La terza Rivoluzione è stata abortita
Data: 28/12/2019 23.08
Argomento: dalla redazione



La persistenza di Thiago Motta avrebbe portato alla realtà del Genoa la terza grande rivoluzione tattica della sua storia.



La prima fu del 1945, anzi in verità antecedente, col passaggio dal “metodo” ortodosso applicato fin dagli albori del calcio italiano (2 terzini liberi) al “sistema” inglese (marcature a uomo, centromediano trasformato in terzino centrale). La tattica segnò l’evoluzione. Man mano tutte l’altre squadre seguirono (una delle ultime fu il Bologna).
Venne presto il correttivo del “mezzo sistema” (1 terzino libero) da parte dei Vigili del Fuoco di Barbieri nel 1943, della Bolzanetese di Mazzarello nel 1946, della Salernitana di Viani nel 1948.
La seconda rivoluzione arrivò da Scoglio, che portò il gioco a zona (2 terzini centrali). Fu uno dei 4 allenatori che lo intriodussero in Italia. Anche questa tattica segnò l’evoluzione. Dopo qualche tempo si generaizzò anche da noi.
Ma a quel punto Scoglio, sempre profeta, dichiarò: il 4-4-2 è superato. E venne anche in questo caso il correttivo.
Abbiamo oggi assistito, per un troppo breve e ormai concluso periodo, alla terza rivoluzione: un gioco nuovo portato in Italia da T.Motta.
Anche questa volta, abbiamo pregustato gli sviluppi del futuro.
Ci hanno precluso questo progresso la evidentissima incompletezza della squadra riguardo le capacità realizzative e alcuni errori di formazione e di cambi: chiamiamo qui errori aver privilegiato la visione concettuale rispetto ad alcune esigenze contingenti. Si tratta, è chiaro, di due aspetti del tutto separati. Uno riguarda il futuro, che è fatale nel suo lungo corso; l’altro aspetto riguarda il contingente: l’inesperienza, la lacuna di un centrattacco all’altezza.
Il Genoa ha rinunciato a inoltrarsi verso il futuro.
Il Genoa ha iniziato una strada e non ha avuto il coraggio, e neppure il senno, di seguirla.
E ora io non sono più ottimista.

Vittorio Riccadonna







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