Serbia - Giordania

SERBIA   10 

GIORDANIA 0

Arbitro: signora De Palo.

Eccoli: finalmente sono arrivati. Con una giornata di ritardo, dopo un viaggio avventuroso. Eccoli, i ragazzi della Giordania, in tenuta color rosso (che nella nostra  iconografia significa umanità, carità).  Dunque, la giordana Salaam (“pace”) contro la serba Bubamara (“la coccinella”). Come dire: allievi contro maestri. Da una parte, una squadra che è esito di una cultura calcistica secolare; dall’altra un manipolo di giovani che giocano un calcio delle origini. Avranno mai goduto, questi ragazzi, di un campo in erba? Quante volte avranno potuto giocare su un regolare campo da 11? Li vedo a tratti ammassati in difesa, in cinque  sulla linea di porta. A gioco ampio, eccoli con due terzini “liberi” vicino al portiere; ma non sfalsati, come si usava in antico col fuori gioco a tre, bensì sulla stessa linea, abbandonando la metà campo agli avversari.
Mi è venuto da sorridere quando hanno cercato di effettuare un calcio di rinvio per mezzo di passaggetti in area di rigore, senza calciare la palla direttamente fuori area come è prescritto, e non capivano perché l’arbitro sgradisse la manovra. .Ma era un sorriso di dolcezza e di speranza: dolcezza, per le nuove esperienze di questi giovani, speranza, per il progresso di questo sport che ci avvicina. 

I confronti individuali non sono stati completamente impari, alcune buone note tecniche nella Giordania si sono avvertite, come qualche buon dribbling del 10 Zeidoum o le valorose parate del portiere.

Vittorio Riccadonna

 





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