Sfuggita una faticosa vittoria
Data: 16/12/2013 02.31
Argomento: il Grifone in campo


 

 

Genoa  C.F.C.                              1

(27’ II t. Bertolacci)

 

Atalanta Bergamasca C.           1

(49’ II t. De Luca)

 

 

 

Dominio genovese per mezz’ora; poi un periodo di equilibrio; infine i bergamaschi hanno avuto la partita in mano nell’ultimo quarto d’ora.

 

Cerchiamo di spiegare questo strano pareggio.

 

 

 



Il Genoa voleva vincere, come Gasperini aveva detto: ecco i rossoblù con l’attacco in bella apertura a tre, con Konaté e Fetfazidis in posizione di ali autentiche. Battono il calcio d’inizio in direzione della Nord e partono con manovre veloci, le linee laterali percorse e ripercorse, Atalanta schiacciata in difesa, corner su corner. Già al 1’ Fetfazidis ottiene il primo, sul quale Consiglio alza abilmente il tiro a bruciapelo di Ghilardino, generando il secondo corner; il terzo arriva al 5’, e così via. Al 6’ Consiglio in parata cade malamente a terra e vi resta per due minuti, dopo di che l’arbitro gli consegna la palla in forma di rimessa. Al 9’ buon tiro diagolale di Konaté fuori. Al 18’ Antonelli in tuffo in avanti presso il palo sfiora la palla che esce. Al 20’ su azione di Konaté Matuzalem conclude con un tiro fiacco. Al 21’ l’arbitro fa ripetere un corner al Genoa per aver visto spinte tra giocatori prima che la palla partisse, come di consuetudine.

 

Per compensare lo schieramento avanzato, Gasperini in mediana ha rinunciato a Lodi e Cofie, uomini d’ordine, inserendo Bertolacci.

 

Questo il quadro della prima parte, in cui il Genoa ha profuso molte energie e avrebbe meritato di ottenere il vantaggio. Ha avuto occasioni, ha generato mischie, ha impegnato il portiere avversario tuttavia con poca continuità. Se non ha segnato, non dipende solo dal caso, ma anche da un limite. Sia Konaté, che ha rappresentato la lieta sorpresa in questa fase, che il greco Fetfazidis, schierati sulle due ali, pur con un gioco di dribbling brillante non hanno la qualità di saper puntare direttamente a rete e pertanto la conclusione delle azioni tendeva a gravitare verso il centro area, dove Gilardino era spietatamente marcato da un paio di avversari. Era scarsa la capacità degli uomini mediani di inserirsi incisivamente nell’area di rigore avversaria, per cui agli ampi attacchi del Genoa la difesa atalantina, tutta arroccata, poteva occludere lo sfogo.

 

Vuoi per esaurimento delle forze, vuoi per calcolata presa di respiro, vuoi per controgioco dei bergamaschi, la fase di dominio genoano si spegne, la partita si equilibra e anzi Perin al 34’ deve salvare una brutta situazione con un’uscita su Denis. Il guardalinee Costanzo si distingue per le sue segnalazioni al rimorchio di quelle dell’arbitro. Si va all’intervallo senza altre particolari emozioni, salvo che una punizione viene assegnata all’Atalanta entro i due minuti di ricupero ma viene battuta da Cigarini (nostro promesso acquisto del passato) quando i due minuti sono già scaduti: ne esce un forte tiro che batte sull’esterno del palo e va sul fondo. Cosa sarebbe successo se avessero segnato, si sarebbero ripresentate alcune recenti polemiche? Secondo il regolamento, la partita si puö prolungare soltanto per consentire l’effettuazione di un calcio di rigore; non di un calcio di punizione.

 

Nel secondo tempo. Gasperini ha capito che non comandiamo più il gioco e sostituisce entrambe le ali, che sembrano aver esaurito la birra. Non più, però, come faceva una volta, ai bei tempi, quando sostituiva gli esterni con altrettanti esterni; ma rinforza il centro passando ad un attacco a due, con Calajö: quindi un 3-5-2. Subito dopo che, al 25’, Denis sull’altro fronte ha tirato troppo alto,  Gilardino in tackle con due avversari manda la palla all’indietro, forse inavvertitamente, a Bortolacci che arriva e staffila in porta. Uno a zero!

 

Il rimanente della gara vede attacchi bergamaschi e purtroppo un evidente calo di forze dei genoani, con errori nei rinvii e cadute a terra per crampi. Al 34’ Perin salva in uscita sul nuovo entrato De Luca, al 44’ para ancora. Al 4° dei 5 minuti di ricupero Atalanta segna, sfruttando un pallone perduto dal Genoa e manovrando al centro della nostra area.

 

Un certo peso, in questo finale di gara, ha avuto anche la pochezza dell’arbitro Banti da Livorno e qui si inserisce una considerazione più generale.

 

Sull’1-0, Gilardino, giocatore che merita ogni nostra lode, è andato a terra per un secco calcio ricevuto nella gamba da dietro e Banti ha fischiato semplicemente il calcio di punizione: nell’occasione, Banti è stato persino applaudito dal pubblico perché ne aveva visto una. Piú tardi, il suo marcatore Lucchini l’ha spinto a terra con una carica fiancale ritardata e Banti l’ha ammonito, secondo me senza particolare ragione, forse calcolando una sommatoria dei precedenti. Se non che, due minuti dopo si è visto un fallaccio di nuovo di Lucchini su Gilardino senza alcun dubbio, questo, meritevole di cartellino, e invece qui Banti ha gravemente sbagliato: Lucchini è rimasto in campo e l’Atalanta ha potuto concludere i suoi decisivi attacchi con 11 uomini. Ora mi domando: dopo le polemiche contro l’arbitro Giacomelli a Cagliari per l’assurdo motivo che non si era ricordata la precedente ammonizione, questa volta dobbiamo forse pensare che Banti ha avuto il merito di ricordarsela, la precedente ammonizione? Un giocatore ammonito diventa immune?

 

 

 

Vittorio Riccadonna

 

 







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