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dalla redazioneOgnuno ha le proprie debolezze, se volete ... manie
27/10/2004

Personalmente ho un debole per certi valori semplici e lineari della vita come l'umiltà, la lealtà, "il rispetto delle regole e sul valore di qualcosa nello sport, che non sia solo vincere e guadagnare a tutti i costi" (virgolettato perché incidentalmente mi sono ritrovato a scrivere qualcosa di simile a quello di un giornalista di cui si dirà più oltre). Temo molto e disistimo anche il fanatismo per tutti i guasti che ha prodotto nel mondo, prima di tutto in politica, ma lo stesso discorso vale anche per il mio amato  sport, il calcio in particolare.

Come già fatto su altri siti, mi piace riportare qui un estratto di un articolo di Gianni Mura, valente giornalista di Repubblica che bene ha messo a nudo alcuni  dei difetti che non di rado si incontrano a tutti i livelli quando prevalgono sentimenti diversi da quelli che animano tutti quelli che sanno essere buone persone,  buoni sportivi oltre che buoni tifosi e che cercano di tenersi lontani dagli eccessi di qualsiasi genere.
Un uomo che legge, secondo alcuni,  ne vale due, bene credo che quella che segue possa essere una eccellente lettura che mi permetto di suggerire a quelli, spero non pochi, che un po' la pensano come il sottoscritto.


GIANNI MURA : Mentre nel calcio ferve (e serve) il dibattito "palla fuori sì o no" e se ne attende un altro sull´apertura costante dei gomiti (Panucci espulso in Germania, ma in Italia non c´è problema), mentre qualche patetico e schifoso buonista insiste sul rispetto delle regole e sul valore di qualcosa, nello sport, che non sia solo vincere e guadagnare a tutti i costi, va segnalato un caso di fair- play nella politica internazionale. Dunque, Fidel Castro rotola giù dal palco di Santa Clara manco fosse a Paperissima, si rompe un po´ di ossa e gli Usa fanno sapere di "non" augurargli pronta guarigione (prendo testo e virgolette dalla prima pagina del Corsera di venerdì). A Bruxelles la signora Loyola de Palacio, commissario europeo, graziosamente commenta: "Tutti speriamo che Castro muoia quanto prima. Non che lo uccidano, ma che muoia". Diventa un po´ difficile fare il sermoncino a tutti quelli che allo stadio gridano "devi morire" al giocatore che resta a terra.
Per i loro gusti, però, è stata una settimana stupenda. L´arbitro russo Ivanov, che è considerato tra i migliori d´Europa, pestato a sangue sotto casa sua. Il giornalista greco Filippos Sirigos, uno dei testimoni-chiave nel caso doping di Kenteris e della Thanou, nonché su alcuni casi di corruzione nel calcio greco e, infine, citato per 10 milioni di euro di risarcimento da Gianna Angelopoulos, è stato aggredito e ferito gravemente alla testa e allo stomaco da motociclisti mascherati e armati di coltelli e spranghe. In Italia siamo più miti. Solo minacce. E´ successo a Corrado Augias, e non l´ha minacciato la Mafia ma alcuni proprietari di fuoristrada o come accidenti si chiamano quei mostri. Consumano molto, molto inquinano e non hanno un gran senso nelle vie del centro. Questo più o meno aveva scritto, mica che spesso sono considerati una prolunga fallica o una blindatura permanente, mica che chi li compra può avere un motivo normale (il mal di schiena, per esempio) ma spesso è lecito sospettare che abbia Mein Kampf sul comodino.
Una volta si diceva: eh, manco avesse insultato sua madre. Adesso: giù le mani dal gippone. Succede a due giornalisti della Gazzetta, colpevoli di aver scritto quel che c´era da scrivere su Cassano, forse neanche tutto. Se un tipo che ha larga fama nel mondo delle radio private romane dice che prima o poi a quei due qualcuno dovrà fargliela pagare, credo che siamo nell´ambito del doveroso diritto di critica. Qualche animula tremula può giudicare inquietante che il tipo in passato sia stato coinvolto in indagini su un duplice omicidio, ma insomma chi non ha sbagliato nella vita. E poi cos´è questa pretesa di scrivere quello che vi pare, fosse pure la verità? Dove credete di essere? Fate gli embedded come tanti altri, cosa vi costa? Scrivete che Cassano è un professionista esemplare, che non ha mai avuto mezzo problema con un allenatore. Oppure che a Roma è appena arrivato, bisogna dargli il tempo per ambientarsi. E´ arrivato da tre anni? Va be´, è un dettaglio. Sorvolare. Se poi trovate faticoso distorcere la realtà, si può sempre stare zitti. Non bisogna dare retta ai vecchi colleghi, cresciuti con l´idea che bisogna cercare le notizie, consumarsi le suole, raccontare certe realtà dall´interno."
Un po' di sana ironia per mettere bene in evidenza "alcune" situazioni, "infilare" il dito in "certe" piaghe, dire insomma alcune verità un po' scomode..


Più terra terra diciamo che capita,  a volte,  di entrare in rotta di collisione con i giornalisti, certo che, se in circolazione ci fossero molti Gianni Mura, viene da pensare che, intanto, diventeremmo tutti un po' migliori e tanti problemi con la stampa forse non ci sarebbero.
Alt mi viene un dubbio: non è che ce ne sarebbero ancora di più? No preferisco pensare che la supponenza e l'arroganza di quel tipo romano siano solo un'eccezione.

Giancarlo Rabacchi



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"Ognuno ha le proprie debolezze, se volete ... manie" | 2 commenti
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Stai visualizzando i commenti del giorno 28/10/2004


Re: Ognuno ha le proprie debolezze, se volete ... manie
di amico_fragile il 28/10/2004 00.04

Anch'io, come Chiara80, apprezzo l'idea di Giancarlo di evidenziare l'articolo di Gianni Mura, uno dei pochi giornalisti italiani (non solo tra quelli sportivi) che fanno pensare. Che in questo paese sia duro a morire un certo "machismo" da quattro soldi di gente che ama, spesso opportunamente coperta, minacciare fisicamente chi esprime pensieri diversi dai propri, è un fatto che non mi soprende, purtroppo. E' un triste segnale di deficit culturale, laddove la cultura non è necessariamente quella da grandi classici o eventualmente da (buoni) libri, ma quella della sana e semplice civiltà che può tranquillamente appartenere anche ad un analfabeta. E' chiaro che, e non è certo il caso di Augias, anche alcuni (non pochi) giornalisti dovrebbero interrogarsi se la direzione giusta sia quella intrapresa negli ultimi tempi : sensazionalismo, scandalismo, sconfinamento nel privato delle emozioni di personaggi che, pur essendo pubblici, hanno pure il diritto ogni tanto di fare o dire una scemenza e di tenere un comportamento che poi non è tanto dissimile da quello che noi stessi abbiamo in determinate situazioni...Basti forse pensare a cosa facciamo alcune volte mentre andiamo in macchina o a cosa succede nel corso di un'assemblea di condomio, tanto per fare alcuni esempi. E allora dico che non mi piace la lettura del labiale dei calciatori (o degli arbitri) sul rettangolo di gioco, o la perbenistica condanna nei confronti di alcuni personaggi che sconfina nella persecuzione. Sotto questo punto di vista mi sento più solidale con Cassano, pur con tutti i suoi difetti, che con tanti altri. Ma è il solito problema del nostro mondo che prima vizia in modo eccessivo quelli che hanno talento, finchè si possono "spremere", ma poi non li tutela e non li aiuta, con l'esempio, a comportarsi meglio...ma, anzi, con perfidia, si diverte a sbattere il mostro in prima pagina.





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