Certe contrapposizioni fino all'ultimo, infatti, non fanno il bene del calcio.
Si sa che quando due litigano lungamente hanno, quasi sicuramente, torto entrambi.
L'Italia, paese maestro nei compromessi, e credo sia questo da considerare tutt'altro che un difetto, non poteva continuare, nel calcio professionistico, con il teatrino delle baruffe.
Immagino che i dirigenti di questo settore si stiano finalmente rendendo conto che, oramai, in gioco era l'immagine e, di più, la stessa la credibilità di questo che è, pur sempre, lo sport più amato dagli italiani.
Ci sono tanti problemi sul tappeto, ma le divisioni, a volte le contrapposizioni personali, dubito aiutino a risolvere le situazioni.
Non si può certamente essere sempre tutti d'accordo, ed è spesso dal contrasto che nascono le idee, viene assai poco da chi, per piaggeria o altro, sa dire soltanto di sì. Alla fine però ci vuole la volontà di una sintesi, il desiderio di costruire e non distruggere, fare sempre meglio e non il voler, prepotentemente, far prevalere le proprie idee.
Penso ci si possa rallegrare se è davvero questa la linea che sta prevalendo in Lega.
Pare sia in programma anche qualche prudente modifica per le regole, gli arbitri: che pure qui arrivi la primavera? Auguriamoci di non restare delusi.
Ultima annotazione: la ventilata introduzione dei campi "sintetici", oggi già largamente usati nei campionati minori.
Molti di questi campi "sintetici" in Liguria sono stati inaugurati ed usati in occasione dell'ultimo Torneo Spensley (era la 12^ edizione). A sentire gli "addetti ai lavori", e soprattutto i ragazzi che ci hanno giocato, sembra che in quel settore la tecnologia abbia fatto grandi progressi e non si riscontrano più gli inconvenienti della prima ora.
In Inghilterra sono già in uso.
Pensiamo agli infortuni patiti dai nostri giocatori per le condizioni scadenti del prato del Ferraris e speriamo che, magari, questa soluzione possa dare una mano anche da quel punto di vista.
Avanti, dunque, anche qui con cautela, ma senza arroccamenti, le modiche, se migliorative, ben vengano.

Giancarlo Rabacchi