Il Genoa lascia il passo
Data: 29/09/2014 03.08
Argomento: il Grifone in campo


 

Genoa C.F.C.                0

U.C. Sampdoria           1

(31’ II t. Gabbiadini)

Genoa: Perin; Roncaglia, De Maio, Burdisso (25′ II t. Bertolacci); Edenilson, Rincon (36′ II t. Falque), Sturaro, Antonelli; Perotti, Pinilla, Kucka (15′ II t. Matri).

Sampdoria: Viviano; De Silvestri, Silvestre, Romagnoli, Regini (11′ I t. Mesbah); Soriano, Palombo, Obiang (45′ II t. Krsticic); Gabbiadini (40′ II t. Sansone), Okaka, Eder.

Arbitro: A.Damato da Barletta.

Ammoniti: Silvestre, Burdisso, Eder, Pinilla, Sturaro, Okaka, Obiang.

Ammirevoli coreografie introducono una gara fortemente combattuta ma misera di manovra; in sostanza equilibrata, è stata risolta nel finale da una segnatura avventurosa e forse non del tutto regolare: una punizione dalla linea laterale sotto le tribune calciata con forza verso la Sud, attraversa l’area di porta gremita di uomini e raggiunge l’angolo basso opposto.

 



Episodi notevoli sono stati radi, tiri verso le due porte scarsi assai.

Da questo quadro di equilibrio tuttavia emerge, tra le due squadre, qualche differenza.

Si tratta di un‘impressione quasi impalpabile, ma la Sampdoria sembra più assestata, più padrona del campo, più sicura e persino più volitiva. Il Genoa al confronto sta ancora costruendo propri schemi di giuoco, da squadra rinnovata qual è. Peraltro il Genoa specie nel primo tempo ha effettuato giocate brillanti, che se concluse in buon modo lo avrebbero portato in vantaggio.

L’attacco del Genoa ha qualcosa di atipico: al finissimo Perotti che ricama da un lato, fa riscontro il potente e rude Kuzka dall’altro, bravo nel trascinare palloni in avanti ma insufficiente come giocatore d’ala nelle giocate decisive. In una squadra, stanno bene giocatori di diverso orientamento; questo è vero, come però è vero anche il contrario. Forse vedremo in futuro in coppia Perotti e Lastienne.

L'impressione che Perotti sia male sfruttato dipende poi dalla mancanza di un creatore di gioco, diciamo così, alle spalle degli attaccanti. Un discreto apporto glielo dà Edinilson, fino a un certo punto.

Il Genoa ha cercato di svincolarsi, nel secondo tempo, affiancando all’attacco Pinelli e Matri. Troppo bravi per lasciarne uno fuori, ma necessitanti di appoggio soprattutto se schierati in coppia; infatti a questo scopo è stato immesso poi nel gioco anche Bertolacci. Forse un tentativo di forzare la vittoria, o forse Gasperini presentiva che la partita rischiava di sfuggirgli; e infatti il colpo di sfortuna è successo.

Diciamo che la Sampdoria è stata superiore almeno in questo: nel saper tirare le punizioni, avvalendosi dell’esperienza del proprio allenatore.

Insomma, è stata quel confronto di cui non si sa bene se il risultato è soltanto fortuito, disceso dal caso, oppure se una logica ne era la premessa.

Abbiamo visto due squadre con buone possibilità: una, già lanciata; l’altra, ricca di molti valori da impastare assieme.

L’arbitro Damato non ha trovato il registro giusto per dominare le molte entrate al limite, oscillando tra il corrivo e lo sventolatore; troppe le spinte sistematiche non rilevate, a cui spesso seguiva il controfallo fischiato.

 

Vittorio Riccadonna

 







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