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dalla redazioneLe cose cambiano
24/08/2009

 

Questa citazione del titolo di un noto film di David Mamet mi sembra molto adatta a sintetizzare quel che è accaduto al Genoa.
Perché al Genoa le cose sono cambiate. E un po’ sono cambiato anche io.
Per 60 anni ho vissuto di ultime spiagge, di retrocessioni drammatiche e promozioni episodiche, aggrappato a un giocatore simbolo –quando c’era- che rappresentava l’unica speranza di salvezza.
Verdeal, Boyè, Gren, Abbadie, Meroni, Mascheroni, Pruzzo, ecc. hanno preso di volta in volta nel mio immaginario il posto di una Società che non c’era. E quando venivano venduti, vivevo un piccolo dramma.

 


Da qualche anno a questa parte le cose però sono cambiate.
Il Genoa non ha più bisogno di ultime spiagge, né di giocatori simbolo cui affidare difficili salvezze.
Il motivo? Adesso il Genoa ha una Società ed un gioco di squadra.
La Società fissa gli obiettivi e il gioco di squadra permette di raggiungerli.
I giocatori cambiano, ma non cambia il gioco e di conseguenza non cambiano i risultati. Anzi migliorano.
Avere un efficace gioco di squadra offre vantaggi che nessun giocatore può garantire, per il semplice motivo che il gioco non va fuori forma, non subisce infortuni, né squalifiche, e scende sempre in campo in tutte le partite. A
differenza dei giocatori.
Meglio quindi fidarsi più del gioco che dei giocatori.
In questo senso dicevo che insieme al Genoa sono cambiato anche io, perché adesso so che le fortune della squadra non dipendono più da un singolo giocatore come una volta quando eravamo squadra di bassa serie A o di serie B.

In vista della stagione appena cominciata, per esempio, si contava molto sugli esterni Jankovic e Palladino.
Nel girone di ritorno dello scorso campionato, i due si erano espressi su ottimi livelli.
C’era da aspettarsi quindi che il Genoa di quest’anno avrebbe goduto delle loro prestazioni ad alto livello, e la classifica ne avrebbe beneficiato.
E invece che cosa è accaduto?
Che nessuno dei due è disponibile per un sacco di tempo.
Se le fortune del Genoa fossero dipese esclusivamente da questi due ottimi giocatori adesso saremmo in braghe di tela.
Invece non è così perchè il Genoa ha un gioco che è indipendente dai singoli giocatori.
Chiunque scenda in campo è in grado di dare il suo contributo.
E questo è il grande vantaggio del Genoa.
Ovviamente il gioco riesce tanto meglio quanto migliore è la qualità dei singoli giocatori, questo è scontato, ma il compito di sviluppare le trame di gioco non è affidato a qualcuno in particolare perché tutti sono partecipi.

Certamente questa non è una novità. Molte sono le grandi squadre che nella storia del calcio hanno giocato e giocano in questo modo.
Una in particolare mi è molto cara: è il leggendario River Plate di Pedernera e Labruna per il quale era stato coniato il celebre termine “macchina da gol”, molto usato, dopo di allora, anche in Italia.
Peucelle, uno dei tecnici di quella grande squadra, soleva dire: ”Il River gioca col modulo 1-10, perché tutti i giocatori sanno attaccare e tutti sanno difendere e chi ha la palla nei piedi sa come giocarla”.
Musica –credo- per le orecchie di Gasperini, che vorrebbe forse realizzare col Genoa qualcosa di simile.

Franco Venturelli


 

 



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"Le cose cambiano" | 1 commento
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Caro Franco
di RABAX il 25/08/2009 11.28

leggo sempre con piacere i Tuoi scritti, spesso mi ci ritrovo nel senso che mi accorgo di aver vissuto e/o di vivere sentimenti molto simili.

Bello ad esempio, ma non solo quello, il riferimento alle "tragedie" vissute di volta in volta da noi genoani in occasione della cessione del giocatore "simbolo", quello al quale, nella nostra relativa pochezza, ci si legava in modo particolare, al quale si affidava tutto il nostro orgoglio di tifosi del “vecchio balordo”.

Come ho già scritto ho smesso per anni di fare l'abbonamento dopo l’amarezza per la cessione di Pruzzo e dopo essere stato mortificato anche allo stadio dal sentire il coro della maggioranza dei tifosi "rinfacciarmi" che Musiello era meglio del "reprobo" che ci aveva fatto andare in B sbagliando un rigore.

Quello che poi fece Pruzzo nei dieci anni successivi  lo sanno tutti.

Non so se qualcuno dei tanti sapientoni di allora (si, già a quei tempi, in effetti...) ricorda che fine ha, invece, fatto Musiello.

Ma sono dettagli, scaramucce tra poveri, la sostanza è quella che dici Tu, purtroppo non avevamo molto di più e di volta in volta ci toglievano anche quello, ma mai la fede e la passione.

Fede e passione e costanza che ora, finalmente, sono state premiate ed in braccio alla mamma, da qualche anno, tocca un po' anche a noi.

Da quando non è difficile dirlo.

Precisamente, giova rilevarlo, da quando è arrivato questo straordinario Presidente (non sono solito a queste "piaggerie") che, dopo non pochi sbagli, ha iniziato ad azzeccarne una dopo l'altra.

La prima fondamentale scelta che ha determinato la svolta è stata quella del "talebano" (?!?) tecnico di Grugliasco.

Ecco è sempre più d’evidenza solare che l'accoppiata Preziosi - Gasperini  è un mix vincente.

Una coppia straordinaria per passione e professionalità (e, secondo qualcuno sembra "che non si parlino", figuriamoci se conversassero un niente...).

Come non riconoscere l'abilità del Presidente nello scegliere e portare al Genoa d’anno in anno giocatori straordinari e come non dare atto al Mister di preparare e mettere in campo la squadra come meglio non si potrebbe.

O.K. è presto per cantare vittoria e sbandierare giudizi tanto lusinghieri quanto definitivi, quindi teniamoci da parte un minimo di giusta e scaramantica cautela, ma, almeno per quello che mi riguarda, dopo aver visto le partite con il Villareal e domenica scorsa quella con la Roma (mi sono perso, purtroppo, la prima con l'Odense), mi pare di poter tranquillamente confermare il Tuo assunto e cioè che sono cambiati molti giocatori, ma, con ogni probabilità, non il Genoa.

Sarà solo fortuna?

Ai "sapientoni" dalle categoriche certezze l'ardua sentenza.





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