Dico subito che non sono appassionato di calcio o meglio che non lo sono quanto lo era mio padre. Fabrizio era un genoano sfegatato: dovunque si trovasse, ogni domenica era attaccato alla televisione o alla radio per seguire le sorti del Grifone. Gioiva (meno spesso, come sappiamo) o soffriva (molto di più, purtroppo) per il Genoa. |
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E così, attraverso di lui, sono diventato genoano anche senza andare alla partita. Anzi, per la verità, mio padre mi portò allo stadio con lui (avrò avuto 6 o 7 anni), ma quando il Genoa segnò un gol, io che di solito seguivo le partite in televisione e in quel momento mi ero distratto, pretendevo che ci fosse il “replay”…Così mio padre mi disse: “Non fa per te, non ti porterò mai più!”.
Al Ferraris tornai per partecipare a una “partita del cuore” tra cantanti e attori per beneficienza: in quell'occasione non ho dato spettacolo, ma mi sono strappato un muscolo… Non è mai stato decisamente il mio sport!
Sinceramente il Genoa però mi è rimasto nel cuore e spero che in questa stagione il Grifone torni a volare.
Sto aspettando il decimo scudetto: ne sarei felice per me e per mio padre, che credo di poter definire uno dei più grandi genoani. Con lui canto: “Forza Genoa”.
Cristiano De André