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l'opinione"Genoa - Ternana: un pareggio che sa di vittoria" di Nemesis
01/05/2005

Sono esausto e confuso, al punto di essermi convinto che la gara con la Ternana fosse il secondo tempo della partita con il Catania.

Tutto uguale, con qualche complicazione. Stesso arbitro (ragazzi, con Dattilo non si vince), stessa raffica di tiri, stessa sfiga, stesso portiere: esce Pantanelli entra Berni, e noi a bombardarlo come fosse un videogioco con la differenza che alla Playstation te la giochi in 11.

In 4 tempi 40 tiri, goal mangiati e occasioni bevute, pali traverse e traversie: bisogna dire a Cosmi che la smetta, a Pegli, di organizzare partitelle in cui vince chi colpisce la traversa.

 


E’ primavera, tempo di rivoltare gli armadi.

Muniti di naftalina e antitarme, i Genoani ripongono con cura i dubbi, le ansie, le paure, le umiliazioni e ridanno vita agli abiti della festa, a lungo emarginati se non addirittura dimenticati.

Si saranno ristretti, forse ingialliti, ma è giunto il momento di dare aria a questo odore di muschio e di stantio che in 10 anni ci ha fatto invecchiare di 100.

Ci sono ragazzi in gradinata che nella loro vita hanno visto solo il Pescara o l’Albinoleffe, e qualcuno meno fortunato si è beccato pure il temibile Casteldisangro.

Quando l’anno prossimo scenderanno al Ferraris l’Inter e la Juve, sarà come sbarcare in un nuovo mondo, quello da cui ci avevano cacciati con le tasche bucate e le pezze nel culo.

Stiamo arrivando, come gli emigranti che tornano a casa dopo aver fatto fortuna, e ci metteremo il vestito più bello per suscitare ammirazione e forse, per qualcuno, anche un po’ di invidia.

A tutte queste cose pensavo mentre scendevano in campo i nostri giocatori, ancora per poco alle prese con la Ternana di turno.

Capozucca è un ex, e a suo tempo contese al Genoa l’acquisto di Thiago, il quale oggi è qui ma è come se fosse là: curiosa la vita.

Cosmi invece è Perugino ma invece dei Baci mostra i denti: stasera vuole vincere, e lo fa capire agitandosi in camicia e senza giacca; poi arrotola anche le maniche e manca poco che, sentendosi Tarzan, resti a torso nudo e con una liana vada a sbranare il quarto uomo.

Nella gabbia degli ospiti sventola qualche bandiera e non si escludono rinforzi doriani: è stupefacente come le simpatie dei cerchiati vadano sempre alle tifoserie sbagliate.

Molto sincero l’applauso a Gazzoli, e quel riconoscimento aveva il sapore del risarcimento: il portiere, umile perfino nello sguardo, si accomoda fra i pali cedendo in comodato a Scarpi il suo ufficio fatto a forma di panchina.

Qualcuno si accerta che nell’altra porta non ci sia Pantanelli, e viene rassicurato: "tranquillo, stavolta c’è un certo Berni"… "ah, meno male".

Siamo tutti nobili, principi, baroni e ora anche conti: ecco, facciamo i nostri conti; con le tabelle alla mano misuriamo il futuro, ma non ce ne sono due uguali e pare che l’Empoli e il Torino non ci diano retta. Sulle pareti della nostra cameretta spuntiamo il calendario, e sembriamo carcerati che contano quanti giorni mancano a uscire di galera.

L’impressione è che il Genoa scoppi di salute, che in panchina ci sia un ben di dio inutilizzato, che Preziosi zitto zitto stia preparando il futuro e che i giocatori in campo, grazie al cielo, siano sereni e concentrati invece che preoccupati per il loro domani.

Questa è la mano di Cosmi, sicura e motivata, indifferente alle insistenti voci di possibili divorzi.

Il geometra Lamouchi traccia linee così precise che ci si potrebbero stendere i panni e il suo distacco da ogni forma di esibizionismo meriterebbe la gioia di un goal, sotto quella Nord che tanto ha detto di ammirare: ci prova in tutti i modi, e sarà il migliore in campo.

Zanini è geniale e imprevedibile: infatti, chi avrebbe potuto prevedere che con lui in campo non avremmo perso neanche una partita? Comincio a temere che sarà schierato in campo anche con la varicella o con un piede ingessato.

Stellone invece è così potente che da un momento all’altro mi aspetto si tolga la maglietta e come Clark Kent diventi Nembo Kid, nemico dei malvagi (i ternani) e amico dei buoni (cioè noi).

A proposito, ben presto comprendo come ci si senta alle prese con la Kriptonyte: si viene meno, si suda, mancano le forze, sembra la fine… Gargo atterra Frick e fa splashhh; ultimo uomo e quindi espulso, ma il fallo era fuori area e Dattilo era fuori di testa.

Gazzoli ripensa ai bei tempi sereni in panchina e s’inginocchia al goal.

Esattamente come a Terni, giochiamo in 10 per lo stesso fallo fatto dallo stesso Gargo: e poi dicono che una bomba non cade mai nello stesso punto.

Dattilo ha una bilancia truccata perché un’analoga situazione su Milito, lanciato a rete, viene punita con il giallo e a tutti pare strano che l’arbitro, in casa della capolista, la danneggi in modo così evidente e quasi arrogante.

Lamacchi è tosto ma Tosto non è la macchina di una volta.

Quando esce Rossi per Sottil, Lamacchi si trova da solo sulla fascia e inventa il moto perpetuo; come uno yoyo, sale e scende, si snoda e si riannoda, e il suo incedere è dinamico e quasi ritmico: conosce la fascia laterale come fosse il giardino di casa, con meno fiori e senza la cuccia del cane. Ormai, per lui, quella riga è un concetto manicheo: di qua sei dentro e di là sei fuori, ma stasera lui è sempre dalla parte giusta.

Quando entra Lazetic il campo diventa un flipper, e la Ternana sembra sull’orlo del tilt; la saetta aggira di seguito due avversari con un giochetto che riesce solo una volta all’anno: per rifarlo dovrà aspettare il 2006. Dà una palla fra Stellone e Milito, colpisce il primo e il secondo si dispera; il terzo incomodo è Berni che gongola e para.

Milito diventa capitano e quando gli capita un pallone a un metro dal goal, il digiuno sembra finito ma se lo pappa ancora Berni, sempre lui, ingordo torturatore di Genoani affamati.

Diego si impegna allo spasimo ma le palle gli vanno storte e gli girano anche; quando tornerà a casa, faccia una carezza a suo fratello Gabriel e gli dica: "questa è la carezza di tutti i Genoani", e speriamo che lo commuova e lo porti con sé.

La Ternana si chiude e sembra in 10, ma la forma atletica del Genoa è splendida e sembriamo in 12.

Dei rossoverdi, Jimenez è bravino ma sembra più il nome di un ciclista, e ogni volta che va in fuga viene ripreso: alla fine resterà uno dei tanti nel gruppo.

E mentre si aspettava la fine del mondo, arrivò un profeta a dirci che, dopo tanti goal presi al 90°, era giunto il momento di farne uno.

Il suo nome è Stellone; tende tutti i nervi che possiede per scoccare nei muscoli la scintilla della vita; poi li rilascia in un guizzo fulmineo e come un arciere accompagna con gli occhi il viaggio della sua freccia.

Grande goal, grande Genoa, grande cuore, grandi i tifosi, grande Cosmi imbufalito contro tutta Terni, dall’allenatore ai giornalisti; in conferenza stampa ne distruggerà uno che voleva fare lo spiritoso.

La partita è finita. In difesa mostriamo qualche approssimazione nei movimenti, ma la squadra produce gioco ed è determinata. A Crotone andiamo senza Gargo e Sottil ma con un Lamouchi strepitoso, sempre che Cosmi lo confermi.

A proposito, come cavolo si chiama il portiere del Crotone?

Nemesis

 



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""Genoa - Ternana: un pareggio che sa di vittoria" di Nemesis" | 4 commenti
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Re:
di eugenio il 02/05/2005 21.10

Grazie Nemesis e complimenti. Ciao a tutti.



Re:
di 102 il 02/05/2005 14.51

Grande Nemesis, un post da incorniciare! E nulla da aggiungere! Cris(102)



Re:
di cillo il 02/05/2005 13.48

Complimenti Nemesis,perfetto. Forza Genoa e sotto col Crotone





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