La Juve, si stenta a crederci, appare superata nella sua arma classica, il ritmo alto, proprio non riesce a controbattere, dovrà aspettare l’inevitabile calo dei nostri, oltre a ricorrere ai campioni che all’inizio aveva lasciato in panchina, illudendosi di non pagare dazio.
I rossoblù hanno con Jankovic e Borriello le palle gol per il 2-0 che, però, non arriva.
La Juve prova senza pungere sulle fasce con De Ceglie e Caceres, quest’ultimo abbastanza impreciso nei cross.
Giovinco si da da fare, ma con poco costrutto e Matri al 38’ ha un unico guizzo, che lo porta (in sospetto fuorigioco) davanti a Frey, grazie ad un "taglio" di Giaccherini, alto il precipitoso sinistro del centravanti.
E’ il primo serio pericolo creato dalla Juve per il quale si sono dovuti, appunto, attendere gli sgoccioli del primo tempo che vede uscire il Genoa in vantaggio tra gli applausi, il punteggio sta pure stretto alla squadra di De Canio.
Cambia la musica nel secondo tempo, la Juve spinge, carica comincia a mettere paura, ora crea occasioni e costringe il Genoa a difendersi, ma non a rinunciare, anzi.
Colpi di testa di Sampirisi (appena fuori) e Borriello (traversa), dopo un bel palo colpito in precedenza da Giovinco, con un bel destro incrociato.
Conte capisce che per rimediare, Chelsea e non Chelsea, ci vogliono i “top players” e gia al 10' st. doppio cambio De Ceglie e Matri con Asamoah e Vucinic.
Potrebbe non bastare se al 18' della ripresa Bertolacci, solo a pochi passi dalla linea di porta, non si facesse parare da Buffon, che ha – invero- un gran riflesso, quello che avrebbe dovuto e potuto essere un tiro a colpo sicuro (controbeffa del portiere della nazionale dopo quella subita lo scorso anno: stessi personaggi sulla scena).
Disperazione in campo e sugli spalti dove non si ha nemmeno il tempo di terminare le imprecazioni che la Juve ci gela dl tutto.
Un classico detto del pallone: gol fallito, gol subito, sul seguente contropiede la Juve pareggia.
Giaccherini su sponda di Vucinic segna d’interno destro dal limite dell'area. 1-1.
Molto più severo del primo tempo quando grazia Bonucci che, da ultimo uomo, stende Kucka (solo ammonizione) al limite dell'area di rigore, Rocchi decreta un rigore per un contatto in area Sampirisi-Asamoah.
Vucinic non molla il pallone quando glielo chiedono Giovinco e Pirlo e dal dischetto non sbaglia.
2-1 Juve che amministra il vantaggio, con un Genoa abbastanza stanco che non ce la fa più a cambiare passo, passa, invece, ancora la Juve, con Asamoah, su assist del solito Vucinic.
Bianconeri in testa alla classifica, ma ai nostri resta la soddisfazione di una prova gagliarda (applausi sotto la Nord al termine) col merito che, come poche altre volte, l’imbattibilità dei gobbi è stata davvero a rischio, davvero più di quanto non dica il punteggio finale.
Peccato, pazienza, dai per questa volta bastano le pacche sulle spalle.
Alè!
Giancarlo Rabacchi
Per le foto si ringrazia il Secolo XIX