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l'opinione"Aria nuova in cucina" di Nemesis
19/11/2004

Una città e la sua squadra, un filo comune, lo stesso destino appeso fra speranze e delusioni.
La storia di Genova comincia sulla collina di Castello… e quella del Genoa in Via Palestro.
La Repubblica Marinara spadroneggia nei mari, e il Genoa domina in tutti gli stadi.
Dopo gli splendori del Rinascimento arriva la decadenza di dominazioni straniere, e il Grifone baratta la supremazia in cambio della mediocrità.
La congiura dei Fieschi è come il complotto fascista che ci tolse la stella, gli orrori della guerra sono il disonore delle retrocessioni; l'alluvione del 70 curiosamente avviene nello stesso anno della serie C; poi il boom, la crisi economica e forse oggi la rinascita, proprio come la Uefa, la notte del Cosenza e oggi Preziosi.
Il Genoa è sempre in pista, e la sua gara non può essere altro che i 110 a ostacoli: per la precisione i metri sono 111 e gli ostacoli sembrano montagne.


 

 

 

Dopo innumerevoli trasferte a Canossa, un campo ostico dove non si vince mai, c'è la sensazione di un futuro in discesa, e vista la facilità con cui abbiamo fatto 30 goal, esiste perfino il sospetto che i campi di calcio siano piani inclinati, e che noi si giochi dalla parte giusta.
Sono un portatore sano di ansia, e l'essere Genoano è un'aggravante, ma compenso la sindrome inconscia con la ragione e la geometria.
Alcuni scienziati hanno stabilito che a Milano, passeggiare per strada equivale a fumare.
Essendo un accanito fumatore di Genova, rovescio l'equazione e me la godo così: fumare, equivale a passeggiare, e oggi come minimo avrò fatto 12 Km, però con il filtro.
Ecco la regoletta che preserva dagli sconvolgimenti: invertendo l'ordine degli addendi, il risultato non cambia; e allora caro Serse, mandi pure in campo chi vuole, si giochi con la 4 o con la 3, in casa o fuori, il sabato o il lunedì, l'importante è che il risultato non cambi.
Più complicato è far quadrare la proprietà transitiva: Preziosi è contro Carraro, ma ora sta con Galliani, il quale però sta con Carraro; i conti non mi tornano, ma si sa che nel calcio i conti son tutti in rosso.
Anche Della Valle vuole la testa di Galliani ma, dico io, la sua è forse migliore?
Preziosi è tranquillo, la sua rivoluzione l'ha già fatta al Genoa e, a differenza di Robespierre, lui la testa ce l'ha ancora sul collo.
Ha rovesciato la Società come un calzino, tanto che sembrava di essere all'Isola dei Famosi: ogni settimana usciva qualcuno; e se oggi rialziamo la testa è perché, come insegna Beautiful, anche i morti a volte risorgono, e quindi abbiamo buone speranze per Cozza che invece è vivo e vegeto e semmai soltanto un po' depresso.
Nell'aria però, si avverte un vento diverso, come se improvvisamente il derelitto Genoa fosse diventato il fenomeno da baraccone.
Ci trattano bene, ci ossequiano.
Per i cronisti di Sky siamo la squadra più forte, gli altri allenatori se la fanno sotto, sui giornali ci chiamano "corazzata", e il progetto prima deriso diventa oggi un fiore all'occhiello: per noi una gardenia, per lor signori un rododendro.
Che dire di Milito, da oggetto misterioso a oggetto del desiderio, corteggiato da mezza serie A e, ahimè, anche da Moggi?
Quando arrivò a Genova fu presentato con un unico filmato "disponibile": un suo rigore sbagliato. Ma la nemesi storica esiste davvero, e mentre il Principe ne infilava 7 su 7, in una Tv locale recitavano 7 pater ave gloria di penitenza.
Che pensare di tante nazionali del mondo che chiedono al Genoa di poter convocare i suoi giocatori: chiamate, chiamate, Makinwa, Milito, Gemiti, Lazetic risponderanno.
Restiamo attoniti di fronte ad arbitri imparziali, che ci danno i rigori se ci sono e non annullano i goal se sono validi, e Brighi e Tagliavento sembrano gli orchi delle fiabe dei bimbi, troppo cattivi per essere veri.
Che effetto assistere ai salti di gioia di chi riesce a non perdere con il Genoa, che stupore scoprire le tattiche degli altri per tentare di pareggiare con noi.
C'è aria nuova in cucina, tutti ci vogliono e quasi ci coccolano, e assistiamo stupiti a quanta gente affolli la fermata del carro dei vincitori: tutti aspettano che passi, nessuno vuol rischiare di perdere questo "tram chiamato desiderio".
Eppure, l'eco delle ironie e delle battutacce sul Genoa ancora rimbalza tra le valli e gli strapiombi della nostra memoria; non siamo abituati ad essere riveriti, e troppe lusinghe possono apparire sospette.
Non vorrei che, alla prossima sconfitta che prima o poi (meglio poi) fatalmente arriverà, qualcuno con la faccia seria se ne uscisse a dire:  "s'è rotto il giocattolo".
Storie già viste, situazioni già vissute, e per questo accettate un consiglio: mettete l'elmetto agli anticorpi e vaccinate le orecchie.
Nel frattempo, la Gea tace ma ci guarda.

Nemesis



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""Aria nuova in cucina" di Nemesis" | 1 commento
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Re: Aria nuova in cucina - di Nemesis
di amico_fragile il 20/11/2004 18.52

Caro Nemesis, diciamo che in città era ora che si cominciassero a creare i presupposti per riportare le cose nel loro ordine naturale. Le fondamenta ora ci sono...vedremo quando l'edificio verrà presto tirato su. Che siamo fortunati ad essere genoani l'abbiamo sempre detto, anche nei momenti peggiori. Ora potremmo addirittura scoprire di far parte di una delle generazioni rossoblu predilette. Belin, non riesco a smettere di pensare alla storia dell'incantesimo spezzato...!





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