Dedicato a Bruno
Data: 02/03/2015 13.08
Argomento: dalla redazione


Ho scoperto con emozione che i giovanissimi grifoncini del 2000, che hanno portato a casa la più prestigiosa vittoria possibile al loro livello (Trofeo del NIKE), avevano iniziato il loro percorso alcuni anni fa insieme ad allenatori come Bettella e Bianchi assistiti da un Dirigente alle prime armi, ma ricco di entusiasmo di nome Rabacchi Bruno.

I Giovanissimi Nazionali (classe 2000) del Genoa in festa dopo aver vinto il Torneo Nike. Oddi

I Giovanissimi Nazionali (classe 2000) del Genoa in festa dopo aver vinto il Torneo Nike.



Per vicende varie,  dopo alcuni anni, Bruno ha lasciato quell'incarico, ma loro non lo hanno mai dimenticato e, nonostante trascorsi due anni dalla sua uscita, gli hanno tributato una grande dimostrazione di tutto il loro affetto quando Bruno è mancato.  

A rischio di una caduta nel patetico, mi fa piacere pensare che Bruno da lassù abbia gioito insieme a loro per questa davvero straordinaria impresa di quelli che sono stati anche i suoi affezionati ragazzi.

In aggiunta come non ricordare anche che questa non è neppure la loro prima vittoria importante, infatti gli stessi grifoncini del 2000, seguendo le orme del "Faraone, trionfarono due anni fa nel Torneo Spensley.

Ricordo che in quella squadra c'erano il figlio dell'allora capitano del Genoa Portanova e quello dell'amico Roberto Girgi, attuale magazziniere, arrivato in rossoblù anche grazie allo Spensley, Torneo al quale ha collaborato per anni prima d'essere assunto dal Genoa.

Girgi junior, terzino fluidificante, è tuttora una colonna di quel team vincente.

Mi si perdoni il passaggio autoreferenziale e leggetevi, se, come immagino, Vi farà piacere, come è stata ampiamente commentata anche dalla Gazzetta dello Sport questa prestigiosa vittoria nel NIKE dei nostri grifoncini.

Genoa, vivaio in festa dopo la vittoria della Manchester Cup

Parla il responsabile Sbravati: "Non ci ero riuscito con El Shaarawy... Ma occhio a Mandragora, sembra Thiago Motta"

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01 marzo 2015 - Milano

Viene presentato come lo scopritore di El Shaarawy Michele Sbravati, responsabile del settore giovanile del Genoa, lui si schernisce subito: “Non ho scoperto El Shaarawy, l’ho solo incrociato. Ho avuto fortuna, stavo a Savona, la sua città. Uno col suo talento si scopre da solo”. Ma con in campo il piccolo Faraone, già allora una spanna sopra gli altri, il club rossoblù non riuscì a vincere la Manchester United Premier Cup, ci è riuscito questa mattina, con i vari Pellegri, Bianchi, Zola – il padre è cugino di Gianfranco – Bulgarelli e Trabacca, battendo 1-0 l'Inter di bomber Merola. “Ero io in panchina quando lo giocammo con El Shaarawy – continua Sbravati – con me faceva il centrocampista interno, col numero 8: sarò matto io, ma per me quello è il suo vero ruolo. Quell’anno da allenatore uscii nel girone per differenza reti, perché allora passava solo la prima, quest’anno invece ho vinto da responsabile, insieme al direttore Francesco Bega, con cui abbiamo costruito questa squadra. Costata, tra cartellini e premi di valorizzazione, solamente 16.000 euro: ci sono società che spendono 20 volte tanto, per la stessa categoria".

 

Vivaio che rende — Il vivaio del Genoa, in questi anni, è stato una macchina da soldi per il club: Sturaro è l'ultimo gioiello venduto, prima del centrocampista passato alla Juventus c'era stato El Shaarawy, il prossimo sarà Mattia Perin, il cui valore aumenta di mese in mese. "Sono ben 72 - spiega il responsabile - i ragazzi passati dal vivaio del Genoa che vivono di calcio, tra A e Lega Pro, da El Shaarawy, col suo ingaggio importante, a Carlini, un '91 che sta al Lumezzane. Uno che ogni anno rischiava di non venire confermato, e invece si è applicato, è migliorato, e ha trovato una squadra e un lavoro in Lega Pro: sono questi quelli che ci rendono più orgogliosi, ancor più che i campioni. Anche se ovviamente siamo contentissimi se un ragazzo come Sturaro riesce ad arrivare alla Juventus: ho sentito che lo paragonano a Gattuso, ma le sue caratteristiche per me non sono solo quelle, diciamo che è un misto tra Gattuso e Dino Baggio. Ma occhio a Mandragora, che ha stupito tutti all'esordio in A: è un piccolo Thiago Motta, un centrocampista completo, che sa fare molto bene le due fasi di gioco, interdizione e costruzione. Lo abbiamo preso in Campania e fatto crescere, dopo alcuni provini presso altri club che lo avevano scartato. Doveva fare il suo stesso percorso anche un altro '97, Panico, un attaccante nel giro della Nazionale: lo siamo andati a prendere a Sezze, in provincia di Latina, si è infortunato al ginocchio all'inizio della stagione, ma si allenava già con la prima squadra, per me ce la farà lo stesso a esordire prima di fine campionato".

 

I RAGAZZI DEL NIKE — Tra qualche anno - in un vivaio con due soli stranieri, uno in Primavera e uno negli Allievi - potrebbe toccare ai ragazzi del 2000, che hanno vinto la Manchester United Premier Cup (o torneo Nike) senza incassare un gol. "Un grande risultato quello del gruppo dei mister Brunello e Ferroni - continua Sbravati - e abbiamo giocato la finale senza due difensori centrali: in certi momenti abbiamo dovuto ringraziare il nostro portiere, Bulgarelli, che è bravissimo, uno dei tre nel giro della Nazionale Under 15. Abbiamo 19 ragazzi liguri su 25 dela rosa, tutti nati nella nostra scuola calcio: quest'anno è arrivato Capanna, un 2000 da Roma, che due anni fa giocava in parrocchia, neppure nella scuola calcio, e ha un senso tattico importante, abbiamo un ragazzo dalla Calabria, due veneti, e uno di Latina, Malandruccolo, che al torneo non è venuto, ma è uno dei più bravi, in un gruppo davvero molto interessante". In cui però, oltre a due bei terzini di spinta, Tagliabue e Piccardo, e al fantasista Trabacca, spiccano i due centravanti, Flavio Junior Bianchi e Pietro Pellegri. "Due bomber veri - spiega il responsabile - il primo è il nostro capitano, un centravanti moderno, che sa sacrificarsi per la squadra come fare gol. Pellegri è del 2001, ma non possiamo farlo giocare con i coetanei: è alto, forte, veloce e cattivo, fargli vincere le partite da solo non servirebbe né alla sua crescita né a quella dei compagni, migliora molto di più giocando qui con i più grandi". Nato e cresciuto a Genova, il padre è dirigente accompagnatore della Primavera, che questo fine settimana aveva una trasferta importante, con la Juventus. "Ti facciamo sostituire, vatti a vedere tuo figlio", gli hanno detto in società. Ne valeva la pena: il figlio, che a 13 anni è già alto 1.84, ha vinto da protagonista il torneo più importante che si può vincere a quell'età."

 

Giancarlo Rabacchi

 

PS. Segnalo:

- il link da usare per avere un'idea di quella che sarà l'esperienza dei nostri grifoncini la prossima estate https://www.youtube.com/watch?v=tESioAarcSg;

- il link su youtube per vedere immagini della evento finale

 www.youtube.com/watch?v=qnuCNuMT1ak







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