La storica medaglia di De Prà
Data: 13/03/2015 13.12
Argomento: dalla redazione


 

I giornali danno oggi la notizia della morte dell'ultracentenaria moglie di Giovanni De Pra la Sig.ra Maria Bernabei.

 

 



Sentite doverose condoglianze ai familiari, ed in particolare al nipote Luca, con noi sul pullman domenica scorsa ad Empoli dal quale abbiamo avuto interessanti ragguagli sulle qualità dei “giovanissimi” recenti vincitori del trofeo Nike.

Questa triste notizia offre l'occasione di ricordare vecchie storie legate al nome De Pra, una figura davvero unica nella storia del Genoa, un grande orgoglio di tutta la genoanità.

Lui, che era stato capace di dire di no alla Juve che lo voleva ingaggiare: grazie, rispose, sono onorato, ma non me la sento di lasciare la mia squadra e la mia città, valori, raccontò dopo, per lui più importanti anche dei soldi.

Quel no non fu il primo perché, in precedenza, se ne ricorda anche un altro piuttosto secco che lui ebbe il coraggio di dire a mussolini cui osò disubbidire e lo fece proprio per la sua Maria.

Era l'estate del 1928, lui per quel periodo aveva programmato il suo viaggio di nozze.

In contemporanea si svolgevano le Olimpiadi cui partecipava anche l'Italia del calcio con fondate ambizioni.

Nella comitiva azzurra non erano ammesse le donne, ma lui, poche storie, disse che senza la moglie non sarebbe andato, se lo potevano scordare.

L'ebbe vinta, ma raccontano che lo stesso mussolini, per ritorsione a quel suo rifiuto, diede ordine di non consegnarli, come a tutti gli altri giocatori, la medaglia di bronzo vinta dal team azzurro, fu l'unico, infatti, di quella spedizione a non essere premiato.

Una abbastanza meschina vendetta che dimostra quale fosse, già allora, il basso profilo della classe politica dirigente del nostro paese. 

Ci volle un grande Presidente di Federazione come Artemio Franchi che, 34 anni dopo, volle riparare quella ingiustizia e consegnò a De Pra la sua meritata medaglia.

La storia di questa medaglia, però, non finisce lì, perché De Pra, poco prima di morire, con un ultimo gesto di grande genoanità volle che fosse interrata dietro la porta del Ferraris con alle spalle la Gradinata Nord.

L’ultimo capitolo, almeno per ora, di questa storia si ebbe nel 1990, quando in occasione di Italia 90 il Ferraris venne ricostruito, in allora l'amara sorpresa: la famosa medaglia era sparita, evidentemente uno sciacallo se l'era portata via.

Un atto di cui nessuno potrà mai vantarsi, potrebbero, invece, restituirla con un gesto, questo sì, davvero rimarchevole e riparatore, sarebbe il secondo dopo quello del Presidente Franchi.

Giancarlo Rabacchi

 







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