Soci spettatori: lettera aperta
Data: 18/06/2020 11.10
Argomento: dalla redazione



                                      PROPOSTA

Ricominciano le partite, a porte serrate – al presente, e fino a quando sarà.

All’interno degli stadi, staranno:
- i fattori dello spettacolo: giocatori delle due squadre, allenatori, medici, massaggiatori, assistenti, arbitri: arrivano in anticipo in posto nascosto; sono tesserati Federazione; sono contingentati! (100 persone al massimo?);



- giornalisti, fotografi, addetti riprese TV, intervistatori;
- poche persone di servizio, qualche commesso;
- dirigenti federali nelle loro funzioni;
- forse anche tesserati federali in libertà;
- dirigenti e presidenti delle società in gara; costoro possono entrare in tribuna anche in ritardo. Non si può credere che a certuni di essi, e mai che mai a un presidente, si possa proibire l’accesso per superato contingente. Il loro diritto a presenziare alla partita è di logica: nelle loro valutazioni sta in culla il divenire della società.
Nessun accesso alla partita sarà consentito invece a chichessia in virtù di biglietto o abbonamento.
Con qualche fatica sono riuscito a tracciare quel che mi sembra il complesso quadro delle presenze allo stadio alle prossime partite, forse incompleto.

Un capitolo è rimasto escluso.

Il Genoa ha infatti una singolarità: l’esistenza di soci, detti comunemente i piccoli azionisti.
Nella loro qualità, anch’essi partecipano, seppur in minima misura, alla gestione della società: votano i bilanci, discutendo sui movimenti dei giocatori; fanno valutazioni, in teoria con una qualche possibile influenza. Sotto questo aspetto, potrebbero, sempre in teoria e nei loro limiti, considerarsi aggregati, per facoltà di valutazione, al presidente o ai dirigenti della società.

Da tale considerazione, io lancio al Genoa C.F.C. una proposta:

                            ammettere in tribuna tutti i soci abbonati.

Immagino che servirà un consenso delle autorità, pur appartenendo tanto al piano della logica l’idea, che forse non sarebbe neppure necessario un apposito benestare.

Vediamo però gli aspetti positivi di un tale esperimento: dà una sensazione alquanto rivoluzionaria, in realtà ha la giustificazione logica di un implicito riconoscimento alla figura del socio.

Si vuole:

- Favorire la conoscenza, nell’ambiente sociale.
- Non ledere alcun principio.
- Consolidare i rapporti interni alla società.
- Avvicinare soci e presidente.
- Porre una pietra di contraltare, rispetto ad altri contatti con altra tifoseria diversamente pretenziosa e pericolosa.
- Gratificare i soci.
- Dare un esempio di genoanità all’intera Genova.
- Attirare le simpatie di tutti i genovesi. Ottenere apprezzamento della città.
- Valorizzare la singolarità del Genoa, che promosse l’azionariato diffuso.
- Stimolare l’interesse all’azionariato da parte di terzi, sia in piccolo, sia in grande.
- Inoltre stimolare indirettamente l’intersse agli abbonamenti.
- Non generare pericoli di contagio - poche persone in amplissimi spazi!
- Non imporsi alcun costo, salvo che per un breve controllo delle persone e delle tessere, da farsi in un varco preciso e in un tempo determinato.
- Non doversi preoccupare di disordini, ci mancherebbe altro, semmo ‘na mandillà de amixi.
- Impegnare comunque i soci sull’onore, e pena la sospensione, a un comportamento silenzioso e riservato.
- Dare un segnale di movimento al sistema nazionale.
- Dare all’intorno un segno di coraggio.
- Dare lo stesso segno ai soci.
- Varare un’iniziativa nostra specifica, di indipendenza, non imitabile: sarebbe un ulteriore primato.
- Fare qualcosa di sapore antico, nel senso della storia.
- Sollevare invidia altrui.
- Spegnere una questione interna tra soci, minima, circa il mancato godimento degli abbonamenti.
- Onorare il principio dell’importanza delle piccole cose.

Una richiesta di tale disciplina alle autorità, perché pensare che debba essere respinta?
Sarebbe una libertà, quella richiesta, di estrema esiguità, quasi inavvertibile: ben poche persone ne beneficerebbero e risulterebbero visibili, in luogo del pubblico, e fuori dalla ripresa della TV. In pratica, soltanto un limitato ritocco all’elenco suddetto delle persone ammesse in tribuna.
Non esisterebbero problemi di selezione o di precedenza.
Anche il governo, persino, può consentire a una novità costruttiva.


Vittorio Riccadonna







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