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l'opinione''Tifosi e Società'' di voce sommessa
07/11/2007

 

Il calcio è una favola strettamente intrecciata alla vita, ma le favole come la vita hanno un che di effimero che le tiene a danzare pericolosamente sul ciglio di un dirupo.

In questo stato di pericolo immanente ogni minaccia è grave e non va trascurata.

 

 


Mercoledì sera lo stadio di San Siro illuminato in una tiepida serata d’autunno mi riportava a ricordi lontani, e così, forse a causa di quest’animo leggero, non ho buttato il volantino che mi era stato offerto e che avevo accettato.

Dopo aver ritrovato il perduto colpo d’occhio di uno stadio che affascina anche chi è abituato alla rapinosa scenografia del Ferraris ho tirato fuori dalla tasca il foglietto e mi son messo a leggerlo.

*
Ho subito capito che quelle quattro paginette firmate “la curva Nord Milano 1969” andavano dritte al cuore di un problema che brucia e del quale mi occupo da diversi anni: la titolarità dei valori che si ritrovano in uno stadio e la loro custodia, o forse è meglio dire la loro difesa.

*
Trascrivo:
”Pisanu, Amato, Melandri e Lega hanno fallito e continueranno ad aggiungere errori ad errori fino a che non capiranno che la risoluzione del problema Ultras (se problema deve essere chiamato) passa da un’unica via che è quella del DIALOGO.”

*

E ancora:
”MA LE SOCIETA’ COSA POSSONO FARE PER I PROPRI TIFOSI?

Consci di avere un valore commerciale infinitamente inferiore a quello dei finti tifosi che si abbonano alle pay tv, Noi Tifosi Veri che frequentiamo lo Stadio è ora che ci facciamo sentire perché anche le Società possano fare la loro parte

.

Ci rendiamo conto che le Società sono ormai diventate vittime di un vero e proprio ricatto da parte di un osservatorio e di una Lega che le punisce ogni volta che tentino un dialogo col Tifo organizzato…”

*

Questo lo stralcio di un documento tutto formulato sul filo del ragionamento e della logica, e tutto accettabile come occasione per riflettere e dialogare.

Come tale non va lasciato cadere,  lo dico forte su questo sito che col nome "Genoa domani" indica chiaramente la sua missione: tenere alta la tensione verso il futuro, del Genoa ma anche del calcio al quale il Genoa in Italia ha aperto la strada.

*
Ci sarebbe una nota a margine, ma neanche troppo a margine.

Sta muovendo i suoi primi passi la Fondazione Genoa 1893, anche questa una “prima nazionale” nel mondo del calcio.

Il volantino de la Curva Nord Milano 1969 (info@curvanordmilano.net e www.curvanordmilano.net) per caso, ma forse no, attraversa uno dei temi cruciali della sua ragion d’essere: “…promuovere iniziative di studio e di proposta riformatrice dell’ordinamento sportivo italiano, con particolare riguardo a quello del calcio” (Art. 3 dello Statuto – Scopi della Fondazione).

 

voce sommessa

 



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"''Tifosi e Società'' di voce sommessa" | 2 commenti
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Stai visualizzando i commenti del giorno 08/11/2007


[Nessun Soggetto]
di Abbadie56 il 08/11/2007 13.23

Credo nel dialogo. E allora proviamo a dialogare anche noi.

La violenza negli stadi (dentro e fuori) è nata molto prima delle tv a pagamento e anche dei  provvedimenti insensati come quelli di cui stiamo parlando. Questo è un dato dal quale non si può prescindere senza falsare tutto il resto.

Sono andato per annni in trasferta. Sono sempre andato in compagnia di altri tifosi, orgnanizzati o no (non ha mai fatto differenza: organizzato o no, un genoano è un genoano).    Ne è sempre valsa la pena, sia che vincessimo o che perdessimo.

Posso dire di aver conosciuto, in gioventù, l'Italia grazie al Genoa (con me ha avuto anche questo merito culturale, il Vecchio Balordo!)

Finchè a un certo momento è cambiato tutto, quasi di colpo.  Ricordo un anno a Roma, per un Lazio-Genoa. Arriviamo di mattino dopo una notte in treno, giriamo a piedi un pò di città fino a quando troviamo un bel bar per una bella colazione. Nel bar c'erano gruppi di ragazzi tifosi della Lazio.  Sentono la nostra chiassosa cadenza genovese e cominciano a minacciarci. Pensiamo a provocazioni scherzose, e invece non è così. Le minacce sono reali e dobbiamo andarcene. Non era mai accaduto prima.

Qualche tempo dopo, a Firenze, ancora perggio. Bande di ragazzi col volto coperto giravano per la città alla caccia di tifosi che avessero la cadenza genovese per pestarli. Dopo una serie di casi di questo tipo, la soluzione per me è stata categorica: preso atto che i tempi erano cambiati e che nessuno faceva niente per arginare la violenza organizzata (che è molto diversa da quella occasionale che c'era sempre stata), ho smesso di andare abiltualmente in trasferta. In questa mia scelta, la tv a pagamento non c'entra niente. C'entra invece il fatto che le trasferte erano diventate un rischio.

Che poi, trasferte, da quegli anni in poi, ne ho fatte ancora molte, ma non era più un fatto abituale e lo spirito non era più quello di una volta. Era cambiato tutto, Almeno dal mio punto di vista. Essere intruppato e scortato dalla polizia è cosa che mi ripugna. Ma è anche vero che la caccia al tifoso che avevo visto a Firenze non era cosa meno ripugnante.

Questi i fatti come li conosco io. E non per averli letti o visti in tv, ma per averli vissuti. Credo che sia importante partire dai fatti e non da discorsi astratti..

Davanti a questa situazione di fatto, che cosa fare? Che cosa proporre? Come comportarci? Io non saprei dirlo. Non sono io che devo occuparmi del controllo della vita sociale, che spetta alle Istituzioni. Nè tantomeno sono io che debbo dire come ci si debba comportare con chi approfitta di una partita di calcio per aggredire altri tifosi.

Esiste uno Stato, esistono delle Istituzioni, quello che posso fare è sollecitarle a intervenire in modo corretto, ma non posso sostituirmi ad esse. L'Anarchia può anche affascinarmi come idea, ma credo che oggi come oggi, l'assenza dello Stato e delle Istituzioni si tramuterebbe inevitabilmente nel dominio del più forte, nella legge della giungla.

E allora che siano le Istituzioni a intervenire! Ma in modo corretto, e non colpendo certe squadre per dare punizioni esemplari e proteggendo invece altre squadre perchè vicine a umini politici importanti!

Il problema che sembra esistere in Italia è dovuto al fatto che le Istituzioni mostrano di non sapere come comportarsi (incapacità o subdolo calcolo?), e oscillano tra interventi drastici come quello denunciato dai tifosi interisti, a mancati interventi di fronte a casi di accoltellamenti ripetuti, come quelli che avvengono regolarmente a Roma e minimizzati a livello di innocue "punciature" 

I tifosi possono fare qualcosa? In un paese democratico, teoricamente si, Possono richiamare i politici ai loro compiti istituzionali. Ma forse c'è un problema da superare. Che quando l'ingiustizia favorisce la propria squadra, diventa meno ingiusta e nessuno dice più niente. E questo è un ostacolo che va a scapito della credibilità.

 



Dialogo
di Nemesis il 08/11/2007 08.38

Il comunicato degli Ultras interisti merita attenzione, perchè affronta i problemi con atteggiamento costruttivo.

La parola chiave è "dialogo" e incoraggia il tentativo di superare la via repressiva che l'Osservatorio sembra aver imboccato.

La chiusura di curve e gradinate, se non addirittura dello stadio intero, è una soluzione che non risolve i problemi e, anzi, ne pone di nuovi.

Le partite si stanno snaturando, e la presenza degli spettatori sembra quasi un optional di cui si può fare a meno.

Sono rimasto colpito dai dati auditel sull'ultima giornata di campionato.

Se non ricordo male, circa mezzo milione di persone ha visto le partite in Tv, e la cifra è spaventosa.

Genoa Palermo, tra le più apprezzate, ha avuto una media di 140.000 contatti, e il Ferraris non va oltre le 25000 presenze, pur rimanendo tra i più affollati.

Nel volantino si individuano anche i danni patiti dalle Società, e si stigmatizzano le sanzioni che, sempre di più, assomigliano alle antiche punizioni scolastiche, con la l'intera classe sospesa a fronte di un singolo gesto.

C'è da augurarsi che l'iniziativa sia raccolta e condivisa dalle istituzioni ma anche da altre piazze, perchè è impossibile dialogare da soli.





Per informazioni potete contattare l'indirizzo e-mail admin@genoadomani.it