di fare, senza alcun ritegno e contraddittorio, la morale all’arbitro.

 

Vedremo se tutte queste "sbarellate" resteranno senza conseguenze, ma a questo punto sembra, comunque, lecita una domanda: ma questi lo sono o ci fanno?

 

Alè Genua!

 

Giancarlo Rabacchi

 

PS. Per le foto si ringraziano la Gazzetta dello Sport ed il Secolo XIX

 

 







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