Genoadomani - Le cinque parole di Prandelli

Si buccina che l’impegno del Genoa con Prandelli verrà strappato e devo confessare che ne ho un senso di delusione.
Indipendentemente dal valore dell’eventuale futuro sostituto e quindi della eventuale convenienza della eventuale scelta, mi domando da dove discenda la logica che conduce la direzione sportiva del Genoa su tali binari di permanente instabilità e dubito che verso Prandelli la direzione sportiva del Genoa onori del tutto la specchiabilità dei rapporti.

Noi poveri commentatori da quattro soldi regoliamo i nostri pensieri su quello che leggiamo oppure udiamo secondo i mezzi comuni di informazione; però abbiamo memoria e annotiamo.
Prandelli, dall’alto della sua esperienza e maturità, è sempre stato misurato in ogni suo commento. Ma, a partire dal mese di dicembre scorso, cinque frasi Prandelli ricordo che avrebbe espresso, in successione:
- m’avevano detto che la squadra sarebbe restata fino a giugno;
- se lo hanno venduto vuol dre che hanno pronto il sostituto;
- farà una grande carriera (in contraddizione con Perinetti);
- uno che segnava l'avevamo; ora dobbiamo salvarci, a giugno valutiamo le prospettive;
- rispetterò tutte le decisioni, a fine campionato dirò quello che penso.
Ne traspare innanzi tutto, in modo sommesso, una forma di dissenso verso la direzione sportiva, a causa sia di uno scarso rispetto da parte di questa degli accordi in base ai quali egli aveva assunto l’incarico di allenare, sia di un progetto tecnico che egli teme finisca a bordeggiare in acque troppo basse.
Nel contempo a noi ne deriva il timore che quello che appunto è il progetto principale che interessa, cioè la costruzione di una squadra più forte - secondo le intenzioni e le speranze dell’allenatore Prandelli (non l’ultimo venuto!) - non trovi sbocco e di conseguenza l’allenatore riesca scomodo.

Vittorio Riccadonna
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