Finale tempestoso
Data: 26/09/2016 01.19
Argomento: il Grifone in campo




Genoa C.F.C. - Delfino Pescara 1936 F.C.   1-1
Porte: 2’ II t. Simeoni; 40’ Manaj.



Giornata di sole, temperatura moderata.

In preparazione alla partita, io avevo sostato un quarto d’ora su una panchina, al fresco di alberi frondosi di un giardinetto cittadino; m’era venuto da pensare: ecco, anche questa panchina è un po’ mia: sono cittadino di questa città, vi nacqui, e pertanto questa panchina è anche un po’ mia.

I giuocatori entrano in campo con le divise tradizionali. La maglia del Delfino è quella della mia squadra nel suo antico secondo anno di vita. Ricorda anche il Savona, e forse, di lontano, la defunta Andrea Doria. Anche la maglia del Delfino è anche un po’ mia.






Forza, Delfino, fatevi onore.

I due capitani portano il numero otto. Penso che avremo due capitani ottimi.

Burdisso vince il campo e Genoa si sistema contro Sud.

Minuto di silenzio. Piangiamo l’improvvisa morte di Franco Ferrari, forte terzino del passato e dirigente tecnico di Federazione Calcio. L’altoparlante chiede il silenzio assoluto; inutilmente: a metà del minuto parte l’applauso della Nord. Ci sono due modi di piangere: c’è che piange in silenzio.

Delfino parte bene: al 5’ Perin esce prontamente a terra a smorzare un’azione ficcante e al 6’ può limitarsi ad osservare un fortissimo tiro diagonale di Caprari che sfiora il suo palo destro alla base.

Genoa risponde un minuto dopo con una fumosa azione sulla sinistra che si va a impantanare nella difesa avversaria - difesa avversaria che si dimostra sempre bene piazzata.

Si apre un momento buono del Genoa: 11’, sfiora il gol su un centro contrastato forse anche con fallo di mano, a me sfuggito; 12’, Simeoni sfiora di testa la palla davanti alla porta; 13’, suo colpo di testa rimpallato tra gli avversari; 14’ buona azione genoana e tiro alto di Ocampos.

15’: un primo lampo all’orizzonte, l’ammonizione di Rigoni. L’equilibrio sta spostandosi e il filo conduttore passa alquanto nelle mani di Delfino. Sembra che l’asse negro Ncham-Edenilson non produca una manovra efficace: più razionali i bianco-azzurri.

16’: forte tiro del pescarese Zampano alzato da Perin e sul calcio d’angolo, Perin para facilmente un colpo di testa.

19’: per un dribbling stretto tra due avversari che lo contrano, Ocampos resta a terra; si rialza; corricchia; ricade; deve abbandonare. Sostituzione? Gakpé. Questa si rivela una tegola. Perduto Ocampos, l’attacco resta monco sull’ala sinistra (qualcosa cerca di fare Laxalt) dove quasi cessa di esistere, poi che Gakpé tende a spostarsi al centro in attesa di traversoni provenienti dall’altra parte.

32’: una mischia paurosa davanti a Perin vene sventata.

37’: azione Laxalt-Gakpé con centro-passaggio alla difesa.

47’: mischia questa volta sotto la porta di Bizzarri: palla va verso il corpo di Fornasier, ultimo difensore della porta. La palla è parata dal suo corpo, petto/coscia; ma anche col braccio ? Intenzionalmente? C’è chi lo sostiene. Il tempo è finito. Ora guardano la ripresa televisiva. Folli! La televisione non è strumento atto a dare queste risposte, o forse le può dare sbagliate oppure discutibili come tutte le altre opinioni. Cosa posso dire io? Niente di sicuro. Dove mi trovavo? Non tanto vicino. Qual’è la mia capacità visiva? Una volta era migliore. Ma diamine, siamo tranquilli, un testimone esiste: un professionista, un vero arbitro, con 11 undicesimi di vista, colla funzione di giudice di porta e quindi con tale compito specifico. Dunque, se costui, nominato ufficiale di gara e assistente dell’arbitro, era lì a pochi metri e ha dato segno tutto bene, allora siamo certi che così è stato. Anche davanti alla televisione, chi sono io per contestare?

Nell’intervallo Juric cerca di rimediare inserendo finalmente Pandev. E proprio Pandev suona la carica appena ripreso il giuoco, con una corsa lunga in avanti palla al piede. Lo stadio s’infiamma, i giocatori sentono il momento. 2’: il giovane Simeoni corona l’impressione positiva che ha lasciato, scagliando in porta, da sinistra con la traiettoria bassa più breve, un pallone ricevuto da Gentiletti. 1-0.

La partita sembra ormai dominata, ma ecco ancora un lampo all’orizzonte a minacciare tempesta. 4’: al limite dell’area avversaria, Pandev subisce un chiaro fallo di trattenuta che l’arbitro Irrati non rileva e il pallone perduto si trasforma in un veloce tentativo di contattacco che Edenilson, ancora nella nostra metà campo, ritiene di bloccare con uno sgambetto, con il costo inevitabile di ammonizione.

La partita, anche nel primo tempo, non era stata sempre nei limiti della correttezza ma con questo episodio comincia a precipitare.

6’: ammonito Gakpé.

7’: ammonito Zampano per fallo su Laxalt.

11’: azione in profondità di Rigoni che arriva a Laxalt il quale sbaglia centrata.

Poi il giuoco tende a rilassarsi, ma è come la belva che si raccoglie per fare il salto.

28’: Edenilson salva di testa anticipando alto l’avversario vicino al palo destro di Perin.

29’: espulsione, per fallo sul bravo Caprari, di Edenilson, già ammonito. Genoa in 10, entra Muñoz. Sulla punizione un fortissimo tiro va a lato, sulla sinistra di Perin. La tensione esplode.

33’ espulsione di Pandev, che per protesta per un fallo non datogli, insulta (così si presume) l’arbitro. Genoa in 9.
Casualità: Delfino Pescara per la seconda volta nella settimana gioca in 11 contro 9.

38’: eroica incursione di Rigoni fino nell’area di rigore avversaria.

40’: con ottima azione di Zampano da ala destra supera due difensori rossoblù d dà al centro sottoporta il pallone del pareggio.

42’: Rigoni si permette di temtare un tiro in porta: girata alta.

46’: un invitante pallone per il Pescara tirato malissimamente alto.

49’: una deliziosa (che spavento!) girata di testa esce sfiorando i lpalo basso alla destra di Perin, che non avrebbe potuto parare.

Quindi la sospirata fine: il Delfino non è riuscito a vincere.

Protagonista, troppo, è stato l’arbitro Irrati, che ha confuso l’intransigenza col buon governo. Ha fatto l’errore, evidente, che ha originato la prima, inevitabile, determinante ammonizione di Edenilson (un fallo lasciato passare può causare un controfallo punito). Alcune sue decisioni sono sembrate, a una parte del pubblico, una parzialità, se non che anche il pubblico è parziale. Ha provocato nervosismo in campo. Eccetera.

Ma ritorniamo all’amato Genoa; e al problema, già toccato, dell’organizzazione dell’attacco. Forse anche per eccesso di zelo. Giuocatori esperti come Veloso e Pandev, ancorché provocati da situazioni ingiuste, non dovrebbero esporsi stoltamente a espulsioni e squalifiche. Un giocatore già ammonito come Edenilson dovrebbe stare più attento negli nterventi. Nel concludere le azioni a volte sarebbe buona una certa freddezza. Ma cosa dico ... provate a correre come disperati per un’ora e mezza e poi vedete un po’ se ce la fate a essere sempre razionali.

Va bene. Ora abbiamo parecchi giuocatori fuori, ma almeno rientra Veloso. Il nostro Juric non le ha centrate tutte oggi, ma c’è tempo, c’è tempo.



Vittorio Riccadonna



GENOA
: Perin; Izzo, Burdisso (cap.), Gentiletti; Edenilson, Rincon, Ntcham (II t. Pandev), Laxalt; Rigoni; Simeone (31' II t. Muñoz ), Ocampos (21' I t. Gakpé).
DELFINO PESCARA : Bizzarri; Crescenzi (35' II t. Aquilani), Campagnaro, Fornasier, Biraghi; Zampano, Brugman, Memushaj (cap., 25' II t. Manaj); Benali, Mitrita (19’ II t. Verre); Caprari.
Arbitro: M. Irrati da Pistoia
Ammoniti:
Edenilson, Gakpe, Zampano, Campagnaro, Rigoni, Manaj.
Espulsi:
Edenilson, Pandev.







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